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Scuola, detrazione del 22% sui libri di testo, ecco i requisiti e come funziona: i dettagli della nuova proposta

Scuola, detrazione del 22% sui libri di testo, ecco i requisiti e come funziona: i dettagli della nuova proposta
Settembre alle porte significa una cosa sola per chi ha figli alle superiori: conto salato per i libri di testo. Ma stavolta potrebbe esserci una novità importante: un emendamento alla Manovra promette di restituire parte della spesa attraverso la dichiarazione dei redditi. Vediamo come funzionerebbe e chi potrebbe beneficiarne davvero
Ogni anno, con l'avvio del nuovo ciclo scolastico, migliaia di famiglie italiane si trovano a fare i conti con una spesa che diventa sempre più onerosa. I libri di testo per le scuole secondarie di secondo grado rappresentano, infatti, una voce di bilancio tutt'altro che trascurabile, capace di erodere centinaia di euro dai risparmi familiari in un colpo solo. Proprio per alleggerire questo peso, le senatrici Mariastella Gelmini e Giusy Versace del gruppo parlamentare Noi Moderati hanno depositato un emendamento alla Legge di Bilancio che potrebbe cambiare le carte in tavola.
L'obiettivo dichiarato è quello di introdurre una detrazione fiscale del 22% applicabile all'acquisto dei manuali scolastici, sia in versione cartacea che digitale, destinati agli studenti delle superiori. La misura mira a offrire un concreto sostegno economico alle famiglie, trasformando una spesa obbligatoria in un'opportunità di risparmio fiscale attraverso la dichiarazione dei redditi.
Come funzionerebbe la detrazione: requisiti e paletti da rispettare
Il meccanismo proposto dall'emendamento si inserirebbe all'interno del sistema delle detrazioni IRPEF già esistenti, permettendo di recuperare - attraverso il modello 730 o il modello Redditi - una quota pari al 22% dell'importo speso per i libri di testo. La misura coprirebbe espressamente sia i volumi tradizionali in formato cartaceo sia quelli in versione digitale, purché rientrino nelle liste di adozione ufficiali stabilite dalle scuole.
Ci sarebbe, però, un vincolo di non cumulabilità: la detrazione spetterebbe esclusivamente a condizione che, per gli stessi acquisti, non si sia già beneficiato di altre forme di sostegno pubblico. Questo significa che le famiglie che ricevono già contributi regionali, comunali o altri bonus specifici per la stessa finalità non potrebbero accedere anche a questa agevolazione fiscale. Si tratta di una clausola pensata per impedire sovrapposizioni ed evitare che lo stesso acquisto venga finanziato più volte con denaro pubblico, garantendo così una distribuzione più equa delle risorse disponibili.
Due strade possibili: detrazione universale o con limite di reddito
L'emendamento presentato dalle senatrici Gelmini e Versace prevede in realtà due differenti formulazioni, che ora dovranno essere valutate durante l'iter parlamentare della Manovra. La prima versione è quella più inclusiva e prevedrebbe l'accesso alla detrazione del 22% per tutte le famiglie con figli iscritti alle scuole superiori, senza distinzioni di reddito, mantenendo naturalmente fermo il principio di non cumulabilità con altri aiuti. Questa opzione comporterebbe un impegno economico per lo Stato quantificato in circa 67 milioni di euro all'anno a partire dal 2026, risorse che verrebbero attinte dal Fondo per le esigenze indifferibili.
La seconda ipotesi, invece, introduce una soglia di accesso basata sull'Indicatore della Situazione Economica Equivalente: la detrazione spetterebbe soltanto ai nuclei familiari con un ISEE non superiore a 35.000 euro. Con questa restrizione più selettiva, il costo annuale per le casse pubbliche scenderebbe a 33 milioni di euro, praticamente dimezzandosi rispetto alla versione universale. Anche in questo caso la copertura finanziaria proverrebbe dallo stesso fondo statale, ma l'intervento risulterebbe più mirato verso le famiglie con redditi medio-bassi.
Tempi e prospettive della proposta
L'emendamento depositato da Noi Moderati è ora all'esame delle commissioni parlamentari competenti, che dovranno valutarne la sostenibilità economica e la compatibilità con il quadro complessivo della Legge di Bilancio. Nelle prossime settimane si capirà se questa proposta riuscirà a superare il confronto politico e trovare spazio nel testo definitivo che verrà approvato entro fine anno. Non è scontato che la misura venga accolta così come presentata: potrebbe essere modificata, integrata con altri interventi oppure accantonata per ragioni di bilancio.
Quello che è certo è che il tema del sostegno alle famiglie per le spese scolastiche resta centrale nel dibattito pubblico, soprattutto in un periodo in cui il costo della vita continua a crescere e le voci di spesa obbligate pesano sempre di più sui budget domestici. Se l'emendamento dovesse essere approvato, rappresenterebbe comunque un primo passo verso un alleggerimento fiscale concreto per migliaia di nuclei familiari italiani, che ogni anno affrontano la sfida economica dell'inizio della scuola.


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