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Tassa di successione, ecco quando non devi pagarla: tutti i beni esclusi dall'imposta di successione secondo la legge

Eredità - -
Tassa di successione, ecco quando non devi pagarla: tutti i beni esclusi dall'imposta di successione secondo la legge
La legge stabilisce quali beni è possibile trasmettere in eredità senza pagare l’imposta di successione
Per la legge italiana, in caso di successione ereditaria, a determinate condizioni, bisogna presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate, indicando quanto si è ereditato. L’Agenzia poi provvede a chiedere il pagamento dell’imposta di successione per il trasferimento dei beni del defunto.

Però, l’imposta di successione non è sempre dovuta. Ci sono delle eccezioni.

Quali beni possono essere trasmessi in eredità senza pagare l’imposta di successione?

Secondo la legge (L. n. 286/2006), l’imposta si applica con tre aliquote diverse in base al grado di parentela tra erede e defunto:
  • c’è un’aliquota del 4% per i beni destinati al coniuge e ai figli (o parenti in linea retta);
  • è prevista l’aliquota del 6% per i beni devoluti a fratelli e sorelle;
  • c’è un’aliquota del 6% per gli altri parenti fino al quarto grado, gli affini in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al terzo grado. Ad esempio, nipoti, zii, generi e nuore, suoceri e cognati;
  • è stabilita un’aliquota dell’8% per i beni devoluti ai parenti più lontani e agli estranei.

Però, non sempre i beni ereditati dal defunto sono soggetti a tassazione: cioè, in alcuni casi, è possibile trasmettere beni in eredità senza pagare l’imposta di successione.

Innanzitutto, lo Stato prevede una franchigia: ossia, una soglia di valore al di sotto della quale l’imposta non va pagata. In sostanza, al di sotto del valore previsto, c’è l’esenzione dall’imposta di successione. Nello specifico:
  • il coniuge e i figli pagano il 4%, ma hanno una franchigia di un milione di euro;
  • i fratelli e le sorelle versano un’aliquota del 6%, ma con una franchigia di 100.000 euro.

Bisogna sottolineare che la franchigia si calcola sul valore della quota attribuita a ciascun erede e non sul patrimonio complessivo lasciato dal de cuius (cioè, dal morto). Quindi, ad esempio, se i beni del defunto sono devoluti al coniuge e ai tre figli, ognuno di loro ha diritto alla franchigia di un milione di euro. Pertanto, più sono i beneficiari, più aumenterà la soglia della franchigia: nell’esempio, si arriva fino a quattro milioni di euro.

In concreto, proprio grazie a questo meccanismo, spesso l’imposta di successione non deve essere pagata proprio perché si rimane al di sotto della soglia di esenzione (dunque, se presenti nell’eredità, si dovranno pagare soltanto le imposte ipotecarie e catastali sugli immobili).

Invece, per le restanti categorie (gli altri parenti e i terzi estranei), non è prevista alcuna franchigia. Che significa? Vuol dire che l’imposta di successione deve essere comunque pagata. Non c’è esenzione, a meno che non ci si riferisca a quei beni che non sono sottoposti ad alcuna particolare tassazione.

Quindi, quali beni sono esonerati dal pagamento dell’imposta di successione?

Si parla di “beni imponibili” per indicare quei beni a cui si applica l’imposta. In particolare:
  • beni immobili;
  • beni mobili (comprese barche e aeromobili, ma escluse auto e moto);
  • denaro, gioielli, opere d’arte;
  • crediti, conti correnti, investimenti (azioni e obbligazioni) e, in linea genere, ogni rapporto bancario;
  • aziende e partecipazioni in società di ogni genere.

I beni, che sono esclusi dal pagamento dell’imposta di successione, sono i seguenti:
  • il trattamento di fine rapporto (TFR) e le indennità da lavoro;
  • i titoli di Stato (come buoni del Tesoro ordinari e pluriennali);
  • i certificati di credito;
  • i crediti verso lo Stato, i quali non siano stati ancora riconosciuti sussistenti dall’ente pubblico debitore;
  • i crediti rivendicati in sede giudiziaria, ma non ancora definiti da sentenza giudiziale;
  • beni culturali che sono soggetti a vincolo culturale (come beni di pregio architettonico, storico o culturale) precedente alla successione;
  • veicoli iscritti al pubblico registro automobilistico;
  • polizze vita, assicurazioni previdenziali (volontarie od obbligatorie).

Questi beni sono esonerati da oneri fiscali perché non concorrono alla formazione dell’attivo ereditario e, quindi, non vanno inseriti nella dichiarazione di successione.


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