Negli ultimi anni, il legislatore ha cercato più volte di offrire ai cittadini e alle imprese strumenti per mettersi in regola con il Fisco, soprattutto in momenti di difficoltà economica diffusa. L’ultima proposta in ordine di tempo si chiama “rottamazione-quinquies” ed è attualmente in fase di discussione in Senato (d.d.l. n. 1375). Si tratta di una misura di definizione agevolata dei debiti fiscali che, se approvata, potrebbe rappresentare una vera e propria boccata d’ossigeno per molti contribuenti.
Il disegno di legge è stato promosso dalla Lega e presentato ufficialmente il 27 novembre 2024. Ha iniziato il suo iter in Commissione Finanze del Senato il 25 febbraio 2025, dopo che una proposta analoga, presentata sotto forma di emendamento al Decreto Milleproroghe, era stata respinta per mancanza di copertura economica. Stavolta, invece, l’intento è quello di avviare una sanatoria autonoma e strutturata, con l’obiettivo dichiarato di offrire uno strumento più sostenibile e realistico per il rientro graduale dai debiti fiscali.
Le novità introdotte dalla proposta sono significative, anche rispetto alle precedenti “rottamazioni”. In particolare:
Il disegno di legge è stato promosso dalla Lega e presentato ufficialmente il 27 novembre 2024. Ha iniziato il suo iter in Commissione Finanze del Senato il 25 febbraio 2025, dopo che una proposta analoga, presentata sotto forma di emendamento al Decreto Milleproroghe, era stata respinta per mancanza di copertura economica. Stavolta, invece, l’intento è quello di avviare una sanatoria autonoma e strutturata, con l’obiettivo dichiarato di offrire uno strumento più sostenibile e realistico per il rientro graduale dai debiti fiscali.
Le novità introdotte dalla proposta sono significative, anche rispetto alle precedenti “rottamazioni”. In particolare:
- rateizzazione fino a 10 anni: la misura permetterebbe ai contribuenti di dilazionare il pagamento dei debiti fiscali fino a 120 rate mensili, quindi su un arco temporale di dieci anni. Le precedenti versioni prevedevano piani più brevi (tra i 2 e i 5 anni);
- nessuna maxi-rata iniziale: contrariamente a quanto accadeva in passato, non sarà richiesto il versamento anticipato di importi significativi;
- maggior tolleranza in caso di ritardo: un altro elemento di rottura con il passato riguarda la decadenza dal beneficio. Non si perderà più la rateizzazione dopo una o due rate non pagate, ma solo dopo il mancato pagamento di otto rate, anche non consecutive;
- ambito temporale esteso: sebbene i dettagli tecnici non siano ancora definitivi, la sanatoria dovrebbe applicarsi ai debiti affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023.
Non rientrerebbero, però, nella misura alcuni debiti “sensibili”, come quelli derivanti da aiuti di Stato dichiarati incompatibili dall’UE, multe di natura penale, o sentenze della Corte dei conti.
Un simile intervento ha un impatto notevole anche sul piano finanziario. Proprio questo è uno dei nodi più dibattuti in sede parlamentare: la reperibilità di fondi così ingenti da poter finanziare una misura di questo genere.
Per rispondere a queste perplessità, il Governo ha più volte ribadito che la nuova rottamazione sarà selettiva, in quanto riservata a chi si trovi in reali difficoltà economiche. È ancora in dubbio quali saranno i criteri oggettivi che verranno utilizzati per documentare lo stato di bisogno dei contribuenti richiedenti. Potrebbe essere richiesta l’allegazione dell'attestazione ISEE per definire l’accesso al beneficio e differenziare i piani di pagamento.
Dal punto di vista giuridico e sociale, sappiamo già che questa misura – ormai ricorrente nelle leggi di bilancio degli ultimi anni – ha sollevato varie perplessità da parte dell’opinione pubblica. In primis c’è il rischio che, continuando così, si indebolisca il senso di dovere fiscale e si alimenti la convinzione che si possa anche evitare di pagare tempestivamente, sperando (e contando) su una futura rottamazione.
Inoltre, la certezza del diritto potrebbe risentirne. Un sistema fiscale troppo flessibile e continuamente modificato rischia di diventare imprevedibile, disincentivando comportamenti virtuosi.
L’iter della legge è ancora in corso e resta da vedere se il testo verrà approvato così com’è o subirà modifiche sostanziali. In ogni caso, il Governo ha manifestato l’intenzione di inserire la misura nella Legge di Bilancio 2026, con eventuale entrata in vigore già a partire dal 2025.
Un simile intervento ha un impatto notevole anche sul piano finanziario. Proprio questo è uno dei nodi più dibattuti in sede parlamentare: la reperibilità di fondi così ingenti da poter finanziare una misura di questo genere.
Per rispondere a queste perplessità, il Governo ha più volte ribadito che la nuova rottamazione sarà selettiva, in quanto riservata a chi si trovi in reali difficoltà economiche. È ancora in dubbio quali saranno i criteri oggettivi che verranno utilizzati per documentare lo stato di bisogno dei contribuenti richiedenti. Potrebbe essere richiesta l’allegazione dell'attestazione ISEE per definire l’accesso al beneficio e differenziare i piani di pagamento.
Dal punto di vista giuridico e sociale, sappiamo già che questa misura – ormai ricorrente nelle leggi di bilancio degli ultimi anni – ha sollevato varie perplessità da parte dell’opinione pubblica. In primis c’è il rischio che, continuando così, si indebolisca il senso di dovere fiscale e si alimenti la convinzione che si possa anche evitare di pagare tempestivamente, sperando (e contando) su una futura rottamazione.
Inoltre, la certezza del diritto potrebbe risentirne. Un sistema fiscale troppo flessibile e continuamente modificato rischia di diventare imprevedibile, disincentivando comportamenti virtuosi.
L’iter della legge è ancora in corso e resta da vedere se il testo verrà approvato così com’è o subirà modifiche sostanziali. In ogni caso, il Governo ha manifestato l’intenzione di inserire la misura nella Legge di Bilancio 2026, con eventuale entrata in vigore già a partire dal 2025.