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Pensione di invalidità 2026, aumenti in arrivo: ecco i requisiti e la tabella completa e aggiornata con i nuovi importi

Pensione di invalidità 2026, aumenti in arrivo: ecco i requisiti e la tabella completa e aggiornata con i nuovi importi
Le pensioni di invalidità aumentano nel 2026 grazie alla rivalutazione e all’incremento straordinario di 20 euro per gli invalidi totali. Ecco i nuovi importi, i requisiti economici per accedere all’aumento e gli effetti sull’assegno mensile
Il 2026 si avvicina con una novità che tocca da vicino la pensione di invalidità, nodo sensibile del welfare italiano e, al tempo stesso, leva indispensabile per migliaia di nuclei familiari. La Legge di Bilancio, attualmente all’esame del Parlamento, introduce infatti un incremento straordinario che si somma alla consueta rivalutazione annuale legata all’inflazione. Una misura che, pur nella sua dimensione contenuta, rappresenta un segnale politico ed economico verso una platea spesso dimenticata.

L’aumento riguarda gli invalidi civili totali, cioè coloro che hanno una riduzione completa della capacità lavorativa. Per loro scatterà un incremento netto di 20 euro mensili, destinato a incidere sul complesso meccanismo dell’incremento al milione. Ma come cambieranno gli importi delle pensioni di invalidità, quali saranno gli effetti della rivalutazione e che cosa comporta, nel dettaglio, l’aumento straordinario?

Rivalutazione 2026, come cambiano gli importi della pensione di invalidità

La rivalutazione rappresenta il primo pilastro dell’aumento previsto per il 2026. La percentuale definitiva sarà comunicata dall’Istat, ma le stime più accreditate oscillano tra l’1,4% e l’1,5%, leggermente inferiori rispetto al range iniziale dell’1,6%-1,7% a causa della frenata dell’inflazione. La perequazione interessa integralmente le prestazioni economiche per invalidità civile e aggiorna automaticamente gli importi.

Ecco i nuovi importi della pensione di invalidità 2026 indicativi a seconda del tasso di rivalutazione stimato:
  • invalidi totali (100%): da 333,33 euro a 338-339 euro;
  • invalidi parziali (74%–99%): da 333,33 euro a 338-339 euro;
  • indennità di frequenza minorenni: da 333,33 euro a 338-339 euro;
  • ciechi assoluti ricoverati e ciechi parziali: da 333,33 euro a 338-339 euro;
  • ciechi assoluti non ricoverati: da 360,48 euro a 365,53-366,61 euro;
  • ciechi parziali con indennità speciale: da 221,20 euro a 224,30-224,96 euro;
  • ipovedenti gravi (decimisti): da 247,40 euro a 250,86-251,61 euro;
  • sordomuti: da 333,33 euro a 338-339 euro.
L’aggiornamento percentuale mostra un adeguamento uniforme sulle fasce base, mentre le categorie con importi più elevati della pensione di invalidità vedono un aumento proporzionalmente più alto in valore assoluto. Una dinamica che conferma il ruolo essenziale della perequazione nel preservare il potere d’acquisto delle prestazioni assistenziali, soprattutto per chi affronta condizioni di disabilità più severa.

Aumento straordinario e incremento al milione: cosa cambia nel 2026 per gli invalidi totali

Accanto alla rivalutazione, il 2026 porterà un aumento straordinario di 20 euro mensili destinato agli invalidi civili totali che beneficiano dell’incremento al milione. Si tratta di uno strumento risalente al 2001, concepito per portare i trattamenti inferiori al minimo a una soglia più adeguata alle esigenze dei pensionati con redditi molto bassi. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 152 del 2020, ha ampliato l’accesso a questo beneficio, estendendolo anche agli under 60 che presentano un’invalidità totale.

Nel 2026 il trattamento minimo, dopo rivalutazione, dovrebbe raggiungere circa 613 euro mensili. A questo valore andrà applicata la maggiorazione sociale pari a 136,44 euro, portando l’importo complessivo dell'assegno pensionistico a 739 euro. L’aumento straordinario introdotto dalla Manovra aggiungerà poi ulteriori 20 euro, determinando una pensione di invalidità finale pari a 760 euro mensili, equivalente a 9.880 euro annui.

Una misura che, pur non stravolgendo il quadro generale, interviene su una categoria che vive con importi spesso insufficienti a coprire le spese essenziali. L’incremento extra si colloca in un percorso più ampio di attenzione legislativa nei confronti delle persone con disabilità totale e reddito molto basso.

Requisiti economici e beneficiari dell'incremento al milione

L’accesso all’incremento al milione e, di conseguenza, al nuovo aumento straordinario dipende dal rispetto dei limiti reddituali, aggiornati ogni anno dall’Inps. La platea principale dei beneficiari è costituita dai cittadini non coniugati con redditi molto contenuti. I nuclei familiari con due coniugi, invece, rischiano più facilmente di superare le soglie, aspetto che conferma una criticità del meccanismo: la mancata considerazione delle effettive spese correlate alla disabilità all’interno del nucleo.

Il 2026 si presenta quindi come un anno di transizione, in cui il sistema prova a recuperare parte del potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Tuttavia, resta evidente l’esigenza di una revisione più profonda delle prestazioni assistenziali che possa armonizzare i trattamenti, aggiornare i criteri reddituali e adeguare gli importi alle reali condizioni di vita dei beneficiari.

Il combinato tra rivalutazione e aumento straordinario offre, comunque, un miglioramento tangibile per gli invalidi totali. Un tassello che, pur limitato, contribuisce a ridisegnare la cornice delle pensioni di invalidità e a riaprire il dibattito sulla sostenibilità sociale del sistema nel medio periodo.


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