Da 25 anni in azienda, due figli piccoli a carico e una moglie affetta da disabilità, si è visto recapitare una lettera di licenziamento per uso improprio dei permessi ex Legge 104. L’errore, a suo dire commesso in buona fede, riguarda il mancato rinnovo della documentazione necessaria per usufruire dei congedi destinati all’assistenza familiare.
La risposta della Deloro non si è fatta attendere. Dopo un’iniziale apertura al confronto, la direzione ha avviato la procedura di licenziamento per giusta causa, ritenendo irrimediabilmente compromesso il rapporto di fiducia tra le parti.
Scioperi e presidi: i colleghi si schierano con lui
La reazione dei colleghi non si è fatta attendere: nei giorni scorsi, davanti ai cancelli dell’azienda, si sono tenuti presidi e manifestazioni di solidarietà. Cartelli, bandiere e cori per sostenere Fabio, che nel frattempo vive con grande ansia l’attesa della decisione definitiva, prevista per il 31 luglio.
I permessi retribuiti per l’assistenza ai familiari con disabilità sono disciplinati dalla Legge 104/1992. Il diritto a fruire di questi permessi spetta ai lavoratori dipendenti – pubblici o privati – che assistono un familiare affetto disabilità grave riconosciuta, secondo quanto previsto dall’art. 3 della legge 104. In particolare, ai sensi del comma 1 della norma, lo stato di disabilità è riconosciuto a chi ha una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabile o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione sul posto di lavoro. Il comma 3, invece, precisa che la situazione ha carattere di gravità se la minorazione ha ridotto l’autonomia personale del soggetto in relazione alla sua età, rendendo così necessaria un’assistenza permanente.
Rientrano tra i soggetti assistibili il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli o le sorelle, purché conviventi o legati da un rapporto di effettiva assistenza continuativa.
La normativa consente di assentarsi dal lavoro fino a un massimo di tre giorni al mese, coperti da retribuzione e contributi, per svolgere attività di cura nei confronti della persona disabile.
Procedura: due passaggi fondamentali
Per ottenere questi permessi, è necessario seguire un iter ben preciso. Il primo passaggio consiste nella richiesta del riconoscimento della condizione di disabilità grave presso l’ASL di riferimento. Questa viene valutata da una Commissione Medica Integrata, composta da medici dell’INPS e del Servizio sanitario.
Una volta ottenuto il riconoscimento, il secondo step è la domanda all’INPS per la fruizione dei permessi. Questa va inoltrata online tramite il portale dell’ente previdenziale, accedendo tramite SPID, CIE o CNS, oppure avvalendosi del supporto di un patronato.
L’importanza di mantenere aggiornati i requisiti
È fondamentale sapere che i permessi possono essere fruiti solo in costanza dei requisiti: ciò significa che, se scade il riconoscimento dell’invalidità o cambiano le condizioni familiari (per esempio viene meno la convivenza), il lavoratore ha l’obbligo di aggiornare la propria posizione. Continuare a usufruirne in assenza dei presupposti può condurre a conseguenze molto serie.
In caso di irregolarità, l’INPS può chiedere la restituzione delle somme erogate indebitamente e segnalare l’abuso. Sul piano lavorativo, invece, potrebbero essere assunti provvedimenti disciplinari, fino al licenziamento per giusta causa, qualora il datore di lavoro ritenga compromesso il rapporto fiduciario, come avvenuto nel caso di specie.
In alcuni casi, inoltre, è richiesto un rinnovo della documentazione. Capire quando è necessario farlo è fondamentale per non incorrere in errori o sospensioni delle prestazioni.
La prima situazione che impone un rinnovo è legata alla durata temporanea della certificazione. In molti casi, soprattutto quando la disabilità è soggetta a evoluzione, la Commissione Medica dell’ASL e dell’INPS rilascia un riconoscimento con validità limitata nel tempo. Alla scadenza, se si vuole continuare a usufruire dei benefici previsti dalla legge – come i permessi lavorativi, l’assistenza scolastica o le agevolazioni fiscali – è necessario presentare una nuova domanda di accertamento sanitario.
Anche in assenza di una scadenza, il rinnovo può essere richiesto quando cambiano significativamente le condizioni della persona assistita. Se la disabilità peggiora o, al contrario, migliora sensibilmente, è opportuno (e talvolta necessario) aggiornare il riconoscimento medico-legale per adeguare le prestazioni assistenziali alla nuova situazione. In questi casi, si può chiedere una revisione anticipata del giudizio medico.