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Pensionati, da oggi possono tornare a svolgere incarichi retribuiti negli uffici pubblici: ecco la nuova sentenza

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Pensionati, da oggi possono tornare a svolgere incarichi retribuiti negli uffici pubblici: ecco la nuova sentenza
La Corte dei Conti del Molise apre all’affiancamento dei neoassunti da parte di ex dipendenti in quiescenza: ecco quando è legittimo e cosa prevede la normativa
La Corte dei Conti del Molise, con la deliberazione n. 34 del 4 marzo 2025, ha esaminato la possibilità di conferire incarichi retribuiti per attività di formazione, affiancamento e assistenza all'interno della pubblica amministrazione, a personale ormai in pensione.

Il caso specifico riguarda il sindaco di un Comune molisano, che ha interpellato la Corte dei Conti in merito alla possibilità di conferire un incarico retribuito a un ex dipendente comunale, ora pensionato, per attività di formazione operativa, affiancamento, supporto e assistenza al personale neoassunto per un periodo di un anno, con un compenso totale di circa 28.000 euro. Il servizio comunale in questione era composto da tre risorse umane: due assunte a tempo indeterminato nel giugno dell'anno precedente e una con contratto a tempo determinato e parziale, in scadenza a febbraio dell'anno corrente.

La Corte dei Conti del Molise ha stabilito che è possibile conferire incarichi retribuiti a personale in quiescenza per attività di formazione, affiancamento, supporto e assistenza, purché:
  • tali incarichi non siano assimilabili a quelli vietati dall'art. 5, comma 9, del D.L. n. 95/2012, convertito in L. n. 135/2012;
  • gli incarichi siano caratterizzati dalla mera condivisione dell'esperienza maturata dal pensionato, in favore del personale neoassunto, per un periodo di tempo circoscritto;
  • siano rispettati i limiti imposti dall'art. 7, comma 6, del D.Lgs. n. 165/2001.

In particolare, la Corte ha sottolineato che l'attività del pensionato deve consistere esclusivamente nella trasmissione di conoscenze e competenze acquisite durante il servizio attivo, senza assumere ruoli direttivi o di responsabilità gestionale. Il rapporto deve essere temporaneo e finalizzato al supporto del personale neoassunto, evitando qualsiasi forma di sostituzione o prolungamento dell'attività lavorativa precedente.

Infatti, l’art. 5, comma 9, del D.L. n. 95/2012 vieta agli enti pubblici di conferire incarichi di studio e consulenza a soggetti già lavoratori pubblici o privati collocati in quiescenza. Il divieto riguarda in particolare incarichi dirigenziali, direttivi o che comportino poteri gestionali. Invece, l’art. 7, comma 6, del D.Lgs. n. 165/2001 stabilisce che le pubbliche amministrazioni possano conferire incarichi individuali con contratti di lavoro autonomo solo in presenza di esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio e per attività che richiedano competenze altamente specialistiche. Tali incarichi devono essere conferiti con procedure selettive pubbliche e trasparenti, e devono essere adeguatamente motivati.

La Corte dei Conti ha ribadito che il conferimento di incarichi a pensionati deve essere un’eccezione e non la regola, al fine di garantire il ricambio generazionale e l’efficienza della pubblica amministrazione. Il ricorso a pensionati deve essere limitato nel tempo, ben circoscritto nelle funzioni e compatibile con i vincoli normativi.

La deliberazione fornisce, quindi, una guida utile alle amministrazioni che intendano valorizzare il patrimonio di esperienza dei propri ex dipendenti, pur rispettando i limiti previsti dalla legge. Essa chiarisce che l’intento non può essere quello di reintegrare informalmente figure già collocate in pensione, ma di permettere un passaggio di consegne qualificato e funzionale alla formazione del nuovo personale.
La pronuncia della Corte dei Conti del Molise offre un'importante interpretazione sulla possibilità di utilizzare l'esperienza dei pensionati per supportare il personale neoassunto, contribuendo così alla continuità e all'efficienza dei servizi pubblici. Tuttavia, è fondamentale che le amministrazioni rispettino rigorosamente i limiti normativi e le condizioni stabilite dalla giurisprudenza, per evitare violazioni e possibili sanzioni.

In conclusione, il conferimento di incarichi a pensionati per attività di formazione, affiancamento e assistenza è ammesso, purché tali incarichi siano temporanei, non comportino funzioni direttive o gestionali e siano finalizzati esclusivamente al trasferimento di competenze al personale neoassunto. Le amministrazioni devono valutare attentamente ogni caso, assicurandosi che sussistano le condizioni previste dalla normativa e dalla giurisprudenza per il conferimento legittimo di tali incarichi.

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