La
Legge di Bilancio 2025 aveva rivoluzionato la disciplina delle
detrazioni fiscali per carichi di famiglia, introducendo un taglio netto che aveva colpito in particolare i nuclei familiari più ampi. Secondo la
nuova formulazione del Testo unico delle imposte sui redditi rimanevano
detraibili solo le spese relative a:
-
coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
-
figli tra i 21 e i 30 anni;
-
ascendenti conviventi, come genitori e nonni.
Chi si faceva carico di nipoti, fratelli, sorelle, suoceri, nuore o generi si è trovato improvvisamente senza alcuna possibilità di detrazione, neppure per le spese sanitarie o universitarie sostenute nel loro interesse. Un cambiamento che ha sollevato forti critiche da parte dei contribuenti e dei CAF, perché colpiva proprio chi si occupa dei familiari più deboli, spesso anziani o con disabilità.
La norma aveva, inoltre, creato confusione: molte persone continuavano a mantenere economicamente un familiare, ma non avevano più diritto a benefici fiscali. E non si trattava di detrazioni marginali: in molti casi si perdono centinaia di euro l’anno.
Il correttivo Irpef-Ires riapre la porta alle detrazioni per “altri familiari”
Il
Decreto correttivo Irpef-Ires, approvato il
14 luglio 2025, interviene proprio su questo punto, correggendo l’articolo 1 del Dlgs 192/2024 e andando a modificare l'
art. 12 del T.U.I.R.. Il testo precisa che, ai fini fiscali, devono essere considerati familiari a carico non solo il coniuge e i
figli, ma
anche le persone indicate nell’art. 433 del c.c..
Questo articolo, dedicato agli obblighi
alimentari, include un elenco più ampio di soggetti: “
il coniuge, i figli, i genitori, i generi, le nuore, i suoceri, i fratelli e le sorelle”.
Il correttivo stabilisce che, anche se per questi soggetti non spetta più la detrazione standard per carichi di
famiglia,
è comunque possibile portare in detrazione le spese sostenute nel loro interesse, se fiscalmente a carico. Per essere considerati tali, devono avere un reddito annuo complessivo non superiore a
2.840,51 euro, che sale a
4.000 euro per i figli con meno di 24 anni, come già previsto da anni.
Questa precisazione rimette ordine nella normativa e ripristina una tutela importante per le famiglie più estese, che spesso accolgono in casa parenti in difficoltà economica, anziani non autosufficienti o fratelli disabili.
Cosa si può detrarre: spese ammesse, requisiti e decorrenza
L’effetto del correttivo è concreto e immediato: le spese sostenute nel corso del 2025 per i familiari ora reintegrati (fratelli, nipoti, suoceri ecc.) potranno essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi del 2026, anche se effettuate prima dell’approvazione del decreto.
Non si parla di una detrazione fissa mensile come quella prevista per figli o coniuge a carico, ma della possibilità di scaricare determinate spese documentate, tra cui:
-
spese sanitarie (visite, farmaci, ausili, esami diagnostici);
-
spese universitarie e scolastiche;
-
assicurazioni sulla vita o contro gli infortuni;
-
attività sportive per i minori;
-
badanti o assistenza domiciliare per familiari disabili o non autosufficienti.
Per ottenere le detrazioni, le spese effettuate devono essere intestate al
contribuente che ne ha sostenuto il costo, anche se il beneficiario è il familiare a carico. In sede di dichiarazione, andranno indicati i dati anagrafici e il codice fiscale del familiare, allegando i documenti giustificativi (scontrini, ricevute, fatture).
Una correzione attesa: più equità e meno confusione per i contribuenti
Il ritorno delle
detrazioni per altri familiari a carico rappresenta una risposta concreta alle criticità emerse nei primi mesi del 2025, a seguito dell’
entrata in vigore delle nuove regole. Con il correttivo, si punta a
riallineare la fiscalità al principio di equità, riconoscendo che non tutte le famiglie sono uguali, e che esistono numerose situazioni in cui un cittadino si prende cura - economicamente e fisicamente - di parenti diversi dal coniuge o dai figli.
Questo intervento normativo ha anche l’obiettivo di avvicinare i valori fiscali a quelli contabili, come dichiarato dallo stesso Governo. In altre parole, si cerca di evitare che un familiare, pur essendo sostenuto completamente dal contribuente, non venga considerato “a carico” agli occhi del Fisco. Una contraddizione che il correttivo ha finalmente risolto.