Il
bollo auto, a differenza di quanto si pensi, non è una tassa statale, ma regionale. Questo significa che
ogni Regione ha piena autonomia nel decidere se e quando applicare esenzioni, riduzioni o agevolazioni. A fare
eccezione sono solo Friuli Venezia Giulia e Sardegna, dove il tributo è gestito direttamente dall’Agenzia delle Entrate, ma anche qui le agevolazioni sono regionali.
Le esenzioni più diffuse riguardano le auto ecologiche (elettriche, ibride, a metano o GPL), i veicoli storici e i mezzi intestati a persone con disabilità. Tuttavia, ogni Regione applica regole diverse, sia nei requisiti sia nella durata. C’è chi offre esenzione permanente, chi la concede per 3 o 5 anni, chi applica sconti parziali e chi invece non prevede nessuna agevolazione. Questo crea una situazione molto frammentata e spesso poco chiara per i cittadini.
Facciamo subito un esempio: in Lombardia e Piemonte, le auto elettriche o a idrogeno non pagano mai più il bollo. Un’esenzione permanente che si applica automaticamente, senza bisogno di fare domanda. In altre Regioni, invece, come Emilia-Romagna, Campania, Lazio o Toscana, l’esenzione dura solo 5 anni e poi si paga un importo ridotto. Dunque, il tuo risparmio dipende tutto da dove vivi e da cosa guidi.
Se guidi un’auto ecologica, potresti risparmiare migliaia di euro
Le auto ecologiche sono al centro delle politiche di incentivo ambientale. Per questo, quasi tutte le Regioni italiane hanno previsto esenzioni o riduzioni del bollo per veicoli a basso impatto ambientale, come auto elettriche, ibride, a metano o GPL. Ma attenzione: non tutte le auto "verdi" sono trattate allo stesso modo.
Partiamo dai veicoli 100% elettrici: in Lombardia e Piemonte l’esenzione è permanente, e include anche le auto a idrogeno. In molte altre Regioni - come Liguria, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sicilia e Sardegna - l’agevolazione vale solo per 5 anni dalla data di immatricolazione. Trascorso il quinquennio, si inizia a pagare, ma in genere si applica una riduzione fino al 75%.
Per le auto ibride (benzina-elettrica o diesel-elettrica), il discorso si fa più complicato. Ad esempio:
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in Liguria si gode di 5 anni di esenzione per veicoli immatricolati nel 2022 e 2023;
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nelle Marche l’esenzione è per 6 anni (primo bollo + 5 annualità), ma solo per auto ibride immatricolate nel 2023 o 2024 con potenza non superiore a 66 kW;
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in Veneto l’esenzione è più limitata: 3 anni dalla prima immatricolazione, purché il veicolo sia ibrido o a doppia alimentazione (benzina/idrogeno);
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in Sicilia, l’esenzione triennale vale per le auto ibride immatricolate entro il 31 dicembre 2024, anche se plug-in.
Le auto a metano e GPL sono invece soggette, in molte Regioni, a un bollo ridotto al 25%, come accade in Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Sardegna e Abruzzo. In Trentino-Alto Adige, l’esenzione è totale per 5 anni, e poi si paga il 75%. In Lombardia, se rottami un’auto inquinante e ne acquisti una nuova (anche usata) Euro 6, puoi avere l’esenzione anche su quelle non ibride.
Auto storiche: esenzione dopo i 30 anni, sconto con certificato dai 20 anni
Anche i veicoli storici possono accedere a sgravi importanti sul bollo auto. Qui la differenza principale sta nell’età del veicolo e nel possesso o meno di un certificato di rilevanza storica.
Se l’auto ha più di 30 anni, è considerata d’epoca: in quasi tutte le Regioni non si paga il bollo, a patto che il veicolo non circoli su strada. Se invece circola, si deve pagare una tassa di circolazione annua, che varia da Regione a Regione: dai 25,82 euro in Basilicata ai 31,24 euro in Abruzzo e Campania.
Per i veicoli con più di 20 anni ma meno di 30, la Legge di Bilancio 2019 (art.1, comma 1048, L. 145/2018) ha stabilito che si può pagare la metà del bollo. Ma solo se il mezzo possiede il certificato di rilevanza storica riportato sul libretto. Senza questo certificato, si paga l’intero importo.
La Lombardia fa eccezione positiva: qui l’esenzione vale anche per i veicoli ventennali, ma solo se iscritti ai registri storici ufficiali come ASI, FMI, Storico FIAT, Storico LANCIA, o Storico ALFA ROMEO. Insomma, chi ha una vecchia auto ben conservata può davvero risparmiare centinaia di euro ogni anno.
Esenzione per disabili: chi ha diritto e quali veicoli rientrano
L’esenzione dal bollo auto per le persone con disabilità è prevista a livello nazionale, ma anche in questo caso ci sono requisiti precisi. Non basta essere disabili: bisogna rientrare in una delle categorie previste dalla legge, e il veicolo dev’essere usato per la mobilità del disabile stesso.
Secondo la normativa vigente, sono esenti dal pagamento del bollo:
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le persone con disabilità fisica con ridotte o impedite capacità motorie, che hanno adattato tecnicamente il veicolo;
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chi ha gravi difficoltà di deambulazione o pluriamputazioni;
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le persone con disabilità mentale o psichica che percepiscono l’indennità di accompagnamento;
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i ciechi e i sordi certificati.
L’esenzione si applica a un solo veicolo per persona disabile, con limiti di cilindrata: fino a 2.000 cc per auto a benzina e 2.800 cc per auto diesel. In caso di veicoli elettrici, non sono previsti limiti di potenza. Inoltre, anche il familiare che ha fiscalmente a carico la persona disabile può godere dell’esenzione, purché l’uso del veicolo sia per le necessità della persona invalida.
La richiesta di esenzione va fatta tramite apposita modulistica, allegando la documentazione sanitaria e la certificazione di proprietà del veicolo. In molte Regioni, l’esenzione non è automatica, ma una volta concessa, non va rinnovata ogni anno (salvo cambiamenti del veicolo o del proprietario).