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Agevolazioni fiscali, in caso di decesso del contribuente passano agli eredi: ecco in quali casi e cosa devi fare

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Agevolazioni fiscali, in caso di decesso del contribuente passano agli eredi: ecco in quali casi e cosa devi fare
Gli eredi del contribuente deceduto subentrano negli obblighi fiscali e nelle detrazioni per ristrutturazioni, a condizione di detenere l’immobile e rispettare requisiti formali, con regole precise su ripartizione, documentazione e casi di esclusione
Le detrazioni fiscali legate agli interventi di ristrutturazione edilizia rappresentano uno strumento fondamentale in materia tributaria, finalizzato a favorire il recupero del patrimonio immobiliare e l’adozione di soluzioni volte all’efficientamento energetico.
Al momento del decesso del contribuente titolare della detrazione, gli eredi subentrano non solo nei diritti patrimoniali, ma anche negli obblighi dichiarativi. In concreto, essi sono chiamati a presentare la dichiarazione dei redditi per conto del de cuius, utilizzando il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche, a seconda della tipologia di redditi da dichiarare.

Oltre a dover dichiarare i proventi eventualmente percepiti dal defunto nell’anno di riferimento, gli eredi possono trovarsi a dover gestire anche plusvalenze derivanti dalla cessione di beni ereditati o altre fonti reddituali rilevanti ai fini IRPEF. In aggiunta, resta ferma l’applicazione dell’imposta di successione, commisurata al valore complessivo dell’asse ereditario.

Subentro nelle detrazioni: il principio della detenzione del bene
Le detrazioni per ristrutturazioni non ancora utilizzate dal contribuente defunto non si estinguono automaticamente, ma possono essere trasferite agli eredi. Condizione imprescindibile, tuttavia, è che questi ultimi siano titolari della detenzione materiale e diretta dell’immobile.
Ciò significa che soltanto chi, alla data del 31 dicembre dell’anno di riferimento, risulta poter disporre concretamente dell’immobile, potrà beneficiare delle rate residue. L’utilizzo effettivo, dunque, prevale sul mero diritto di proprietà: se l’immobile risulta concesso in locazione o in comodato, il diritto alla detrazione non si trasmette.

Documentazione e requisiti formali
Il subentro presuppone la corretta conservazione della documentazione che prova le spese sostenute dal de cuius. Sono essenziali:
  • le fatture emesse dalle imprese esecutrici dei lavori, complete di dati identificativi e descrizione degli interventi;
  • i bonifici cosiddetti “parlanti”, con indicazione del codice fiscale del beneficiario, della causale specifica e del riferimento normativo (art. 16 bis del T.U.I.R.);
  • eventuali autorizzazioni amministrative o titoli edilizi;
  • attestazioni tecniche relative agli interventi di risparmio energetico.

Ripartizione delle spese tra coniugi ed eredi
Se i lavori erano stati sostenuti da entrambi i coniugi, la detrazione segue la quota di spesa imputabile a ciascuno. Qualora, invece, il de cuius avesse sostenuto integralmente l’onere, l’erede che assume la detenzione dell’immobile subentra nel beneficio per le rate residue. In caso di più eredi, la detrazione viene suddivisa in parti uguali, salvo che uno solo risulti residente e detentore dell’immobile: in tale ipotesi, l’intero beneficio spetta esclusivamente a quest’ultimo.

Limiti e casi di esclusione
La disciplina vigente individua specifiche ipotesi in cui la detrazione non può essere riconosciuta:
  • se l’immobile è concesso in locazione, poiché manca il requisito della disponibilità diretta;
  • se il coniuge superstite rinuncia all’eredità pur mantenendo il diritto di abitazione, circostanza che preclude la fruizione delle rate residue;
  • se il bene viene successivamente ceduto o donato dall’erede che ne deteneva la disponibilità, con conseguente perdita definitiva del beneficio fiscale.


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