Il cuore della riforma risiede nell'introduzione di una data spartiacque rivoluzionaria: il
1° settembre 1967. Questa scelta corrisponde all'
entrata in vigore della cosiddetta
"Legge Ponte" (
Legge n. 765/1967), un momento storico che ha segnato l'evoluzione della normativa urbanistica italiana.
Da questo momento in avanti, tutti gli abusi edilizi realizzati prima di quella data potranno essere sanati attraverso procedure drasticamente semplificate.
L'impatto di questa decisione è destinato a essere di portata epocale per il mercato immobiliare italiano. Milioni di edifici, spesso bloccati da piccole irregolarità documentali o costruttive che ne impedivano la vendita o la valorizzazione, potrebbero finalmente vedere risolte le proprie problematiche. Il Ministero delle Infrastrutture ha, infatti, compreso che gran parte del patrimonio immobiliare nazionale è fermo a causa di incongruenze edilizie ormai datate decenni, che non hanno più ragione di persistere come ostacoli burocratici.
Parallelamente, la riforma promette di ridefinire o superare il principio della doppia conformità, quel vincolo che ha rappresentato per anni un vero e proprio incubo per proprietari e tecnici. Questo meccanismo, che impone il rispetto delle normative sia al momento della realizzazione dell'abuso, sia al momento della richiesta di sanatoria, ha spesso reso impossibile regolarizzare anche le più piccole difformità. Con la nuova normativa, gli abusi più vecchi potranno beneficiare di un approccio completamente diverso, più pragmatico e orientato alla soluzione piuttosto che all'ostacolo.
Burocrazia addio: la rivoluzione dei tempi certi
La seconda grande direttrice dell'intervento ministeriale punta a
demolire le barriere burocratiche che hanno paralizzato il settore edilizio per decenni. Il
disegno di legge delega introduce un
sistema basato su termini certi e perentori per ogni procedimento amministrativo, eliminando l'incertezza dei tempi infiniti che hanno caratterizzato la
pubblica amministrazione italiana.
Il silenzio assenso diventerà la regola, non l'eccezione. Se un ufficio pubblico non fornisce risposta entro i termini stabiliti dalla legge, l'istanza del cittadino si considererà automaticamente approvata. Tale svolta rappresenta un cambio di paradigma fondamentale: dalla logica del controllo preventivo si passa a quella della responsabilizzazione dei professionisti attraverso autocertificazioni e asseverazioni tecniche.
Accanto al silenzio assenso, verrà potenziato il "silenzio devolutivo", un meccanismo di garanzia che trasferisce la competenza a un'altra amministrazione qualora l'ufficio competente rimanga inerte. Questo doppio livello di protezione assicura che nessuna pratica possa rimanere bloccata indefinitamente negli ingranaggi della burocrazia. Il riordino dei titoli edilizi ridefinirà chiaramente i campi di applicazione di Cila, Scia e permesso di costruire, eliminando le sovrapposizioni e i dubbi interpretativi che hanno generato contenziosi e ritardi.
Il fascicolo digitale sarà la carta d'identità dell'immobile
La terza rivoluzione annunciata dalla riforma riguarda la completa digitalizzazione del patrimonio edilizio nazionale. Il progetto più ambizioso prevede la creazione del "fascicolo del fabbricato", una sorta di carta d'identità digitale che accompagnerà ogni immobile dalla sua nascita fino a tutte le successive modifiche.
Questo strumento tecnologico ricostruirà automaticamente la storia completa di ogni edificio: dai permessi di costruzione originali a tutte le ristrutturazioni, dalle modifiche strutturali agli aggiornamenti catastali. Il fascicolo digitale rappresenta una svolta epocale per la trasparenza del mercato immobiliare, eliminando le incertezze che spesso accompagnano compravendite e verifiche di conformità.
La riforma stabilisce, inoltre, il diritto dei cittadini a non vedersi richiedere documenti già in possesso della pubblica amministrazione. L'interoperabilità delle banche dati pubbliche permetterà alle informazioni di circolare fluidamente tra i diversi uffici, eliminando duplicazioni e perdite di tempo. Ogni pratica edilizia avrà come punto di riferimento uno sportello unico che coordinerà i rapporti con tutte le amministrazioni coinvolte, semplificando l'iter burocratico per cittadini e professionisti.
L’iter di approvazione
Il percorso legislativo della riforma è ormai avviato e
il disegno di legge delega si prepara ad arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri per la prima approvazione ufficiale. Come specificato dal Ministero delle Infrastrutture, si tratta del primo passo di un iter complesso, che richiederà successivi decreti delegati per entrare nel dettaglio operativo di ogni singola misura.
L'ambizione della riforma va ben oltre la semplice revisione del
Testo unico edilizia e
toccherà anche materie strategiche come la rigenerazione urbana e la semplificazione delle procedure di demolizione e ricostruzione. Questi interventi sono considerati fondamentali per il rinnovamento del patrimonio edilizio nazionale e per l'allineamento dell'Italia agli standard di efficienza delle amministrazioni europee più avanzate.
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, presentando la riforma, ha sottolineato come l'intervento sia frutto di mesi di consultazione pubblica con professionisti, imprese e rappresentanti dei cittadini. L'obiettivo dichiarato è restituire certezze a un settore paralizzato da decenni di stratificazioni normative e procedure infinite, aprendo finalmente una stagione di maggiore fluidità e prevedibilità per tutti gli attori del mercato immobiliare italiano.