La Corte di giustizia tributaria di Roma, con la sentenza n. 15671/2025, ha affermato che la decadenza non può essere applicata se il mancato pagamento non dipende dalla volontà del debitore. I giudici capitolini hanno chiarito che, sebbene la normativa in materia lasci pochi dubbi e poco spazio a interpretazioni, la stessa non può comunque essere letta come un cieco automatismo. I giudici richiamano i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalità, insieme allo Statuto del contribuente (L. 212/2000), che impone di motivare ogni provvedimento amministrativo.
Nel caso oggetto della pronuncia, il ricorrente aveva effettivamente saltato otto rate e l’Agenzia delle Entrate-Riscossione lo aveva dichiarato decaduto dal piano senza ulteriori valutazioni. Tuttavia, i mancati versamenti erano stati causati da una grave malattia oncologica, un intervento chirurgico, un lungo ricovero ospedaliero e cicli di chemioterapia. Il contribuente ha ampiamente documentato le ragioni del mancato adempimento, dimostrando che non si trattava di negligenza, ma di una conseguenza diretta di circostanze imprevedibili e insuperabili, non gestibili con la normale diligenza.
Per la Corte, equiparare un quadro clinico simile a un comportamento volontario è giuridicamente inaccettabile. È lo stesso principio che vale per eventi naturali, condizioni ostative o qualsiasi circostanza che renda impossibile adempiere.
I giudici però non si sono limitati ad annullare l’intimazione, ma hanno altresì imposto all’AdE-R il ripristino del piano di rateizzazione, con rimodulazione delle rate insolute.
Il messaggio che arriva dai giudici tributari è chiaro e riguarda direttamente il rapporto tra Fisco e contribuenti. Gli agenti della riscossione, infatti, non possono limitarsi ad applicare pedissequamente e in modo automatico la legge, ma devono necessariamente tenere conto delle situazioni reali di ciascun contribuente.
Pertanto, non è legittimo derogare ai principi di ragionevolezza e proporzionalità in nome di una riscossione più efficace. Nell’ottica del principio di collaborazione tra Fisco e contribuente, è fondamentale che si tenga conto e si rispettino le condizioni personali di chi si trova in difficoltà per circostanze imprevedibili, in alcun modo riconducibili alla propria volontà.