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Successione, dal 2026 si pagheranno meno tasse, anche per le donazioni: ecco perché e tutte le novità

Successione, dal 2026 si pagheranno meno tasse, anche per le donazioni: ecco perché e tutte le novità
Dal prossimo anno una modifica normativa alla fiscalità di successioni e donazioni abolisce il cosiddetto coacervo e raddoppia le franchigie. Scopriamo come la nuova norma potrà far risparmiare le famiglie
C'è un importante testo normativo che, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e l'entrata in vigore più di un anno fa, dispiegherà appieno i suoi effetti anche in materia di successioni e donazioni. Si tratta del d.lgs. 139/2024, che introduce una novità rilevante: l'eliminazione del cosiddetto coacervo, cioè la regola secondo cui le donazioni, ricevute dal futuro erede quando il de cuius era ancora in vita, devono essere sommate all'eredità ai fini del calcolo dell'imposta sulle successioni.

Questa riforma si rivela particolarmente vantaggiosa per gli eredi poiché - senza modificare istituti cardine come, ad esempio, la quota di legittima - raddoppia di fatto la soglia esente da imposta, rendendo più efficiente la pianificazione successoria e semplificando i trasferimenti patrimoniali intergenerazionali. In breve, le franchigie di esenzione fiscale - per successioni e donazioni - diverranno indipendenti tra loro.

Ecco, per punti, che cosa cambierà in concreto per i cittadini:
  • oggi, quando un erede è beneficiario di una donazione da parte di un genitore, quella donazione viene memorizzata e ricordata dalle Entrate al momento dell'apertura della successione. Infatti, donazione e futura quota ereditaria vengono sommate per verificare l'eventuale superamento del limite di franchigia (pari a un milione di euro per coniuge e figli);
  • dal primo gennaio prossimo, invece, donazioni e successioni saranno fiscalmente slegate. Perciò, la franchigia pari a un milione non sarà più unica, ma doppia: un milione per quanto ricevuto con la donazione e un altro milione per quanto ricevuto dal de cuius;
  • senza il calcolo cumulativo, un erede potrà più facilmente restare nel tetto di due milioni complessivi, perché non varcherà la soglia di esenzione dall'imposta di successione.
Pur non riducendo l'aliquota, la nuova regola modifica il metodo di calcolo della base imponibile e, per questa via, farà risparmiare fiscalmente le famiglie. Infatti, con l'abolizione del calcolo cumulativo, un erede potrà più facilmente restare nello "spazio" non tassato, senza varcare così la soglia di esenzione dall'imposta di successione.

Con l'eliminazione del coacervo - dal primo gennaio prossimo - a beneficiare della novità saranno in particolare le famiglie con un consistente patrimonio immobiliare, i genitori che vogliono trasferire partecipazioni societarie o abitazioni di prestigio ai figli e quei nuclei familiari con più figli. Come detto, infatti, le franchigie si moltiplicheranno e chi possiede immobili o patrimoni rilevanti avrà uno strumento molto più conveniente per trasferirli. Non sarà più necessario "diluire" nel tempo le donazioni per evitare maggiori pagamenti di tasse in futuro.

Concludendo, per molte famiglie, questa modifica normativa significherà poter aiutare i figli oggi, senza temere futuri aggravi fiscali e con la certezza di ottimizzare la trasmissione del patrimonio in modo più semplice, trasparente ed economicamente vantaggioso.

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