Il cuore del nuovo progetto di
pace fiscale è rappresentato dalla
rottamazione quinquies, una forma di definizione agevolata che consente ai contribuenti con cartelle esattoriali elevate di pagare i debiti in
120 rate mensili, quindi nell’arco di
10 anni. La misura, però, non sarà generalizzata come nelle edizioni precedenti: secondo le ultime indiscrezioni, il
Governo è intenzionato a limitare l’accesso solo
a chi ha debiti superiori a 50.000 euro.
Si tratta quindi di una rottamazione più selettiva, pensata per i contribuenti in reale difficoltà, e su cui il Ministero dell’Economia sta lavorando per evitare squilibri nei conti pubblici. Secondo la proposta originaria, chi ha debiti maturati tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023 avrebbe potuto accedere alla misura senza distinzioni. Ma il perimetro così ampio ha spinto il Governo a rivedere i criteri, restringendo il campo e introducendo correttivi per rendere la misura sostenibile.
Uno dei punti chiave in discussione è il meccanismo di pagamento: niente più rate tutte uguali e leggere, come nella passata rottamazione ter. Si pensa a una maxi-rata iniziale, pari al 5% del debito complessivo, per evitare abusi e garantire un primo rientro rapido nelle casse dello Stato. Solo successivamente scatterebbero le rate mensili più leggere. La proposta è promossa dal deputato Alberto Gusmeroli e dal senatore Massimo Garavaglia, su indicazione diretta del Ministro dell’Economia Maurizio Leo, che ha ribadito la volontà di aiutare chi è in difficoltà ma senza replicare condoni indiscriminati.
Saldo e stralcio: un’occasione per chi ha debiti bassi e redditi limitati
A fianco della rottamazione
quinquies, il Governo sta studiando il ritorno del
saldo e stralcio, destinato a
chi ha debiti di importo ridotto e versa in gravi condizioni economiche. Si tratta di una definizione agevolata già sperimentata con successo con la
Legge di Bilancio 2019, e che potrebbe tornare nel 2026 in una veste aggiornata. La logica è quella di
chiudere la partita col Fisco pagando solo una parte del debito, senza sanzioni, interessi e aggravi ulteriori.
Ma non tutti potranno beneficiarne. Se il meccanismo sarà simile a quello precedente, il saldo e stralcio sarà accessibile solo a chi ha debiti complessivi inferiori a 1.000 o 5.000 euro. In pratica, si mira ad aiutare quei contribuenti che hanno micro-cartelle difficilmente esigibili e che gravano sul sistema senza produrre reali incassi.
Non è esclusa l’introduzione di una
quota forfettaria fissa, come già avvenuto in passato, che consenta al
cittadino di saldare il proprio debito con un versamento unico agevolato.
Stralcio automatico: la proposta dell’UPB per eliminare i debiti irrecuperabili
Accanto alle definizioni agevolate, prende piede anche una terza ipotesi, molto più radicale: lo stralcio automatico delle cartelle di piccolo importo, cioè l’annullamento definitivo e senza pagamento dei debiti considerati ormai inesigibili o antieconomici da recuperare. La proposta arriva dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), che ha suggerito una soluzione drastica ma efficace per snellire il magazzino fiscale.
Secondo l’UPB, un provvedimento di questo tipo sarebbe più vantaggioso di una semplice rottamazione. Il motivo? Il 77% delle cartelle riguarda debiti sotto i 1.000 euro, e il 94% sotto i 5.000 euro. In altre parole, il grosso del peso amministrativo e burocratico riguarda crediti che non giustificano più i costi di riscossione. L’UPB evidenzia come uno stralcio mirato e automatico, soprattutto per i carichi più vecchi (quelli anteriori al 2010), potrebbe liberare risorse e personale da destinare alla riscossione di importi più consistenti e produttivi.
L’idea non è nuova: già con la
Legge di Bilancio 2023 si era previsto uno stralcio automatico delle cartelle inferiori a 1.000 euro affidate tra il 2000 e il 2015. Ma ora si ragiona su una
misura strutturale e a tappe, legata al lavoro della
Commissione Benedetti, istituita presso il
MEF. Questa commissione, presieduta dall’ex magistrato della
Corte dei Conti Roberto Benedetti, ha il compito di proporre entro il 31 dicembre 2025 le strategie di discarico delle cartelle più vecchie e meno produttive.
Autunno caldo per la Legge di Bilancio: il futuro della pace fiscale è nelle mani del Parlamento
L’approvazione della Legge di Bilancio 2026 sarà il vero banco di prova per capire se la pace fiscale a doppio binario vedrà la luce. A settembre inizierà il confronto parlamentare e il destino della rottamazione
quinquies, del saldo e stralcio e persino dello stralcio automatico dipenderà dagli equilibri politici e dalla tenuta dei conti pubblici. Le misure dovranno, infatti,
conciliare le esigenze dei contribuenti con i vincoli di bilancio, anche alla luce delle richieste dell’
Unione Europea.
La Commissione Benedetti ha già stabilito un calendario per l’analisi del magazzino della Riscossione, oggi fermo a quota 1.272,90 miliardi di euro:
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entro il 31 dicembre 2025, focus sui carichi affidati dal 2000 al 2010;
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entro il 31 dicembre 2027, quelli dal 2011 al 2017;
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entro il 31 dicembre 2031, quelli dal 2018 al 2024.