L’uso dell’IA nel contesto professionale può comportare responsabilità gravi sia per i datori di lavoro, sia per dipendenti e professionisti. In particolare, con l’introduzione dell’AI Act dell’Unione Europea (Regolamento UE 2024/1689), sono entrati in vigore nuovi obblighi e divieti specifici che non possono essere ignorati.
Intelligenza artificiale: i vincoli per aziende e datori di lavoro
Dal 2 febbraio 2025, alcune pratiche basate sull’intelligenza artificiale verranno formalmente proibite all’interno dell’Unione Europea per il loro potenziale impatto sui diritti fondamentali delle persone. Le aziende e i datori di lavoro dovranno evitare categoricamente l’adozione di tecnologie AI ritenute a “rischio inaccettabile”, come ad esempio:
- manipolazioni psicologiche o subliminali su utenti o dipendenti;
- sfruttamento di condizioni personali sensibili (età, disabilità, situazione economica);
- sistemi di valutazione comportamentale o sociale (social scoring);
- riconoscimento facciale in tempo reale, salve eccezioni per motivi di sicurezza pubblica;
- categorizzazioni biometriche non autorizzate;
- profilazioni criminali senza supporto umano esperto;
- rilevamento delle emozioni nei luoghi di lavoro o scolastici;
- raccolta di immagini da internet o videocamere per creare database biometrici senza consenso.
- fino a 35 milioni di euro o al 7% del fatturato annuo globale per l’impiego di tecnologie AI vietate;
- fino a 15 milioni di euro o al 3% del fatturato annuo per mancanza di trasparenza e obblighi informativi;
- fino a 7,5 milioni di euro o all’1% del fatturato annuo per dichiarazioni fuorvianti o incomplete alle autorità competenti.
Anche i lavoratori subordinati devono adottare un comportamento conforme all’etica professionale e alle politiche aziendali in materia di AI. Ogni impiego dell’intelligenza artificiale che non sia stato espressamente autorizzato o che vada contro le direttive interne può costituire una violazione del rapporto fiduciario, con conseguenze disciplinari fino al licenziamento.
Tuttavia, servirsi dell’IA per raccogliere spunti, ottimizzare una presentazione o rielaborare idee in maniera collaborativa è ammesso, purché trasparente e coerente con il ruolo ricoperto.
Analoghe regole valgono per i liberi professionisti, che devono operare nel rispetto del codice deontologico della propria categoria e degli impegni contrattuali assunti con i clienti. L’uso scorretto dell’intelligenza artificiale può determinare l’annullamento del contratto, richieste di risarcimento danni o addirittura sanzioni disciplinari da parte dell’ordine professionale di appartenenza.