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Sesso in auto, ecco quando non è possibile farlo e si rischiano multe salata o addirittura è reato: tutti i casi vietati

Sesso in auto, ecco quando non è possibile farlo e si rischiano multe salata o addirittura è reato: tutti i casi vietati
Appartarsi nell'abitacolo per un momento di intimità non comporta più conseguenze penali, ma le sanzioni amministrative possono raggiungere cifre da capogiro. E, se ci sono minori nei paraggi, si rischia persino il carcere. Ecco tutto quello che devi sapere per evitare brutte sorprese
Dal 15 gennaio 2016, con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 8, il panorama normativo relativo agli atti osceni in luogo pubblico ha subito una trasformazione radicale. La condotta - che prima costituiva un reato - è stata depenalizzata, trasformandosi in un illecito amministrativo. Ciò significa che appartarsi in auto per fare sesso non porta più automaticamente a conseguenze penali, ma resta comunque un comportamento sanzionabile.
La distinzione fondamentale riguarda la presenza o meno di minori nelle vicinanze. Se l'atto viene compiuto in luoghi abitualmente frequentati da bambini o ragazzi, come nelle immediate vicinanze di scuole, parchi giochi o aree ricreative, con il rischio concreto che possano assistervi, allora si configura ancora un reato. In questo caso specifico, le conseguenze sono molto gravi: si rischia la reclusione da quattro mesi fino a quattro anni e sei mesi. Non è necessario che il minore abbia effettivamente assistito all'atto, è sufficiente che esistesse il rischio concreto che potesse vederlo. Inoltre, i genitori del minore possono costituirsi parte civile nel procedimento penale per richiedere il risarcimento dei danni morali subiti dal figlio a causa dell'esposizione a comportamenti illeciti.
Quando invece non c'è coinvolgimento di minori, l'atto osceno in luogo pubblico resta un illecito amministrativo. Questo comprende qualsiasi comportamento che violi il comune senso di moralità e decenza in un luogo pubblico o, comunque, accessibile al pubblico. Non si tratta necessariamente di un atto sessuale completo: anche comportamenti o atteggiamenti che richiamano la sfera sessuale, pur senza essere atti espliciti, possono essere sanzionati. La valutazione dipende dalla percezione sociale del gesto e dalla sua capacità di turbare la pubblica decenza.
Quando si parla di illecito amministrativo, le cifre in gioco non sono affatto trascurabili. La legge prevede una sanzione pecuniaria che varia da 5.000 a 30.000 euro, un range decisamente ampio entro cui la concreta quantificazione dipende dalla gravità del comportamento contestato. Il criterio principale per determinare l'entità della multa è il grado di esposizione al pubblico dell'atto: più il comportamento è visibile e capace di turbare la sensibilità comune, maggiore sarà l'importo della sanzione. Un atto commesso in pieno centro città, in pieno giorno e con vetture non oscurate verrà punito molto più severamente rispetto a uno consumato in una zona isolata durante le ore notturne.
Esiste comunque la possibilità di difendersi. Chi riceve una sanzione amministrativa può presentare ricorso al giudice di pace entro 30 giorni dalla notifica, se ritiene che la multa sia ingiusta o che non sussistano i presupposti per la sua applicazione. È fondamentale rispettare questo termine perentorio, poiché - superati i 30 giorni - si decade dal diritto di impugnazione.
La giurisprudenza ha talvolta evitato di applicare sanzioni in situazioni particolari, ma ogni caso viene valutato nella sua specificità. Gli atti osceni sono considerati reati di pericolo, quindi ciò che conta non è solo l'atto in sé, ma anche il contesto e la potenziale visibilità. Una condotta discreta, in un luogo davvero isolato e in orari con scarsissima affluenza di persone, comporta minori rischi, anche se il pericolo non può mai essere completamente escluso.
Il ruolo determinante della location
La scelta del luogo rappresenta l'elemento che può fare la differenza tra una semplice trasgressione privata e un illecito sanzionabile. Se l'automobile si trova in un luogo pubblico o accessibile al pubblico, la probabilità che l'atto venga notato da altre persone aumenta in modo esponenziale, indipendentemente dalle precauzioni adottate. Anche località che apparentemente sembrano private, come vicoli ciechi, piazzole autostradali poco frequentate o strade di campagna, sono considerate dalla legge come luoghi pubblici se risultano facilmente accessibili a chiunque.
La giurisprudenza ha consolidato un orientamento molto chiaro su questo punto: diverse sentenze hanno stabilito che anche luoghi poco battuti possono rientrare nella definizione di luogo pubblico e, quindi, essere idonei per la configurazione dell'illecito amministrativo. Un'area può sembrare deserta al momento, ma se resta potenzialmente accessibile a passanti occasionali, l'atto può essere sanzionato. La questione non è se effettivamente qualcuno abbia assistito alla scena, ma se esistesse la possibilità concreta che ciò accadesse.
Una domanda ricorrente riguarda l'orario: un rapporto consumato di notte viene valutato diversamente rispetto a uno alla luce del sole? Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, né l'orario né la posizione appartata dell'auto sono elementi determinanti per escludere l'illecito. Sebbene nell'immaginario collettivo un atto compiuto pubblicamente di giorno sembri più grave di uno notturno in una zona isolata, la giurisprudenza consolidata non fa questa distinzione sostanziale. Anche adottando precauzioni come oscurare i finestrini o scegliere parcheggi defilati, se l'atto risulta percepibile dall'esterno può comunque essere sanzionato. La valutazione finale dipende sempre dalla visibilità effettiva e dal rischio di violare il comune senso di moralità pubblica. Naturalmente, in zone molto frequentate l'importo della sanzione tenderà verso il limite massimo, mentre in luoghi più isolati, ma comunque accessibili, la multa potrebbe attestarsi su cifre inferiori, pur restando nel range previsto dalla normativa.


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