L’idea di ridurre i tempi per chiedere il risarcimento si colloca all’interno di un intervento più ampio legato al disegno di legge sulla concorrenza, attualmente all’esame del Senato. Due emendamenti, presentati da esponenti della maggioranza, puntano a rivedere l’art. 2947 del c.c., che disciplina il periodo di prescrizione dei diritti legati ai sinistri stradali.
Il taglio della finestra temporale, però, non mira soltanto ad uno snellimento della burocrazia, ma anche a rafforzare la lotta contro le frodi assicurative. Un fenomeno che continua a gravare sui bilanci delle compagnie e, di riflesso, sulle tasche degli automobilisti, traducendosi in premi più alti per tutti. In questo contesto, la stretta sui tempi viene proposta come parte di un pacchetto molto ampio – oltre 400 modifiche depositate in Commissione Industria – che mira a ridisegnare alcune regole chiave del settore Rc auto.
La riforma non si limita al tema dei tempi di prescrizione. Il pacchetto di emendamenti include, infatti, altre misure di carattere anti-frode.
La prima modifica attiene all’obbligo di indicare i testimoni. Allo stato attuale, l’onere di segnalare le persone presenti al momento del sinistro sussiste specialmente in caso di danni materiali. Con la nuova regola, l’obbligo si estenderebbe anche ai casi di lesioni personali, imponendo che i nominativi vengano comunicati già nella denuncia all’assicurazione.
Ulteriore novità riguarda i controlli sulle riparazioni. Le compagnie avrebbero la possibilità di verificare gli interventi effettuati presso le carrozzerie scelte dall’assicurato, così da valutare la congruità delle spese e ridurre il rischio di preventivi gonfiati.
Per comprendere l’entità del fenomeno delle frodi assicurative, è opportuno riportare alcuni dati.
Nel 2024 i sinistri stradali denunciati alle compagnie di assicurazione hanno superato quota 2,5 milioni, con un incremento dello 0,8% rispetto all’anno precedente. Il dato più interessante però riguarda il fenomeno delle frodi, che dopo il picco record del 2023 mostrano un lieve ridimensionamento. Secondo l’ultimo rapporto Assicurazione Italiana 2024/2025 diffuso da ANIA, circa un quarto delle denunce – il 24,5% – presenta elementi di sospetto, in calo rispetto al 26,2% dell’anno precedente.
Questa incidenza rimane comunque superiore ai valori registrati nella prima metà del decennio, quando nel 2014 i sinistri a rischio di frode si fermavano al 19,3%. Negli anni successivi i numeri hanno oscillato: 24,9% nel 2020, 23,9% nel 2021 e 25,4% nel 2022, fino al picco già citato del 2023.
Le regioni settentrionali si confermano, ancora una volta, quelle con la percentuale più bassa di denunce sospette. Nel 2024 i sinistri a rischio frode sono stati il 19,8%, in calo dal 21,5% del 2023. Le istruttorie avviate per approfondire i casi hanno riguardato il 7,6% delle denunce, un dato stabile. Di queste, l’11,7% è stato archiviato senza ulteriori sviluppi (era il 12% nel 2023), mentre solo l’1% si è tradotto in denuncia penale.
Nell’Italia centrale i numeri mostrano un miglioramento. L’incidenza dei sinistri sospetti scende al 22,1% (era 23,9% nel 2023). Le verifiche aggiuntive predisposte dalle imprese hanno interessato il 10,3% dei casi, in leggera diminuzione. Il tasso di archiviazione senza seguito sale all’11,8% (dal 11,6%), mentre le denunce/querele rimangono contenute all’1%.
Ancora elevata, seppur in calo, la quota di frodi assicurative nel Mezzogiorno. Nel 2024 il 37,3% dei sinistri denunciati è risultato sospetto, in flessione rispetto al 39,9% del 2023. Le istruttorie specifiche hanno riguardato il 22,4% delle denunce, con un leggero calo rispetto al 22,9% dell’anno precedente. Tra i casi approfonditi, il 14,9% è stato archiviato (contro il 14,3% del 2023) e l’1,2% si è concluso con una denuncia formale.
Nelle Isole, il 2024 ha fatto registrare un’incidenza del 26,4% di sinistri a rischio frode, leggermente in calo rispetto al 27,2% del 2023. Ma i dati divergono sensibilmente tra Sardegna e Sicilia: nell’isola sarda i sospetti si fermano al 19,5%, molto al di sotto della media nazionale, mentre in Sicilia salgono al 28,2%. Le archiviazioni senza seguito mostrano un trend opposto: in Sardegna calano dal 14,4% al 13,3%, mentre in Sicilia crescono leggermente, dal 10,8% al 10,9%. Resta stabile, per entrambe le regioni, la quota di denunce/ querele, ferma allo 0,5%.
Prima di entrare in vigore, le modifiche dovranno ottenere il via libera dei Ministeri competenti, in particolare il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero dell’Economia. Solo dopo questo passaggio le norme potranno essere approvate in via definitiva.