Il cuore del problema sta in un aspetto spesso sottovalutato da parte dei beneficiari, ossia l’enorme quantità di documenti e adempimenti che ogni intervento edilizio ha generato. L’Agenzia delle Entrate ha avviato un’attenta ricostruzione delle posizioni legate agli interventi agevolati, con un focus particolare sui casi in cui emergono difformità tra ciò che era stato comunicato e ciò che è stato realmente realizzato. Oggetto di verifica sono progetti, asseverazioni, computi, SAL, certificazioni energetiche: insomma, tutta la documentazione a corredo degli interventi targati Superbonus.
In questo scenario, anche un dettaglio, apparentemente secondario, può diventare decisivo. Si pensi, ad esempio, all’indicazione iniziale di un materiale, poi sostituito in corso d’opera, oppure ad un SAL redatto con superficialità, un costo indicato in modo non perfettamente aderente ai massimali, una variante non registrata o un documento trasmesso in ritardo. Tutto ciò rientra tra le situazioni che possono portare alla revoca dell’agevolazione, anche quando il miglioramento energetico è stato effettivamente ottenuto.
Uno dei maggiori timori riguarda, però, la responsabilità dei beneficiari. Le verifiche, infatti, non coinvolgono solo imprese e professionisti, ma anche i condòmini rischiano di essere chiamati in causa, perché il sistema del Superbonus attribuisce al beneficiario finale un ruolo centrale nella fruizione del credito. In altre parole, in caso di irregolarità, la richiesta di restituzione può arrivare direttamente al proprietario che ha goduto della detrazione, con l’aggiunta di una sanzione, pari al 25% del credito utilizzato in compensazione.
In molti casi le contestazioni non riguardano truffe o frodi, ma semplici errori non considerati rischiosi. Cantieri rimasti incompleti pur essendo formalmente avviati nei tempi, interventi realizzati solo in parte rispetto alle dichiarazioni presentate, discrepanze tra gli elementi tecnici utilizzati e quelli inseriti in progetto, oppure documenti caricati con imprecisioni.
La cattiva notizia, però, è che i controlli non si esauriranno rapidamente. La normativa, infatti, consente all’Agenzia delle Entrate di intervenire anche a distanza di anni dalla fruizione delle detrazioni. Le verifiche, quindi, riguarderanno anche i lavori completati da tempo, visto l’ampio margine per le contestazioni concesso.
In questo contesto, il Superbonus lascia un’eredità piuttosto impegnativa, ovvero le responsabilità derivanti dal suo impiego e i controlli che si stanno intensificando.