Verifiche automatizzate e AI: scattano i controlli sulle fatture elettroniche
Grazie all’integrazione di strumenti di intelligenza artificiale e sistemi avanzati di data analysis gestiti da Sogei, le fatture inviate digitalmente vengono ora esaminate in tempo reale. Il sistema effettua un confronto tra l’attività dichiarata dal contribuente e le informazioni riportate nella descrizione dell’acquisto. Se emerge una potenziale incoerenza tra ciò che è stato acquistato e il codice Ateco associato all’attività economica, viene generato automaticamente un alert.
L’obiettivo? Intercettare tempestivamente spese non riconducibili all’attività d’impresa. Perfino diciture vaghe o generiche come “servizi vari” o “collaborazioni esterne” possono far scattare verifiche, se non supportate da spiegazioni esaustive.
I contribuenti più esposti al rischio: microimprese e partite IVA
Il nuovo sistema di monitoraggio coinvolge, in particolare, chi gestisce la propria contabilità in modo semplificato o senza l’assistenza costante di un professionista: piccoli imprenditori, artigiani, freelance e studi individuali. Questi soggetti rappresentano la fascia più vulnerabile, poiché più frequentemente si verificano errori involontari o mancanze documentali.
In questo contesto, è essenziale modificare l’approccio alla documentazione fiscale: le fatture devono essere redatte con precisione terminologica, evitando l’impiego di termini generici e spiegando chiaramente quale sarà l’utilizzo del bene o servizio acquistato nell’ambito dell’attività.
Il principio di inerenza diventa digitale: la normativa alla base dei controlli
Il criterio giuridico su cui poggia questa evoluzione è l’inerenza, come stabilito dall’art. 109 del T.U.I.R.. Solo i costi direttamente collegati all’attività economica possono essere detratti o dedotti. Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha adottato una visione sempre più rigida di questo principio e ora, con l’automazione, le interpretazioni soggettive lasciano spazio a valutazioni oggettive e algoritmiche.
Ciò significa che una spesa che non risulta pertinente con il codice Ateco dell’attività esercitata – per esempio l’acquisto di beni di lusso da parte di un’impresa edile – può essere immediatamente classificata come irregolare, con tutte le conseguenze del caso.
Conseguenze fiscali per chi sbaglia: dalle sanzioni agli accertamenti
Le anomalie rilevate possono portare a pesanti ripercussioni. Tra le principali sanzioni in caso di errori:
- esclusione dell’IVA in detrazione e del costo ai fini della deducibilità;
- sanzioni amministrative che possono arrivare fino al 180% dell’imposta non versata;
- controlli più invasivi come accertamenti bancari, redditometri o ispezioni induttive.
Come adeguarsi: pratiche da adottare per evitare rischi
Per prevenire contestazioni, le imprese e i professionisti devono cambiare il modo in cui documentano le spese aziendali. Oltre a inserire descrizioni dettagliate in fattura, è buona norma allegare contratti, corrispondenza e documenti che provino l’utilità e la coerenza della spesa rispetto all’attività svolta.
Alcuni suggerimenti pratici:
- evitare l’uso promiscuo di beni e servizi tra ambito personale e professionale;
- mantenere separate le spese aziendali da quelle private;
- aggiornare tempestivamente il proprio codice Ateco in caso di ampliamento dell’attività.