Appuntamento centrale del calendario tributario, il saldo IMU 2025 è ormai alle porte. Entro il 16 dicembre prossimo, tutti i proprietari di immobili in Italia - salva l'esenzione per prima casa o abitazione principale - saranno tenuti a versare la seconda rata dell'apposita imposta, a completamento dell'acconto già pagato a metà giugno. Lo prevede l'art. 1, comma 762 della legge 160/2019, per il quale i soggetti passivi - in due rate semestrali - effettuano il versamento della somma dovuta al Comune per l'anno in corso.
È - quindi - l'ultimo appuntamento dell'anno con questo tributo locale, obbligatorio per chi possiede fabbricati, aree edificabili o terreni soggetti a imposizione. Così come per il mancato versamento dell'acconto IMU, chi non osserverà la scadenza in oggetto si esporrà al rischio di dover pagare interessi e sanzioni amministrative crescenti. Il versamento del saldo IMU è un dovere nei confronti delle Entrate, ma anche un adempimento amministrativo che richiede precisione e organizzazione, al fine di chiudere l'anno fiscale in modo regolare. Al contempo è un appuntamento che, eventualmente, può ottimizzare l'uso dei crediti fiscali disponibili per ridurre l'imposta dovuta.
Infatti, al contribuente è data facoltà di compensare i crediti, al fine di diminuire o azzerare l'IMU da versare. Come è noto, il meccanismo in oggetto si basa su una regola generale del nostro sistema fiscale: quando un contribuente ha crediti d'imposta - ossia importi già pagati ed eccedenze rispetto a quanto dovuto - può sfruttarli per pagare altre imposte, tramite il modello F24. In particolare, il sistema di compensazione è regolato, registrato e tracciato tramite F24 telematico perché, in questo modo, l'Agenzia delle Entrate è in grado di controllare sia la disponibilità dei crediti, che la correttezza dell'operazione.
Il vantaggio per il contribuente è palese, in quanto l'istituto in oggetto semplifica i pagamenti e permette di non dover effettuare un esborso aggiuntivo in denaro. Ma, in concreto, quali sono i principali crediti fiscali che compensano l'importo del saldo IMU? Ecco a seguire una sintetica lista di riepilogo:
È - quindi - l'ultimo appuntamento dell'anno con questo tributo locale, obbligatorio per chi possiede fabbricati, aree edificabili o terreni soggetti a imposizione. Così come per il mancato versamento dell'acconto IMU, chi non osserverà la scadenza in oggetto si esporrà al rischio di dover pagare interessi e sanzioni amministrative crescenti. Il versamento del saldo IMU è un dovere nei confronti delle Entrate, ma anche un adempimento amministrativo che richiede precisione e organizzazione, al fine di chiudere l'anno fiscale in modo regolare. Al contempo è un appuntamento che, eventualmente, può ottimizzare l'uso dei crediti fiscali disponibili per ridurre l'imposta dovuta.
Infatti, al contribuente è data facoltà di compensare i crediti, al fine di diminuire o azzerare l'IMU da versare. Come è noto, il meccanismo in oggetto si basa su una regola generale del nostro sistema fiscale: quando un contribuente ha crediti d'imposta - ossia importi già pagati ed eccedenze rispetto a quanto dovuto - può sfruttarli per pagare altre imposte, tramite il modello F24. In particolare, il sistema di compensazione è regolato, registrato e tracciato tramite F24 telematico perché, in questo modo, l'Agenzia delle Entrate è in grado di controllare sia la disponibilità dei crediti, che la correttezza dell'operazione.
Il vantaggio per il contribuente è palese, in quanto l'istituto in oggetto semplifica i pagamenti e permette di non dover effettuare un esborso aggiuntivo in denaro. Ma, in concreto, quali sono i principali crediti fiscali che compensano l'importo del saldo IMU? Ecco a seguire una sintetica lista di riepilogo:
- Irpef e addizionali comunali e regionali: per eventuali eccedenze d'imposta sul reddito e crediti verso enti locali;
- IRAP e IVA: eccedenze accumulate da imprese e professionisti;
- imposte sostitutive: per chi aderisce a regimi agevolati;
- tributi locali (es. TARI): se il regolamento comunale lo consente.
Perciò, ogni contribuente farà bene a verificare la disponibilità dei crediti e rispettare scrupolosamente le regole di compilazione dell'F24, per evitare errori in grado di compromettere l'applicazione del meccanismo della compensazione.
Il pagamento del saldo IMU 2025 dovrà essere eseguito con attenzione, perché - in linea generale - le modalità disponibili sono legate alla tipologia di contribuente. Da un lato, infatti, l'F24 telematico è obbligatorio per chi ha partita IVA o intende utilizzare crediti fiscali in compensazione. Può essere trasmesso tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate, delle banche o degli uffici postali. Dall'altro, il versamento classico con F24 cartaceo o bollettino postale è, oggi, ammesso soltanto nei confronti di chi non possiede partita IVA e non deve compensare alcun credito.
In ogni caso, è fondamentale compilare correttamente tutti i campi del modello, perché anche un solo errore formale può invalidare il pagamento. Si ricorda altresì che, anche laddove il saldo da versare risulti pari a zero - ad esempio in virtù di compensazioni - il contribuente sarà comunque tenuto a compilare e trasmettere il modello in via telematica. Infatti, la mancata presentazione costituisce violazione e comporta l'applicazione di sanzioni.
Infine, ricordiamo che - come previsto dalla citata legge 160/2019 - è nelle facoltà del contribuente provvedere al versamento dell'imposta complessivamente dovuta in una sola soluzione annuale, da corrispondere entro il 16 giugno. E, per chi ha dimenticato o ritardato il pagamento, esiste comunque la possibilità di ricorrere al ravvedimento operoso, che consente di sanare la posizione pagando sanzioni ridotte.
Il pagamento del saldo IMU 2025 dovrà essere eseguito con attenzione, perché - in linea generale - le modalità disponibili sono legate alla tipologia di contribuente. Da un lato, infatti, l'F24 telematico è obbligatorio per chi ha partita IVA o intende utilizzare crediti fiscali in compensazione. Può essere trasmesso tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate, delle banche o degli uffici postali. Dall'altro, il versamento classico con F24 cartaceo o bollettino postale è, oggi, ammesso soltanto nei confronti di chi non possiede partita IVA e non deve compensare alcun credito.
In ogni caso, è fondamentale compilare correttamente tutti i campi del modello, perché anche un solo errore formale può invalidare il pagamento. Si ricorda altresì che, anche laddove il saldo da versare risulti pari a zero - ad esempio in virtù di compensazioni - il contribuente sarà comunque tenuto a compilare e trasmettere il modello in via telematica. Infatti, la mancata presentazione costituisce violazione e comporta l'applicazione di sanzioni.
Infine, ricordiamo che - come previsto dalla citata legge 160/2019 - è nelle facoltà del contribuente provvedere al versamento dell'imposta complessivamente dovuta in una sola soluzione annuale, da corrispondere entro il 16 giugno. E, per chi ha dimenticato o ritardato il pagamento, esiste comunque la possibilità di ricorrere al ravvedimento operoso, che consente di sanare la posizione pagando sanzioni ridotte.