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Prima casa esclusa dall’ISEE, più bonus e tante agevolazioni per le famiglie: ecco la nuova proposta di Salvini

Prima casa esclusa dall’ISEE, più bonus e tante agevolazioni per le famiglie: ecco la nuova proposta di Salvini
Il dibattito sull’Isee si infiamma con la proposta di Salvini: fuori la prima casa dai conteggi, più famiglie nei bonus ma anche maggiori costi per lo Stato
Dal palco del Meeting di Rimini il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha avanzato una proposta che è destinata a dividere la politica in vista della prossima legge di bilancio: eliminare del tutto la prima casa dal calcolo dell’ISEE. Una scelta che, nelle intenzioni, potrebbe aprire l’accesso a bonus e sostegni pubblici a quella larga fascia di famiglie proprietarie, spesso escluse dagli aiuti nonostante redditi tutt’altro che elevati.

Perché la casa incide sull’Isee
Oggi il sistema prevede un regime particolare per l’abitazione principale, che non viene conteggiata integralmente. È prevista, infatti, una franchigia di 52.500 euro (aumentata di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo) e solo la parte eccedente viene calcolata ai 2/3 del valore. In pratica, se il valore dell’abitazione (al netto del mutuo residuo) fosse pari a 100 mila euro, i primi 52.500 euro verrebbero sottratti automaticamente. Resterebbero quindi 47.500 euro: di questa parte, soltanto i 2/3 – circa 31.600 euro – inciderebbero realmente sull’indicatore. Diversa la situazione per seconde case e immobili aggiuntivi, che entrano invece nel calcolo senza alcuna riduzione.
Nonostante questo meccanismo, il possesso dell’abitazione principale continua a far crescere l’Isee di molte famiglie, con la conseguenza di ridurre la possibilità di accedere a sussidi come bonus luce e gas, contributi per l’asilo o sostegni all’affitto.

Il peso del tema: oltre 7 famiglie su 10 vivono in casa di proprietà
Secondo l’ultima indagine Istat, il 72% delle famiglie italiane risiede in un’abitazione di proprietà. Per questo, l’inclusione della prima casa nell’Isee rischia di penalizzare soprattutto quel ceto medio che già sostiene buona parte del gettito fiscale e che, allo stesso tempo, rimane escluso da gran parte delle misure di sostegno sociale.

Cosa potrebbe cambiare con la riforma
Se la proposta venisse accolta, il bacino dei beneficiari di agevolazioni pubbliche si allargherebbe in maniera significativa. Bonus per le utenze domestiche, contributi per l’infanzia e misure a sostegno dell’affitto potrebbero arrivare a una platea molto più ampia. Un intervento di questo tipo, però, comporterebbe inevitabilmente un aumento dei costi per lo Stato, elemento che rende la decisione tutt’altro che semplice.

Una partita politica ed economica
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha già chiarito che il tema è all’attenzione del governo, ma ogni ipotesi dovrà essere valutata in base alle risorse disponibili. Nel frattempo, la discussione sulla prima casa si inserisce in un contesto più ampio che comprende la riforma dell’Irpef, le misure per la natalità, la revisione della spesa pensionistica e la nuova stagione di rottamazioni fiscali.
Il messaggio politico appare, però, chiaro: la prossima manovra potrebbe segnare un cambio di passo, spostando l’attenzione sul rafforzamento del ceto medio, tradizionalmente decisivo anche sul piano elettorale.


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