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Lavoratori, ecco come puoi aumentare la busta paga in modo legale: chi può aderire, come fare e le cifre aggiornate

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Lavoratori, ecco come puoi aumentare la busta paga in modo legale: chi può aderire, come fare e le cifre aggiornate
La busta paga è troppo bassa? Scopri come aumentare il netto, sfruttando metodi legali
Sai davvero cosa incide sul tuo stipendio netto? Una parte della tua retribuzione mensile sparisce prima ancora di arrivare sul conto. Ma perché succede e, soprattutto, è possibile pagare meno tasse in modo legale? In questo articolo vedremo come funzionano le trattenute fiscali e previdenziali e cosa fare per aumentare - in modo legale, appunto - l’importo in busta paga, grazie alle detrazioni.
Lo stipendio che ricevi sul conto corrente è, infatti, il risultato di un calcolo ben preciso: una parte della retribuzione lorda viene trattenuta dal datore di lavoro per coprire imposte e contributi obbligatori. Si tratta di una procedura automatica, regolata dalla normativa fiscale e previdenziale, che coinvolge tutti i lavoratori dipendenti.

Perché lo stipendio lordo è più alto del netto?
Il tuo datore di lavoro agisce come “sostituto d’imposta”: trattiene direttamente dalla busta paga le somme dovute al fisco e agli enti previdenziali e le versa per tuo conto. In pratica, non sei tu a pagare direttamente le tasse, ma lo fa l’azienda per te. Questo meccanismo spiega la differenza tra lo stipendio lordo (quello indicato nel contratto) e quello netto (che effettivamente ricevi sul conto).

Le trattenute fiscali e previdenziali: cosa comprendono
Le voci che “riducono” l’importo della busta paga includono sia imposte sia contributi. Ecco cosa viene prelevato ogni mese:
  • contributi Inps: destinati a finanziare la tua futura pensione;
  • Irpef: l’imposta sul reddito delle persone fisiche;
  • addizionali regionali e comunali: variano in base al territorio di residenza;
  • contributi Inail: relativi alla copertura contro gli infortuni sul lavoro.
Le nuove aliquote Irpef in vigore dal 2024
Dal 2024, il sistema fiscale italiano ha subito una semplificazione: le aliquote Irpef, infatti, sono state ridotte da quattro a tre.
Ma cos’è l’Irpef? L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef, appunto) è l’imposta dovuta dalle persone fisiche per il possesso dei seguenti redditi:
  • fondiari (fabbricati e terreni);
  • di capitale;
  • di lavoro dipendente (compresi i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e i redditi di pensione) e di lavoro autonomo;
  • di impresa.
In particolare, a seguito della modifica (divenuta strutturale con la Legge di Bilancio 2025), le aliquote sono:
  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
Più alto è il tuo reddito, maggiore sarà l’imposta che pagherai. A queste aliquote si aggiungono, come detto, le addizionali locali che dipendono da Regione e Comune.

Contributi previdenziali: quanto pesano sullo stipendio
Anche i contributi pensionistici incidono sulla retribuzione netta. L’aliquota applicata dipende dal tipo di contratto e dal settore di appartenenza. Di norma, la quota a carico del lavoratore oscilla tra il 5,84% e il 9,49%. Il resto viene versato dall’azienda.

Come ottenere uno stipendio più alto in modo legale
Un modo per aumentare il netto in busta paga è attraverso le detrazioni fiscali. Per beneficiarne, è necessario presentare la dichiarazione dei redditi, indicando tutte le entrate percepite nel corso dell’anno precedente. Questo può essere fatto con il modello 730/2025 oppure tramite il modello Redditi PF. La procedura può essere completata online sul sito dell’Agenzia delle Entrate o con l’assistenza di un CAF o un professionista abilitato.

A quanto ammontano le detrazioni per i lavoratori dipendenti
Le detrazioni fiscali non riducono il reddito imponibile, ma agiscono direttamente sull’imposta da pagare. Secondo le novità introdotte dal d.lgs. 216/2023, l’importo delle detrazioni è inversamente proporzionale al reddito, fino a un massimo di 50.000 euro annui. Superata questa soglia, il beneficio si azzera.
Ecco uno schema semplificato:
  • fino a 15.000 euro: la detrazione fissa è di 1.955 euro. L’importo minimo garantito è di 690 euro (o 1.380 euro per i contratti a tempo determinato);
  • tra 15.000 e 28.000 euro: la detrazione parte da 1.910 euro e si riduce progressivamente all’aumentare del reddito;
  • tra 28.000 e 50.000 euro: la detrazione si abbassa ulteriormente fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 50.000 euro di reddito annuo;
  • oltre 50.000 euro: nessuna detrazione prevista.
Per i redditi tra 25.000 e 35.000 euro è previsto un incremento fisso di 65 euro sulla detrazione spettante.

Chi può accedere alle detrazioni fiscali?
Possono richiedere le detrazioni i contribuenti che nel 2024 hanno percepito:
  • redditi da lavoro dipendente;
  • compensi in qualità di soci di cooperative;
  • indennità pagate da terzi durante l’attività lavorativa;
  • borse di studio, assegni o premi per studio e formazione;
  • stipendi di sacerdoti;
  • somme ricevute per incarichi come amministratore, sindaco o revisore;
  • assegni previdenziali.


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