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Legge 104, ecco le novità del Decreto anziani 2024 per chi assiste un familiare disabile: nuovi sostegni e una qualifica

Legge 104, ecco le novità del Decreto anziani 2024 per chi assiste un familiare disabile: nuovi sostegni e una qualifica
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Lo scorso 19 marzo è entrato in vigore il D. Lgs. 15-03-2024, n. 29, recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane. Il provvedimento prevede una serie di riconoscimenti a favore della figura del caregiver familiare, al fine di sostenerne il progressivo miglioramento delle condizioni di vita.

Il profilo del caregiver, si ricorda, è stato riconosciuto e delineato normativamente per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, L. 205/2017), che al comma 255 lo definisce come persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti, quali:
  • il coniuge o una delle parti dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto;
  • il familiare o affine entro il secondo grado e anche un familiare entro il terzo grado, nei casi individuati dall'art. 3 legge 104/1992;
  • il titolare dell’indennità di accompagnamento.

Adesso, con il decreto citato, il profilo del caregiver si caratterizza ulteriormente, incidendo positivamente sulla tutela delle persone che si occupano di familiari non autosufficienti.

Come?
Innanzitutto il decreto citato, in maniera più inclusiva, individua il caregiver familiare in colui che, in relazione ai bisogni della persona assistita, si prende cura e assiste la persona nell’ambiente domestico, nella vita di relazione, nella mobilità, nelle attività della vita quotidiana, di base e strumentali, nonché si rapporta e si integra con gli operatori del sistema dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari secondo il progetto personalizzato e partecipato (comma 2).
Il ruolo e le attività del caregiver familiare ed i sostegni necessari per il medesimo devono essere definiti in apposita sezione dei progetti individualizzati di assistenza integrata (PAI). Tali sostegni dovranno essere parametrati tenuto conto anche dell’esito della valutazione dello stress e degli specifici bisogni, degli obiettivi e degli interventi a sostegno del caregiver stesso, nonché di quelli degli altri eventuali componenti del nucleo familiare, con particolare riferimento alla presenza di figli minori di età (comma 3).

Ancora, si estendono le prerogative del ruolo, il quale può partecipare alla valutazione multidimensionale della persona anziana non autosufficiente, nonché all’elaborazione del PAI e all’individuazione del budget di cura e di assistenza. I servizi sociali, sociosanitari e sanitari, previo consenso dell’assistito oppure del suo rappresentante legale e nel rispetto delle norme in materia di trattamento e protezione dei dati personali, sono tenuti a fornire, al caregiver familiare, le informazioni sulle problematiche della persona assistita, sui bisogni assistenziali e sulle cure necessarie, sui diritti e sui criteri di accesso alle prestazioni sociali, sociosanitarie e sanitarie, sulle diverse opportunità e risorse operanti sul territorio che possono essere di sostegno all’assistenza e alla cura (comma 6).

Le competenze maturate dal caregiver avranno un riconoscimento ai fini dell’inserimento lavorativo?

Sì. Il legislatore valorizza l’esperienza e le competenze maturate dal caregiver familiare nell’attività di assistenza e cura, al fine di favorire l’accesso o il reinserimento lavorativo dello stesso al termine di tale attività. Si prevede, infatti, che al caregiver familiare possa essere riconosciuta la formazione e l’attività svolta ai fini dell’accesso ai finalizzati al conseguimento della qualifica professionale di operatore sociosanitario (comma 8). Inoltre, al fine di riconoscere e valorizzare l’esperienza maturata dallo studente caregiver familiare, le istituzioni scolastiche del secondo ciclo, nell’ambito della loro autonomia, possono individuare, all’interno del Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF), i criteri e le modalità per promuovere specifiche iniziative formative coerenti con l’attività di cura del familiare adulto fragile, anche attraverso i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) ai fini della valorizzazione delle competenze acquisite durante l’attività di cura e assistenza (comma 9).


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