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Buoni pasto 2026, aumentano a 10 euro esentasse, fino a 440 euro in pił l'anno, ecco chi resta escluso: tutti i dettagli

Buoni pasto 2026, aumentano a 10 euro esentasse, fino a 440 euro in pił l'anno, ecco chi resta escluso: tutti i dettagli
Nelle logiche decisionali del Governo il buono pasto si conferma non solo un benefit aziendale, ma anche uno strumento di politica economica capace di sostenere il potere d’acquisto, stimolare la spesa e favorire la digitalizzazione del sistema produttivo
Nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi si legge che la Legge di Bilancio 2026 prevede l’aumento della soglia esentasse per i buoni pasto elettronici da 8 a 10 euro. Secondo l’Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto (Anseb), la misura risponde all’esigenza di aggiornare i valori alla luce dell’inflazione e dell’aumento del costo medio della pausa pranzo.

Nessuna variazione, invece, per quelli cartacei, fermi a 4 euro come stabilito dal 2020. Una scelta che punta a favorire la modernizzazione e il controllo fiscale, ma che al tempo stesso lascia fuori una parte significativa dei beneficiari. La differenza di trattamento tra buoni elettronici e cartacei non è nuova. Già nel 2020 la soglia per i ticket cartacei era stata ridotta da 5,29 a 4 euro, mentre quella per gli elettronici era salita da 7 a 8 euro.

Le motivazioni della scelta sono soprattutto tecniche e fiscali: i buoni elettronici garantiscono una tracciabilità totale delle operazioni, rendendo più difficile l’uso improprio e facilitando i controlli dell’Agenzia delle Entrate. Inoltre, riducono i costi di stampa, distribuzione e gestione, offrendo vantaggi sia alle aziende emettitrici sia agli esercenti convenzionati.

Il formato digitale, infine, si inserisce meglio nei sistemi di pagamento moderni e nelle nuove modalità di verifica delle spese deducibili.

Il provvedimento, accolto con favore dalle società emettitrici e da diverse associazioni di categoria, conferma una tendenza ormai chiara: la progressiva digitalizzazione dei benefit aziendali. L’obiettivo è incentivare l’uso dei ticket digitali, considerati più tracciabili, efficienti e semplici da gestire sia per le imprese sia per l’amministrazione fiscale.
Accogliamo con favore l’intenzione del Governo di rafforzare il valore del buono pasto: è un segnale importante per il potere d’acquisto del ceto medio, la competitività delle imprese e il rilancio dei consumi”, ha dichiarato Matteo Orlandini, presidente di Anseb.

Ma chi ne beneficerà ?
In Italia sono circa 3,5 milioni i lavoratori che utilizzano i buoni pasto, di cui 700mila nel settore pubblico. L’innalzamento della soglia esentasse potrà tradursi in un vantaggio economico diretto per chi riceve ticket elettronici: utilizzandoli ogni giorno lavorativo, il risparmio annuo può superare i 440 euro per dipendente.
Anche le imprese trarranno beneficio dalla misura, poiché potranno offrire un vantaggio concreto ai dipendenti senza aumentare il costo del lavoro, mantenendo l’esenzione da imposte e contributi.
Si tratta, inoltre, di un intervento che si inserisce nelle politiche di sostegno ai consumi, particolarmente rilevanti in una fase di inflazione elevata e di spesa familiare stagnante.

Non mancano, tuttavia, gli esclusi. Sindacati e associazioni di categoria segnalano che molti lavoratori, soprattutto nei settori della logistica, della distribuzione o nelle piccole imprese, continuano a ricevere buoni cartacei e, quindi, restano esclusi dal beneficio.
Il rischio, denunciano, è una disparità di trattamento tra dipendenti con mansioni analoghe.
Al momento, il Governo non ha previsto né un aumento della soglia per i cartacei né una transizione obbligatoria verso il formato elettronico. Chi lavora in contesti meno digitalizzati rischia, quindi, di rimanere indietro.

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