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Assegno unico 2026, aumenti in arrivo con l'adeguamento all'inflazione: ecco gli importi aggiornati e le soglie ISEE

Assegno unico 2026, aumenti in arrivo con l'adeguamento all'inflazione: ecco gli importi aggiornati e le soglie ISEE
L’Assegno Unico Universale per i figli a carico subirà un nuovo adeguamento a partire dal 1° gennaio 2026, con una rivalutazione complessiva dell’1,7% calcolata dall’Istat sulla base dell’andamento del costo della vita nel 2025
L’Assegno unico - istituito con il D.Lgs. n. 230 del 21 dicembre 2021 - è una prestazione erogata mensilmente dall’INPS a tutti i nuclei familiari per ogni figlio minorenne a carico e, in presenza di determinati requisiti, per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni.

È riconosciuto anche per ogni figlio a carico con disabilità, senza limiti di età.

L’Assegno Unico (AUU) è universale (tutte le fasce di reddito vi hanno diritto) e progressivo (l'importo aumenta al diminuire dell'ISEE, l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente).

Secondo i dati forniti dall'Osservatorio Statistico sull'Assegno Unico Universale, nei primi sette mesi del 2024 sono stati erogati alle famiglie assegni per 11,5 miliardi di euro. Sono 6.219.848 i nuclei familiari che hanno ricevuto l’assegno per il 2024, per un totale di 9.854.566 figli.
L’adeguamento annuale dell’Assegno Unico e Universale per i figli a carico è legato, come di consueto, all’inflazione rilevata dall’Istituto Nazionale di Statistica.
Secondo le prime stime, l’aumento medio — compreso tra l’1,6% e l’1,7% — modificherà tutti gli scaglioni previsti dalla misura di sostegno alle famiglie. L’importo massimo mensile per ciascun figlio salirà a 204,4 euro (rispetto ai 201 euro attuali), mentre quello minimo passerà da 57,5 a circa 58,5 euro.

Il meccanismo di rivalutazione, introdotto dalla normativa istitutiva della misura, si basa sull’indice dei prezzi al consumo e consente di aggiornare automaticamente gli importi ogni anno, senza necessità di presentare una nuova domanda.

Le fasce ISEE subiranno un adeguamento analogo. Come riporta Il Messaggero, la soglia minima passerà da 17.090 a 17.520 euro, mentre anche le fasce intermedie verranno rialzate in proporzione.
Ad esempio:
  • per un ISEE compreso tra 21.700 e 21.800 euro, l’importo mensile per figlio sarà di 182,8 euro (contro i 179,7 euro del 2025);
  • per un ISEE tra 26.100 e 26.300 euro, si riceveranno 160,6 euro al mese (rispetto ai 157,9 euro precedenti).

L’adeguamento all’inflazione interesserà anche le maggiorazioni previste per categorie specifiche di famiglie:
  • +122,7 euro mensili per figli non autosufficienti (contro 120,6 euro);
  • +111 euro per disabilità grave (da 109,1 euro);
  • +99,4 euro per disabilità media (da 97,7 euro).

Saranno rivalutate, inoltre, le maggiorazioni destinate ai nuclei con più di tre figli e alle madri con meno di 21 anni. L’INPS ha chiarito che tutti gli adeguamenti verranno applicati in automatico, senza bisogno di nuove domande. Si segnala poi, alla luce della modifica introdotta dal D.L. 4 maggio 2023 n. 48 (Decreto lavoro 2023), che la maggiorazione è riconosciuta altresì nel caso di “unico genitore lavoratore al momento della presentazione della domanda, ove l’altro risulti deceduto, per un periodo massimo di 5 anni successivi a tale evento, nell’ambito del limite di godimento dell’assegno” (art. 4, comma 8, ultimo periodo, D. Lgs. n. 230 del 2021).

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