Brocardi.it - L'avvocato in un click! REDAZIONE

Agenzia delle Entrate, ora i controlli fiscali possono farli anche ai tuoi familiari e conviventi: novitą Cassazione

Fisco - -
Agenzia delle Entrate, ora i controlli fiscali possono farli anche ai tuoi familiari e conviventi: novitą Cassazione
Il Fisco può controllare il tuo conto corrente? Scopri cosa prevede la legge, quando scattano gli accertamenti bancari e quali obblighi ha il contribuente secondo la Cassazione
La legge consente all'Agenzia delle Entrate di consultare le informazioni incluse nei conti correnti dei contribuenti. In caso di sospetta evasione fiscale, tali verifiche sono mirate ad accertare veridicità e correttezza dei dati riportati in sede di dichiarazione dei redditi, e il cittadino può essere chiamato a dare spiegazioni dettagliate sui movimenti bancari sospetti che avvengono sul proprio conto corrente, come ha spiegato l'ordinanza 16850/2024 della Cassazione.

Sul piano normativo i poteri dell'Amministrazione finanziaria si fondano sull'art. 32, comma 1, n. 2 del D.P.R. 600/1973, il testo recante disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi. In sintesi, la legge sancisce che le movimentazioni bancarie - in entrata e in uscita - si presumono collegate a operazioni imponibili se il contribuente non è in grado di dimostrare dettagliatamente che tali movimentazioni non hanno rilevanza fiscale o che, di dette somme, ha già tenuto conto in dichiarazione dei redditi. In linea generale, sono regole che, tecnicamente, implicano l'inversione dell'onere della prova, perché sarà di volta in volta il contribuente a dover evidenziare alle Entrate - in modo analitico, circostanziato e documentato - che quanto risulta nelle operazioni sul conto corrente, e oggetto di accertamento da parte del Fisco, è pienamente rispettoso delle norme fiscali e non è spia di un'evasione tramite compensi, ricavi o redditi non dichiarati.

Oggi, a supporto delle verifiche del Fisco, c'è peraltro l'Anagrafe dei rapporti finanziari, un enorme database in cui sono incluse tutte le informazioni relative a conti correnti, carte prepagate, investimenti, conti deposito e altri strumenti finanziari intestati ai contribuenti del nostro Paese. Grazie a questo strumento, l'Agenzia può facilmente incrociare i dati bancari con le dichiarazioni dei redditi e fare luce sulle violazioni fiscali.

Ma se è vero che l'accesso al conto corrente è sempre e comunque legato a un accertamento bancario specifico, è altrettanto vero che il Fisco può amplificare i suoi poteri, ed estendere i controlli ai conti di persone collegate al contribuente, come soci, conviventi e familiari. Come ha spiegato l'ordinanza della Cassazione n. 13761/2025, potrà farlo non in modo automatico, bensì soltanto se ricorrono elementi sintomatici di un'intestazione fittizia del conto. In altre parole, le verifiche fiscali su altri conti saranno possibili se emergono sospetti per cui si può ragionevolmente presumere che i conti altrui siano - in qualche modo - collegabili al contribuente destinatario dell'accertamento e utilizzati per nascondere i suoi redditi e compiere un illecito fiscale.

L'appena citato provvedimento della Corte è molto utile per la generalità dei contribuenti, perché specifica anche alcuni elementi "spia" insiti nei movimenti bancari di un conto corrente terzo che, valutati nel loro complesso, ricondurrebbero proprio al contribuente principale. Abbiamo - quindi - l'ingiustificata capacità reddituale dei prossimi congiunti nel periodo d'imposta di riferimento, lo svolgimento di un'attività economica compatibile con la produzione di maggiore redditività che si presume essere "spostata" sui conti dei congiunti, l'infedeltà delle dichiarazioni dei redditi del contribuente principale (suggerita da pesanti indizi di evasione come, ad esempio, l'omissione di ricavi) e - ovviamente - l'acclarata relazione di stretta familiarità o convivenza tra i contribuenti oggetto di verifiche. Indicando questi elementi "spia" la Cassazione ha richiamato, peraltro, una corposa giurisprudenza a riguardo (ad es. Cass. 549/2020 o Cass. 26173/2011).

Ricapitolando, l'ordinanza 13761/2025 affronta il delicato tema dei redditi non dichiarati e degli strumenti con cui le Entrate possono tutelarsi, spiegando che proprio la possibile intestazione fittizia comporta l'onere del contribuente di giustificare dettagliatamente ogni movimentazione sospetta. La Corte ha, così, confermato che le verifiche fiscali orientate a provare, anche per presunzioni, una condotta evasiva del contribuente possono legittimamente allargarsi ai conti bancari intestati al coniuge, al convivente o ad altri familiari del soggetto destinatario dell'accertamento.

Hai un dubbio o un problema su questo argomento?

Scrivi alla nostra redazione giuridica

e ricevi la tua risposta entro 5 giorni a soli 29,90 €

Nel caso si necessiti di allegare documentazione o altro materiale informativo relativo al quesito posto, basterà seguire le indicazioni che verranno fornite via email una volta effettuato il pagamento.