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Dipendenti pubblici, in arrivo una busta paga pił ricca con la detassazione dei premi di produzione: ecco le novitą 2026

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Dipendenti pubblici, in arrivo una busta paga pił ricca con la detassazione dei premi di produzione: ecco le novitą 2026
Con una significativa novità inclusa nella bozza della legge di Bilancio 2026, il Governo intende riconoscere - per la prima volta - che anche nel pubblico impiego efficienza e merito debbono essere premiati. Ecco come funzionerà l'agevolazione fiscale
Sono chiare e ben definite le finalità che spingono le istituzioni a introdurre la detassazione dei premi di produttività: migliorare performance e clima in ufficio e aumentare la motivazione dei dipendenti, incrementando al tempo stesso la retribuzione netta quando vengono raggiunti risultati misurabili. Tali premi scattano - quindi - nel caso in cui efficienza, qualità e tempestività dei servizi pubblici siano tangibilmente cresciute.

Ebbene, dopo anni di attesa, anche i lavoratori della Pubblica Amministrazione - dopo quelli del settore privato - potranno beneficiare della detassazione collegata a una significativa agevolazione fiscale, che riconosce l'impegno, la produttività e il merito in ufficio. Infatti, la novità in oggetto è inclusa all'art. 58, comma primo della bozza della manovra 2026, un testo che in queste settimana sarà discusso e modificato dal Parlamento, in vista dell'approvazione finale entro il 31 dicembre prossimo. La riduzione d'imposta prevista non ha carattere strutturale: sarà valida solo per l'anno 2026, in via sperimentale. Tuttavia, non è al momento escluso che - in base ai risultati ottenuti e alla sostenibilità per i conti pubblici - possa essere prorogata o resa permanente dal Governo, diventando un pilastro delle politiche retributive pubbliche.

Il meccanismo previsto per la detassazione dei dipendenti pubblici - con l'esclusione dei dirigenti e degli appartenenti alle forze armate e di polizia, questi ultimi già destinatari di regimi fiscali specifici (di cui al d. lgs. 95/2017) - ricalca, in sostanza, quello già applicato nel settore privato, dove i lavoratori - a particolari condizioni - hanno potuto beneficiare dell'applicazione di un'imposta sostitutiva ridotta.

Più nel dettaglio, nel settore pubblico la detassazione dei premi di produttività atterrà ai compensi accessori, legati ai risultati e riconosciuti ai lavoratori con reddito complessivo da lavoro fino a 50mila euro all'anno. Al posto di Irpef e addizionali regionali e comunali, nei loro confronti si applicherà - infatti - un'imposta sostitutiva del 15%, entro un limite massimo di 800 euro. Inoltre, nel meccanismo di agevolazione fiscale, la legge di Bilancio 2026 comprende anche le indennità fisse e continuative, a patto che rientrino nel sistema di retribuzione accessoria e non in quella base.

Come accennato in precedenza, la misura fiscale si tradurrà così in più soldi in busta paga, perché il netto percepito sui premi o sulle indennità accessorie sarà più alto, rispetto al regime fiscale ordinario.

Il singolo dipendente pubblico non dovrà fare apposita richiesta di applicazione del beneficio in oggetto, perché quest'ultimo sarà automatico. Sarà applicato "d'ufficio" dall'amministrazione datrice, la quale provvederà a calcolare e trattenere la nuova imposta sostitutiva. Il lavoratore non dovrà - quindi - fare nulla e troverà l'importo in busta paga, alleggerito dal minor prelievo fiscale.

L'estensione della detassazione al pubblico impiego appare una naturale evoluzione, che mira a promuovere la cultura del risultato e della responsabilità anche nelle P.A. Tuttavia, la reale efficacia dell'agevolazione sui premi di produttività sarà strettamente legata a come verrà integrata nei sistemi di contrattazione collettiva e gestione del personale, come pure ai vincoli di bilancio delle singole PA. In sostanza, questa misura potrà essere davvero efficace soltanto se le amministrazioni pubbliche riusciranno a coordinarla con i contratti collettivi (che stabiliscono come e quando erogare i premi) e con i limiti di spesa previsti dai loro bilanci.

Concludendo, la novità in oggetto per la Pubblica Amministrazione potrebbe rappresentare un'occasione di modernizzazione e un passo avanti verso un modello in cui il merito, la qualità del servizio e la responsabilità professionale siano finalmente riconosciuti anche sul piano reddituale. Un segnale che va nella direzione di un Fisco più equo e incentivante, capace di premiare chi lavora meglio, anche nel servizio pubblico.

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