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Dipendenti pubblici, aumento del salario e dei buoni pasto nel nuovo decreto: ecco le richieste della FLP

Dipendenti pubblici, aumento del salario e dei buoni pasto nel nuovo decreto: ecco le richieste della FLP
Al vaglio del Parlamento il decreto sulla Pubblica Amministrazione tra richieste di riforme strutturali, proposte dei sindacati e primi segnali di apertura, per rilanciare efficienza, attrattività e dignità del lavoro pubblico
Parlamento ancora al lavoro sul decreto-legge Pubblica Amministrazione. Il testo, attualmente all’esame della Camera, si inserisce in un contesto in cui diventa imprescindibile rinnovare l’intero apparato amministrativo, rendendolo finalmente più dinamico, attrattivo e performante. Dopo decenni segnati da interventi finanziari restrittivi che hanno progressivamente indebolito la macchina dello Stato, emerge la necessità di un cambio di passo deciso, capace di restituire dignità al lavoro pubblico e rilanciare la capacità operativa delle istituzioni.

Un sistema pubblico da ricostruire su basi nuove
Le misure contenute nel decreto rappresentano un primo passo verso il cambiamento, ma non bastano a risanare una macchina statale da tempo appesantita da interventi di spending review che hanno minato l’efficienza, la qualità dell’impiego e la capacità di attrarre giovani talenti. Per superare l'attuale immobilismo serve una riforma integrata, orientata alla valorizzazione delle risorse umane, alla semplificazione normativa e alla rimozione degli ostacoli burocratici.

Le richieste della FLP per una riforma concreta
Fin dall’entrata in vigore del provvedimento, la Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche (FLP) ha presentato una serie di proposte correttive mirate. Tra le principali modifiche richieste rilevano lo sblocco del limite ai Fondi per le Risorse Decentrate, ormai fermo dal lontano 2016, il potenziamento graduale del salario legato alla produttività, la detassazione delle voci accessorie in busta paga, come già accade nel settore privato, l’aggiornamento del buono pasto, il cui valore è inchiodato da tredici anni a 7 euro, la cancellazione della c.d. tassa sulla salute, ossia il taglio alle indennità nei casi di malattia inferiore a dieci giorni, l’effettiva attivazione dell’area delle elevate professionalità attraverso una fase sperimentale dal 2025 al 2027; la soppressione del meccanismo di erogazione posticipata del TFR/TFS, che oggi penalizza pesantemente i lavoratori con tempi di attesa anche di sette anni.

Finanziamenti e impegni istituzionali: segnali di apertura, ma il traguardo è lontano
Alcuni segnali positivi stanno emergendo: è stato istituito un fondo da 190 milioni di euro per sostenere la contrattazione integrativa del personale ministeriale. Inoltre, il ministro Zangrillo ha lasciato intendere la possibilità di futuri interventi anche per gli enti locali.
Tuttavia, la strada da percorrere è ancora lunga. L’obiettivo, infatti, dovrebbe essere quello di ottenere una Pubblica Amministrazione realmente competitiva, capace di trattenere le professionalità migliori, offrire condizioni lavorative adeguate e rispondere efficacemente ai bisogni della collettività. Una strategia complessiva che metta al centro il merito, la dignità del lavoro e la qualità dei servizi è la chiave per rilanciare davvero il settore pubblico.


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