Nel mondo del lavoro può capitare che un dipendente venga chiamato a svolgere compiti diversi – e, talvolta, più complessi – rispetto a quelli previsti dal proprio contratto. Ma cosa accade quando queste mansioni rientrano in un livello superiore di inquadramento? In questo articolo esploriamo quali possibilità ha un lavoratore dipendente che si trovi nella situazione poc’anzi descritta.
Innanzitutto, per rispondere alla domanda di cui sopra, bisogna partire dalla norma di riferimento, ossia l’articolo 2103 c.c., che disciplina il tema delle mansioni del lavoratore.
Secondo questa norma, il lavoratore può essere temporaneamente assegnato a mansioni superiori rispetto a quelle per cui è stato assunto, ma senza che ciò implichi automaticamente un avanzamento di livello. L’avanzamento di livello è, infatti, soggetto al requisito della non temporaneità dello svolgimento delle mansioni.
Quindi, se le mansioni superiori non gli vengono affidate solo temporaneamente, il dipendente ha diritto:
Innanzitutto, per rispondere alla domanda di cui sopra, bisogna partire dalla norma di riferimento, ossia l’articolo 2103 c.c., che disciplina il tema delle mansioni del lavoratore.
Secondo questa norma, il lavoratore può essere temporaneamente assegnato a mansioni superiori rispetto a quelle per cui è stato assunto, ma senza che ciò implichi automaticamente un avanzamento di livello. L’avanzamento di livello è, infatti, soggetto al requisito della non temporaneità dello svolgimento delle mansioni.
Quindi, se le mansioni superiori non gli vengono affidate solo temporaneamente, il dipendente ha diritto:
- alla retribuzione corrispondente sin dal primo giorno in cui ha iniziato a svolgere le mansioni di livello superiore;
- all’inquadramento nel livello superiore, una volta trascorso un certo periodo di tempo.
Ma quanto deve durare questo periodo, per non essere considerato “temporaneo”? Il Codice civile non stabilisce un termine fisso per il riconoscimento del nuovo inquadramento: affida questa valutazione ai singoli contratti collettivi nazionali di riferimento per la categoria cui appartiene il lavoratore. Tuttavia, al comma 7 dell’art. 2103 c.c., prevede che il termine minimo non possa essere inferiore a sei mesi.
È importante sottolineare che invece, nel pubblico impiego, non è previsto alcun riconoscimento automatico, se non con apposite selezioni o progressioni di carriera formali.
È, quindi, fondamentale conoscere il contratto collettivo applicabile, per capire se e quando si matura il diritto alla “stabilizzazione” del nuovo livello.
Si parla di mansioni superiori quando il lavoratore viene incaricato di svolgere compiti propri di un livello di inquadramento più elevato, secondo la classificazione prevista dal CCNL. Va tuttavia evidenziato come non basti un generico aumento delle responsabilità, ma è necessario che le nuove attività rientrino formalmente nel mansionario previsto per il livello superiore.
Il meccanismo previsto dal Codice civile tutela il lavoratore da situazioni di potenziale sfruttamento, che lo mettano nelle condizioni di dover accettare mansioni non previste dal proprio contratto, pur non ricevendo il giusto compenso o riconoscimento da parte del datore di lavoro.
Se l’assegnazione a mansioni superiori è occasionale – per esempio, per sostituire un collega in ferie o in malattia – non sorge alcun diritto al nuovo inquadramento. Tuttavia, pur non avendo diritto ad essere inquadrato nella categoria superiore, il lavoratore o la lavoratrice manterranno il diritto a ricevere il trattamento economico contrattualmente riservato a coloro che svolgono le mansioni di livello superiore, per tutto il periodo in cui le hanno svolte.
La legge consente al datore di lavoro di gestire situazioni straordinarie con flessibilità, offrendogli la possibilità di farsi supportare dai propri dipendenti anche nelle situazioni impreviste - ad esempio qualora un dipendente si assenti per un periodo di tempo senza preavviso - purché la temporaneità sia reale e documentabile.
Il tema delle mansioni superiori è uno dei più importanti e delicati nel diritto del lavoro, perché spesso il lavoratore cede alle richieste del datore di lavoro, anche quando non siano supportate da una retribuzione giusta, che corrisponda davvero al lavoro da lui svolto. Chi si trova a svolgere compiti superiori rispetto al proprio livello contrattuale dovrebbe sempre annotare date e dettagli delle nuove mansioni, verificare quale CCNL si applica al proprio rapporto di lavoro e, in caso di dubbio, rivolgersi a un consulente del lavoro o a un avvocato giuslavorista, per valutare se è maturato il diritto all’inquadramento superiore.