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Bonus Asilo Nido 2026, basterà una sola domanda per più anni e saranno rimborsati anche spazi gioco e nidi in famiglia

Bonus Asilo Nido 2026, basterà una sola domanda per più anni e saranno rimborsati anche spazi gioco e nidi in famiglia
Dal 2026 il Bonus Nido cambia faccia: addio a pratiche ripetitive, sì a più strutture educative e perfino recuperi retroattivi. Con le nuove regole approvate dal Senato nel D.L. Economia, il rimborso delle rette sarà più semplice e accessibile. Ecco cosa cambia per le famiglie
Fino adesso, per ottenere il Bonus Nido, i genitori hanno dovuto inviare una domanda ogni anno tramite il portale INPS, caricando documenti, ricevute e aspettando - spesso per mesi - l’esito. Con la conversione in legge del D.L. Economia n. 95/2025, approvata in Senato il 31 luglio 2025, cambia tutto: dal 1° gennaio 2026 basterà una sola domanda, valida per tutti gli anni in cui il bambino frequenterà il nido.
In concreto, una volta inviata la richiesta e ricevuta l’approvazione da parte dell’INPS, non sarà più necessario ripetere la procedura ogni 12 mesi. Questo non significa che verranno erogati automaticamente i soldi: resta infatti l’obbligo annuale di confermare il possesso dei requisiti, ma la parte burocratica più pesante - quella dell’invio di una nuova istanza - viene eliminata.
Questa novità è contenuta nell’articolo 6-bis del D.L. e nasce con l’intento di semplificare la vita dei genitori, riducendo i tempi di attesa.
Spazi gioco, nidi famiglia, sezioni primavera: finalmente tutti ammessi
Un altro grande cambiamento riguarda l’estensione delle strutture educative coperte dal bonus. Fino ad oggi, l’INPS aveva interpretato in modo molto restrittivo la norma, rimborsando solo le rette degli asili nido pubblici o privati convenzionati, lasciando fuori tantissime realtà educative che, pur regolarmente autorizzate, non venivano riconosciute. Con il D.L. Economia 2025, si cambia rotta. La nuova norma stabilisce che rientrano tra le strutture per cui è possibile ottenere il Bonus Nido tutti i servizi educativi per l’infanzia definiti dal decreto legislativo n. 65/2017. Nello specifico, parliamo di:
  • nidi e micronidi, pubblici e privati autorizzati;
  • sezioni primavera, dedicate ai bambini tra 24 e 36 mesi, che creano continuità tra nido e scuola dell’infanzia;
  • spazi gioco, che accolgono i bimbi per un massimo di 5 ore al giorno e offrono attività educative guidate;
  • nidi in famiglia, ovvero servizi domiciliari gestiti da educatori qualificati, attivi in piccole realtà o a livello locale.

Tutti questi servizi, purché in possesso di un titolo abilitativo, saranno rimborsabili. La base normativa rimane l’art. 1, comma 355, della legge n. 232/2016, ma con una nuova interpretazione più inclusiva, finalmente coerente con la varietà di servizi oggi offerti sul territorio italiano.
Sono esclusi dal rimborso solo i centri per bambini e famiglie, ovvero quei luoghi dove i piccoli partecipano alle attività insieme a un genitore o adulto accompagnatore.
Bonus retroattivo: chi è stato escluso potrà rifare domanda
Una delle novità più importanti e più attese riguarda la retroattività della misura. Molte famiglie, nel 2024 e 2025, si erano viste rifiutare la domanda di Bonus Nido per aver iscritto i figli a spazi gioco, nidi familiari o sezioni primavera. Con la nuova norma, quei rifiuti potranno essere riesaminati.
La nuova interpretazione ha, quindi, valore anche per il passato: significa che l’INPS sarà tenuta a rivedere le domande già scartate, a patto che le strutture frequentate fossero abilitate secondo le normative regionali e locali. Le famiglie che avevano perso il diritto al rimborso potranno ora recuperarlo.
Questa svolta risponde a una forte esigenza di equità, soprattutto per quei nuclei che, magari per scelta educativa o per assenza di strutture tradizionali sul territorio, si erano orientati verso soluzioni alternative ma perfettamente legali. Con l’intervento correttivo, lo Stato riconosce il diritto a tutte le famiglie, senza penalizzare chi ha fatto scelte diverse dal nido "classico".


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