Il bonus asilo nido si rivolge alle famiglie con figli di età inferiore a 3 anni e che frequentano l’asilo nido pubblico o privato, purché sia autorizzato. Nello specifico, i figli devono avere un’età inferiore a 3 anni o devono compiere tre anni nell’anno solare. Quindi i genitori possono presentare domanda anche dopo il compimento dei tre anni, ma sempre entro l’anno solare.
Il bonus è inoltre accessibile anche per i genitori di un minore nato, adottato o in affido temporaneo e per i bambini con gravi patologie croniche che necessitano di supporto domiciliare.
Più nel dettaglio, per poter beneficiare del Bonus asilo nido, le famiglie devono rispettare i seguenti requisiti specifici:
Il bonus è inoltre accessibile anche per i genitori di un minore nato, adottato o in affido temporaneo e per i bambini con gravi patologie croniche che necessitano di supporto domiciliare.
Più nel dettaglio, per poter beneficiare del Bonus asilo nido, le famiglie devono rispettare i seguenti requisiti specifici:
- essere residenti in Italia;
- avere un figlio a carico con meno di 3 anni;
- essere cittadini dell'Unione Europea o possedere un permesso di soggiorno regolare.
È inoltre necessario presentare l'ISEE minorenni, un documento che attesta la situazione economica del nucleo familiare.
L’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è un certificato che permette alle famiglie di accedere a bonus e prestazioni sociali agevolate.
L’ISEE minorenni è una variante del modello ISEE, destinata ai genitori non coniugati e non conviventi, per valutare la situazione economica del minore che è nel nucleo familiare di solo uno dei genitori, ovvero quello con il quale convive.
Tutte le tipologie di ISEE, tra cui anche il "minorenni", vengono rilasciate dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).
Rispetto agli anni precedenti, il Bonus Nido del 2025 introduce poi importanti novità. In primis, viene aumentato l'importo massimo erogabile per i bambini nati a partire dal 1° gennaio 2024. Tale importo, prima pari a 3.000 euro, è ora aumentato a 3.600 euro annui per le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro.
Quanto ai bambini nati negli anni antecedenti al 2024, gli importi erogabili annualmente variano come segue:
- 1500,00 euro minimi per i richiedenti con ISEE superiore a 40.000,00 euro (o per coloro che non ne allegano uno alla richiesta);
- 2.500,00 euro per le famiglie con ISEE da 25.001,00 euro a 40.000,00 euro;
- 3.000,00 euro per le famiglie con indicatore ISEE pari o inferiore a 25.000,00 euro.
Altra novità consiste nell’eliminazione del requisito relativo alla necessaria presenza di un secondo figlio minore di dieci anni nel nucleo familiare, per poter ottenere l’importo massimo del beneficio. Questo rende la misura più equa e adeguata alle esigenze di tutte le famiglie, garantendo l’opportunità di ottenere un aiuto importante anche alle famiglie con un solo figlio.
Fino allo scorso anno, bastava che la spesa fosse sostenuta da uno dei due genitori, anche se diverso da chi aveva inoltrato la richiesta.
Adesso la criticità sta nel fatto che l’INPS ha cambiato le regole per l’accesso al bonus nido, introducendo un criterio che sta creando non pochi disagi alle famiglie: per ottenere il rimborso, è necessario che la spesa sia stata sostenuta dallo stesso soggetto che ha presentato la domanda. Una modifica importante, sancita dalla circolare INPS n. 1165 del 4 aprile scorso, di cui molti genitori non erano a conoscenza, e che l’ente sta applicando in modo rigoroso nei controlli.
Quindi cosa è cambiato?
Fino al 2023, non era obbligatorio che il genitore che effettuava il pagamento fosse lo stesso che presentava la domanda. Bastava che uno dei due genitori avesse sostenuto la spesa.
Dal 2024, invece:
- il genitore che presenta la domanda deve essere lo stesso che ha effettuato materialmente il pagamento;
- questo criterio viene applicato anche retroattivamente alle domande già presentate nel 2024.
Anche se una domanda è stata formalmente accolta, l’INPS può bloccare il rimborso se il pagamento non risulta fatto dal richiedente. Molte famiglie adesso si trovano spiazzate, perché ignare di questo nuovo vincolo. In fase di controllo, l’INPS sta richiedendo prove di pagamento (ricevute, bonifici, ecc.) intestate al richiedente, altrimenti la pratica viene sospesa o annullata.