Le vacanze in montagna sono spesso sinonimo di benessere e sport, ma restano un contesto in cui la sicurezza giuridica e pratica assume un ruolo molto rilevante. Negli ultimi anni, il legislatore italiano è intervenuto più volte per regolamentare l’accesso alle piste da sci, l’uso delle attrezzature e persino i soccorsi in montagna.
Dal 2025/26 il quadro cambia ancora, con novità che vale la pena conoscere prima di mettere gli sci o di pianificare un’escursione.
La novità più rilevante per la stagione sciistica 2025-2026 è l’introduzione dell’obbligo di casco per tutti, senza distinzione di età.
Finora, ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. 28 febbraio 2021, n. 40, l’obbligo era limitato ai minori di 18 anni. Ma un emendamento contenuto nel Decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96 (c.d. “Decreto Sport”) ha modificato tale disposizione estendendola anche agli adulti e, in generale, a tutti coloro che praticano gli sport invernali, quali ad esempio sci, snowboard, slitta e slittino. L’entrata in vigore avverrà con l’apertura della stagione sciistica 2025-26 (tipicamente dal 1° novembre 2025).
L’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza sulle piste e ridurre il numero di traumi cranici, che rappresentano una delle principali tipologie di infortunio negli sport da discesa.
Per chi scia senza casco sono previste sanzioni amministrative fino a 150 euro. In caso di recidiva, i gestori degli impianti possono disporre persino il ritiro dello skipass.
Si tratta di un obbligo semplice ma fondamentale, che produce un deterrente nei confronti di chi soleva praticare questi sport senza dispositivo di sicurezza.
Accanto al casco, rimane operativo l’obbligo di possedere un’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi se si vuole accedere alle piste da sci. Tale obbligo è in vigore dal 2022, sempre per effetto del d.lgs. 40/2021, che ha introdotto una riforma completa della sicurezza sulle piste.
Non avere l’assicurazione può comportare l’applicazione di una sanzione amministrativa (generalmente tra 100 e 150 euro), la negazione o revoca dello skipass o l’impossibilità di accedere alle piste battute.
Molti comprensori offrono la polizza direttamente in biglietteria, ma è sempre consigliabile verificare in anticipo di avere la copertura assicurativa, onde evitare sorprese.
Infine, la novità più discussa riguarda i soccorsi in montagna. A partire dal 1° gennaio 2026, chi richiede un intervento di ricerca, soccorso o salvataggio potrebbe essere tenuto a pagare un contributo economico, ma solo in determinati casi. Questa misura è contenuta nella bozza della Legge di Bilancio 2026.
La norma prevede che:
Dal 2025/26 il quadro cambia ancora, con novità che vale la pena conoscere prima di mettere gli sci o di pianificare un’escursione.
La novità più rilevante per la stagione sciistica 2025-2026 è l’introduzione dell’obbligo di casco per tutti, senza distinzione di età.
Finora, ai sensi dell’art. 17 del d.lgs. 28 febbraio 2021, n. 40, l’obbligo era limitato ai minori di 18 anni. Ma un emendamento contenuto nel Decreto-legge 30 giugno 2025, n. 96 (c.d. “Decreto Sport”) ha modificato tale disposizione estendendola anche agli adulti e, in generale, a tutti coloro che praticano gli sport invernali, quali ad esempio sci, snowboard, slitta e slittino. L’entrata in vigore avverrà con l’apertura della stagione sciistica 2025-26 (tipicamente dal 1° novembre 2025).
L’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza sulle piste e ridurre il numero di traumi cranici, che rappresentano una delle principali tipologie di infortunio negli sport da discesa.
Per chi scia senza casco sono previste sanzioni amministrative fino a 150 euro. In caso di recidiva, i gestori degli impianti possono disporre persino il ritiro dello skipass.
Si tratta di un obbligo semplice ma fondamentale, che produce un deterrente nei confronti di chi soleva praticare questi sport senza dispositivo di sicurezza.
Accanto al casco, rimane operativo l’obbligo di possedere un’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi se si vuole accedere alle piste da sci. Tale obbligo è in vigore dal 2022, sempre per effetto del d.lgs. 40/2021, che ha introdotto una riforma completa della sicurezza sulle piste.
Non avere l’assicurazione può comportare l’applicazione di una sanzione amministrativa (generalmente tra 100 e 150 euro), la negazione o revoca dello skipass o l’impossibilità di accedere alle piste battute.
Molti comprensori offrono la polizza direttamente in biglietteria, ma è sempre consigliabile verificare in anticipo di avere la copertura assicurativa, onde evitare sorprese.
Infine, la novità più discussa riguarda i soccorsi in montagna. A partire dal 1° gennaio 2026, chi richiede un intervento di ricerca, soccorso o salvataggio potrebbe essere tenuto a pagare un contributo economico, ma solo in determinati casi. Questa misura è contenuta nella bozza della Legge di Bilancio 2026.
La norma prevede che:
- il contributo sia dovuto solo quando l’evento che ha richiesto il soccorso è imputabile a dolo o colpa grave dell’interessato;
- la cifra sia determinata con un successivo Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che stabilirà importi e criteri di calcolo (es. ore di lavoro del personale, utilizzo di mezzi, carburante, attrezzature specialistiche);
- il pagamento riguardi interventi svolti dalla Guardia di Finanza, sia in ambiente montano sia in mare o acque interne.
Dunque, se un escursionista esce con attrezzatura inadeguata, ignora allerte meteo oppure intraprende percorsi vietati, e da tali condotte deriva la necessità del soccorso, potrà essere chiamato a rimborsare (almeno in parte) i costi dell’operazione.
Invece, se l’evento si verifica senza colpa, ad esempio in caso di incidente imprevedibile o malore, gli interventi di salvataggio e recupero continueranno ad essere gratuiti.
L’intento, con questa norma, è duplice: responsabilizzare chi frequenta la montagna e alleggerire le spese pubbliche legate a interventi spesso molto onerosi.
Gli interventi normativi degli ultimi anni mostrano una tendenza chiara: favorire una cultura della sicurezza attiva. L’obiettivo non è punire chi frequenta la montagna, ma ridurre comportamenti rischiosi che mettono a repentaglio sia gli utenti, sia chi interviene per soccorrerli.
Per chi pratica sci, snowboard o trekking, ciò significa:
Invece, se l’evento si verifica senza colpa, ad esempio in caso di incidente imprevedibile o malore, gli interventi di salvataggio e recupero continueranno ad essere gratuiti.
L’intento, con questa norma, è duplice: responsabilizzare chi frequenta la montagna e alleggerire le spese pubbliche legate a interventi spesso molto onerosi.
Gli interventi normativi degli ultimi anni mostrano una tendenza chiara: favorire una cultura della sicurezza attiva. L’obiettivo non è punire chi frequenta la montagna, ma ridurre comportamenti rischiosi che mettono a repentaglio sia gli utenti, sia chi interviene per soccorrerli.
Per chi pratica sci, snowboard o trekking, ciò significa:
- adottare equipaggiamento adeguato;
- informarsi prima di affrontare un percorso;
- assicurarsi di rispettare obblighi e regolamenti locali;
- prestare attenzione al meteo, ai divieti e alla segnaletica.
Queste norme hanno dunque, come scopo finale, quello di rafforzare la consapevolezza di tutti che la libertà di fruire della montagna debba andare di pari passo con la responsabilità individuale.