La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento intimato ad un dipendente dell'Agenzia delle Entrate che aveva violato l'obbligo di segreto d'ufficio previsto dal contratto collettivo. (continua a leggere)
La sopravvenuta infermità permanente e la conseguente impossibilità della prestazione lavorativa giustificano il licenziamento solo se risulta ineseguibile l’attività svolta in concreto dal prestatore e non sia possibile... (continua a leggere)
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per truffa di un soggetto che nel corso di un colloquio di lavoro aveva falsamente dichiarato di possedere determinate competenze e titoli di studio. (continua a leggere)
La Corte di Cassazione ha precisato che il datore di lavoro deve rimuovere eventuali situazioni di pericolo o di rischio cui sia esposto il lavoratore nell'esercizio delle sue mansioni. (continua a leggere)
Il consapevole utilizzo di un falso certificato al fine di poter godere di un giorno di riposo non spettante integra il concetto di "giusta causa" di licenziamento. (continua a leggere)
I periodi di congedo di maternità devono essere computati nell’anzianità di servizio a tutti gli effetti, compresi quelli relativi alla tredicesima mensilità o alla gratifica natalizia e alle ferie. (continua a leggere)
Il mobbing presuppone una serie di comportamenti di carattere persecutorio e vessatorio, posti in essere contro la vittima in modo miratamente sistematico e prolungato nel tempo, direttamente da parte del datore di lavoro o di un suo preposto o... (continua a leggere)
La Corte di Cassazione ha ritenuto non legittimo differenziare il limite di altezza per uomini e donne in una procedura di selezione. (continua a leggere)
I risultati delle videoriprese effettuate sul luogo di lavoro sono utilizzabili nell'ambito del procedimento penale a carico del lavoratore, dal momento che le norme dello Statuto dei lavoratori poste a tutela della riservatezza dei dipendenti... (continua a leggere)
La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità del licenziamento intimato ad un lavoratore che aveva compiuto una lunghissima serie di telefonate non autorizzate, con un costo di oltre 8.000 euro per la società datrice di lavoro. (continua a leggere)