Il meccanismo citato riguarda i cosiddetti contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a versare contributi solo dal 1996 in poi. A 67 anni, per maturare la pensione di vecchiaia, queste persone devono rispettare due condizioni precise, ossia aver accumulato almeno 20 anni di contributi e percepire una pensione di importo pari o superiore all’assegno sociale. In mancanza anche di uno solo di questi due requisiti, la pensione non viene concessa.
Problematico, per molti, è proprio il raggiungimento di un trattamento previdenziale che sia pari o superiore all’ammontare dell’assegno sociale. Il problema principale nasce dal fatto che, con carriere discontinue o con stipendi bassi, anche 20 anni di contributi non bastano a garantire una pensione non inferiore all’assegno sociale, che oggi è pari a 538,69 euro al mese. Questo significa che molti lavoratori precari, stagionali o con lunghe pause lavorative restano esclusi dalla pensione.
Per questo motivo, alcuni si sono accontentati dell’Assegno Sociale, per il quale non sono richiesti vincoli contributivi, ma che è soggetto a rigidi limiti reddituali.
In particolare, l’Assegno Sociale è una misura assistenziale, legata esclusivamente all’età e al reddito. Esso è riservato a cittadini italiani, cittadini comunitari iscritti all'Anagrafe del comune di residenza, cittadini extracomunitari familiari di cittadino comunitario, cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo e ai cittadini stranieri o apolidi titolari dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria.
Per ottenerlo, è necessario avere un reddito annuo inferiore a 7.002,97 euro se non coniugato, oppure inferiore a 14.005,94 euro se coniugato.
Ulteriori requisiti, oltre a quelli reddituali, sono:
- 67 anni di età;
- stato di bisogno economico;
- cittadinanza italiana e situazioni equiparate;
- residenza effettiva in Italia;
- requisito dei dieci anni di soggiorno legale e continuativo in Italia (dal 1° gennaio 2009).
Il traguardo dei 71 anni: una seconda chance
Raggiunti i 71 anni, la legge consente di accedere alla pensione di vecchiaia contributiva con soli 5 anni di contributi, senza alcuna soglia minima sull’importo pensionistico maturato.
Presentando la domanda all’INPS, la pensione sostituisce l’Assegno Sociale, garantendo un reddito stabile e svincolato dai controlli reddituali annuali. Inoltre, chi non ha mai richiesto la pensione pur avendovi titolo, può ottenere fino a cinque anni di arretrati.