Il meccanismo, nella sua versione base, prevede quindi un contributo versato da genitori o nonni e un piccolo aiuto offerto dall’Inps. Parallelamente, una seconda proposta di matrice centrista immagina un incentivo pubblico più ampio e progressivo. Vediamo insieme in cosa consiste il nuovo strumento, come funziona e tutti gli importi previsti.
Secondo la proposta presentata da Fratelli d’Italia, la posizione può essere avviata entro i primi tre mesi di vita del bambino da un genitore o da un parente entro il terzo grado. In concreto, il primo versamento - pari a 100 euro - ha il compito di attivare la posizione. A questa somma la legge abbina un contributo pubblico dell’Inps pari a 50 euro, definito come una forma di spinta gentile per orientare le famiglie verso un accumulo regolare sin dall’infanzia.
Inoltre, l’obiettivo reso esplicito sia dai promotori sia dagli estensori della relazione tecnica è diffondere la cultura della previdenza integrativa prima del raggiungimento della maggiore età, in un contesto in cui l’Italia registra un’età media degli iscritti alla previdenza complementare ormai superiore ai 47 anni.
Per queste ragioni, l’intento più ampio è far sì che il Fondo pensione non venga percepito come uno strumento per anziani, ma come un asset di costruzione del capitale umano. Si punta così a sviluppare, nel lungo periodo, un bacino di giovani adulti che arrivano alla maggiore età con un piccolo capitale, utile per formazione o attività professionali.
In aggiunta, le regole operative del fondo, dalla frequenza dei versamenti alle modalità di gestione fino ai criteri di riscatto e agli eventuali anticipi, saranno definite da un decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con l’Economia e previo ascolto dell’Inps e della Covip, l’autorità che vigila su casse e fondi pensione.
Per quanto riguarda l’utilizzo del montante, il riscatto integrale è previsto al compimento dei diciotto anni. Le somme potranno essere destinate:
- al pagamento delle tasse universitarie;
- a percorsi di formazione o specializzazione;
- all’avvio di un’attività autonoma o imprenditoriale.
Su un orizzonte di diciotto anni si ottiene dunque un accumulo modesto ma comunque significativo, soprattutto se si considera che il capitale potrebbe essere incrementato da contribuzioni volontarie aggiuntive.
Diverso, e molto più oneroso per le finanze pubbliche, è invece il modello delineato dal senatore Marco Lombardo. In questo secondo schema lo Stato verserebbe 300 euro il primo anno e 200 euro per ciascuno dei quattro anni successivi, mentre il contributo della famiglia resterebbe pari a 100 euro.
Ne consegue che il sostegno pubblico raggiungerebbe 1.100 euro nei primi cinque anni. Una dotazione iniziale più consistente, concepita per amplificare il potere dell’interesse composto e offrire al bambino un capitale più robusto al raggiungimento della maggiore età. Di contro, il costo per lo Stato è significativamente superiore: 500 milioni per il primo anno e 250 milioni a regime.
Una differenza che porterà inevitabilmente il Parlamento a interrogarsi sulla sostenibilità e sulle priorità di bilancio. Nel quadro complessivo, entrambe le proposte condividono comunque un obiettivo comune: creare un Fondo pensione che accompagni i giovani fin dai primi mesi di vita e favorisca l’accumulo di risorse in una fase in cui l’Italia ricerca, con urgenza, nuove leve di investimento sul capitale umano.