La riforma arriverebbe in un contesto in cui il diabete è sempre più diffuso. Nella Regione europea dell’OMS ne soffrono quasi 62 milioni di persone, con una prevalenza che, in alcuni Paesi, raggiunge il 14%. Solo nel 2021 in Europa oltre 1,1 milioni di decessi sono stati attribuiti alla malattia. In Italia, secondo i dati ISTAT e Ministero della Salute, nel 2022 la prevalenza del diabete noto ha raggiunto il 6,6% della popolazione, quasi 4 milioni di persone. Tra gli over 75 la percentuale sale al 21,6%.
Lo scorso settembre è stato presentato in Parlamento un disegno di legge che punta a semplificare la certificazione di idoneità alla guida per chi è affetto da diabete. Il testo, dal titolo “Semplificazione delle procedure per il rilascio, il rinnovo e la conferma della patente di guida ai soggetti affetti da diabete”, porta la firma del senatore Antonio De Poli e recepisce le richieste avanzate da FAND.
L’obiettivo dichiarato è quello di aggiornare l’articolo 119 del Codice della Strada, portando la normativa al passo con le nuove tecnologie di monitoraggio e con le terapie più moderne, in grado di garantire una gestione più stabile della malattia e, quindi, una maggiore sicurezza anche alla guida.
Ma cosa prevede la normativa attuale?
Oggi la procedura per il rilascio o il rinnovo della patente varia a seconda del tipo di patente posseduta. Le categorie più diffuse – quelle del Gruppo 1, che comprendono tra le altre AM, A, B e BE – prevedono una valutazione del medico monocratico basata sul parere di uno specialista diabetologo. Per i pazienti in terapia insulinica o a rischio di ipoglicemie gravi, la validità della patente può essere ridotta a cinque anni e, in presenza di complicanze, può essere richiesto il giudizio della Commissione Medica Locale.
Più stringenti le regole per il Gruppo 2, che comprende le patenti professionali e i veicoli pesanti: qui la valutazione è sempre affidata alla Commissione Medica Locale e richiede una relazione diabetologica dettagliata, oltre alla dimostrazione di assenza di episodi di ipoglicemia grave nell’anno precedente.
Cosa cambia con la riforma?
Il disegno di legge punta a snellire questo meccanismo, soprattutto per i pazienti che utilizzano dispositivi avanzati come sistemi di monitoraggio continuo della glicemia, microinfusori o farmaci che non comportano rischi significativi di ipoglicemia. Per questi soggetti l’idoneità alla guida potrà essere certificata direttamente dal medico monocratico, evitando passaggi aggiuntivi e, in alcuni casi, anche per le patenti di categoria superiore.
Il testo prevede inoltre che, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, un decreto dei Ministeri della Salute e dei Trasporti definisca, in modo preciso, quali dispositivi e terapie rientrano nel nuovo regime semplificato.
Il senatore De Poli sottolinea come l’attuale disciplina non tenga conto dei progressi della diabetologia: «Le terapie più avanzate permettono un monitoraggio efficace dei livelli glicemici, riducendo i rischi di ipoglicemia o iperglicemia alla guida. Serve una revisione della normativa per garantire sicurezza stradale senza discriminare chi convive con il diabete».
Da anni FAND porta avanti questa richiesta. La presidente Manuela Bertaggia ricorda come non vi siano dati che indichino una maggiore pericolosità alla guida delle persone con diabete: «Le procedure sanitarie non erano uniformi e molte volte le persone venivano penalizzate solo per l’etichetta di “diabetico”. Ringraziamo il senatore De Poli per aver raccolto il nostro appello e auspichiamo una rapida approvazione del ddl».
Lo scorso settembre è stato presentato in Parlamento un disegno di legge che punta a semplificare la certificazione di idoneità alla guida per chi è affetto da diabete. Il testo, dal titolo “Semplificazione delle procedure per il rilascio, il rinnovo e la conferma della patente di guida ai soggetti affetti da diabete”, porta la firma del senatore Antonio De Poli e recepisce le richieste avanzate da FAND.
L’obiettivo dichiarato è quello di aggiornare l’articolo 119 del Codice della Strada, portando la normativa al passo con le nuove tecnologie di monitoraggio e con le terapie più moderne, in grado di garantire una gestione più stabile della malattia e, quindi, una maggiore sicurezza anche alla guida.
Ma cosa prevede la normativa attuale?
Oggi la procedura per il rilascio o il rinnovo della patente varia a seconda del tipo di patente posseduta. Le categorie più diffuse – quelle del Gruppo 1, che comprendono tra le altre AM, A, B e BE – prevedono una valutazione del medico monocratico basata sul parere di uno specialista diabetologo. Per i pazienti in terapia insulinica o a rischio di ipoglicemie gravi, la validità della patente può essere ridotta a cinque anni e, in presenza di complicanze, può essere richiesto il giudizio della Commissione Medica Locale.
Più stringenti le regole per il Gruppo 2, che comprende le patenti professionali e i veicoli pesanti: qui la valutazione è sempre affidata alla Commissione Medica Locale e richiede una relazione diabetologica dettagliata, oltre alla dimostrazione di assenza di episodi di ipoglicemia grave nell’anno precedente.
Cosa cambia con la riforma?
Il disegno di legge punta a snellire questo meccanismo, soprattutto per i pazienti che utilizzano dispositivi avanzati come sistemi di monitoraggio continuo della glicemia, microinfusori o farmaci che non comportano rischi significativi di ipoglicemia. Per questi soggetti l’idoneità alla guida potrà essere certificata direttamente dal medico monocratico, evitando passaggi aggiuntivi e, in alcuni casi, anche per le patenti di categoria superiore.
Il testo prevede inoltre che, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, un decreto dei Ministeri della Salute e dei Trasporti definisca, in modo preciso, quali dispositivi e terapie rientrano nel nuovo regime semplificato.
Il senatore De Poli sottolinea come l’attuale disciplina non tenga conto dei progressi della diabetologia: «Le terapie più avanzate permettono un monitoraggio efficace dei livelli glicemici, riducendo i rischi di ipoglicemia o iperglicemia alla guida. Serve una revisione della normativa per garantire sicurezza stradale senza discriminare chi convive con il diabete».
Da anni FAND porta avanti questa richiesta. La presidente Manuela Bertaggia ricorda come non vi siano dati che indichino una maggiore pericolosità alla guida delle persone con diabete: «Le procedure sanitarie non erano uniformi e molte volte le persone venivano penalizzate solo per l’etichetta di “diabetico”. Ringraziamo il senatore De Poli per aver raccolto il nostro appello e auspichiamo una rapida approvazione del ddl».