Dal 1° luglio 2025 entra in vigore una riforma storica, che segna una vera e propria svolta nella tutela penale degli animali. Con la Legge 6 giugno 2025, n. 82, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 16 giugno 2025, il legislatore riconosce, per la prima volta in modo esplicito, la qualità di esseri senzienti agli animali.
Questa nuova impostazione comporta modifiche profonde al Codice penale, al Codice di procedura penale e ad alcune leggi speciali. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità più salienti della riforma.
In precedenza, la tutela penale degli animali era disciplinata dal Titolo IX-bis del Libro II del Codice penale, rubricato “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”.
La riforma sostituisce questa rubrica, facendo sì che l’animale diventi finalmente soggetto tutelato, in quanto essere vivente capace di percepire dolore, paura e sofferenza.
Le modifiche non si fermano al profilo simbolico. La Legge n. 82/2025 interviene anche sul piano sanzionatorio, inasprendo sensibilmente le pene previste per i reati contro gli animali. Ecco alcuni esempi:
Questa nuova impostazione comporta modifiche profonde al Codice penale, al Codice di procedura penale e ad alcune leggi speciali. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità più salienti della riforma.
In precedenza, la tutela penale degli animali era disciplinata dal Titolo IX-bis del Libro II del Codice penale, rubricato “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”.
La riforma sostituisce questa rubrica, facendo sì che l’animale diventi finalmente soggetto tutelato, in quanto essere vivente capace di percepire dolore, paura e sofferenza.
Le modifiche non si fermano al profilo simbolico. La Legge n. 82/2025 interviene anche sul piano sanzionatorio, inasprendo sensibilmente le pene previste per i reati contro gli animali. Ecco alcuni esempi:
- art. 544 bis c.p. – Uccisione di animali. Questo articolo, che prima prevedeva come pena la reclusione da 4 mesi a 2 anni, dal primo luglio comporterà la reclusione da 6 mesi a 3 anni, o anche fino a 4 anni se l’uccisione avviene con sevizie o crudeltà, insieme ad una multa fino a 60.000 euro;
- art. 544 ter c.p. – Maltrattamento di animali. Questo articolo, che prima prevedeva come pena la reclusione da 3 a 18 mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro, presto avrà come conseguenze la reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa fino a 30.000 euro, con possibilità di aggravanti in caso di recidiva o crudeltà.
- Art. 727 c.p. – Abbandono di animali. Questo articolo, invece, che prima prevedeva come pena solo una sanzione pecuniaria da 1.000 a 10.000 euro, adesso comporterà l’arresto fino a 1 anno o una multa da 5.000 a 10.000 euro;
- Artt. 544 quater e 544 quinquies c.p. – Spettacoli e combattimenti. In questi casi le pene sono state raddoppiate: fino a 4 anni di reclusione e fino a 160.000 euro di multa per chi organizza o partecipa. In particolare, gli “eventi” puniti dalla norma sono quelli che provocano deliberata sofferenza, crudeltà o strazio all’animale coinvolto.
La legge introduce poi un nuovo articolo, il 544-septies c.p., che elenca specifiche circostanze aggravanti per i reati contro gli animali, quando:
- il fatto è commesso in presenza di minori;
- coinvolge più animali contemporaneamente;
- l’azione viene diffusa online tramite video o immagini.
In tutti questi casi, le pene possono aumentare fino alla metà.
Ancora, una delle novità più interessanti riguarda la sorte degli animali oggetto di sequestro. Con l’introduzione dell’art. 260-bis c.p.p., si stabilisce che l’animale non possa essere abbattuto né ceduto durante il procedimento penale. Inoltre, si prevede la possibilità per associazioni animaliste o privati affidatari, riconosciuti idonei, di ottenere l’affidamento definitivo dell’animale anche prima della sentenza.
Altra importantissima novità è l’introduzione, mediante l’art. 10 del disegno di legge approvato, del divieto di tenere animali alla catena (salvo esigenze sanitarie o temporanee). La violazione comporta una sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro e rappresenta un grande passo verso una maggiore attenzione al benessere dell’animale, anche quotidiano e in quella che è la sua “famiglia”.
I reati contro gli animali sono stati inseriti nel catalogo dei reati presupposto del D.Lgs. 231/2001, con conseguente responsabilità amministrativa degli enti. Un’azienda coinvolta in maltrattamenti o uccisioni potrebbe essere soggetta a sanzioni interdittive, come la sospensione dell’attività.
Inoltre, sono state inasprite le pene anche per il traffico illecito di animali da compagnia, come cuccioli importati senza documentazione o in condizioni disumane.
Questa riforma, auspicata da anni dalle principali associazioni animaliste, segna un’importante evoluzione giuridica e culturale, dal momento che ormai moltissime famiglie adottano animali i quali, come parti integranti della società odierna, meritano tutela anche giuridica. L’Italia si allinea ai principi europei e internazionali che riconoscono l’animale non più come “bene mobile” od oggetto del sentimento umano, ma come essere vivente degno di tutela propria.
Ancora, una delle novità più interessanti riguarda la sorte degli animali oggetto di sequestro. Con l’introduzione dell’art. 260-bis c.p.p., si stabilisce che l’animale non possa essere abbattuto né ceduto durante il procedimento penale. Inoltre, si prevede la possibilità per associazioni animaliste o privati affidatari, riconosciuti idonei, di ottenere l’affidamento definitivo dell’animale anche prima della sentenza.
Altra importantissima novità è l’introduzione, mediante l’art. 10 del disegno di legge approvato, del divieto di tenere animali alla catena (salvo esigenze sanitarie o temporanee). La violazione comporta una sanzione amministrativa da 500 a 5.000 euro e rappresenta un grande passo verso una maggiore attenzione al benessere dell’animale, anche quotidiano e in quella che è la sua “famiglia”.
I reati contro gli animali sono stati inseriti nel catalogo dei reati presupposto del D.Lgs. 231/2001, con conseguente responsabilità amministrativa degli enti. Un’azienda coinvolta in maltrattamenti o uccisioni potrebbe essere soggetta a sanzioni interdittive, come la sospensione dell’attività.
Inoltre, sono state inasprite le pene anche per il traffico illecito di animali da compagnia, come cuccioli importati senza documentazione o in condizioni disumane.
Questa riforma, auspicata da anni dalle principali associazioni animaliste, segna un’importante evoluzione giuridica e culturale, dal momento che ormai moltissime famiglie adottano animali i quali, come parti integranti della società odierna, meritano tutela anche giuridica. L’Italia si allinea ai principi europei e internazionali che riconoscono l’animale non più come “bene mobile” od oggetto del sentimento umano, ma come essere vivente degno di tutela propria.