Qualora emergano indizi di reato, l’attività ispettiva deve essere sempre condotta nel rispetto delle norme del codice di procedura penale. (continua a leggere)
Risulta viziato il provvedimento che applica la pena su richiesta delle parti in assenza della preventiva riparazione dell’offesa arrecata. (continua a leggere)
Le investigazioni compiute da privati e non da agenzie di investigazione incontrano limiti precisi: oltrepassandoli, si rischia di essere incriminati. (continua a leggere)
Il morbo di Parkinson, di cui sia affetto l’imputato, integra il suo legittimo impedimento a comparire in udienza, giustificandone il differimento. (continua a leggere)
La Cassazione afferma che è necessario contemperare i diritti di tutela della persona offesa con i diritti fondamentali dell’indagato. (continua a leggere)
Il giudice che non condivida le conclusioni di una consulenza tecnica deve disporne un’altra e non può decidere in base alla sua scienza privata. (continua a leggere)
I messaggi Whatsapp nella memoria del telefono cellulare dell’imputato possono essere utilizzati come prova. (continua a leggere)
I testi delle conversazioni via messaggio possono essere legittimamente acquisiti ed utilizzati in giudizio se ottenuti mediante screenshot a cura degli inquirenti. (continua a leggere)
L’istituto della irrilevanza penale del fatto in ambito processuale penale minorile prevale, quale lex specialis, su quello della “particolare tenuità del fatto” del codice penale. (continua a leggere)
Se è stata concessa una misura alternativa al carcere, non va applicata la nuova norma che amplia l'elenco dei reati ostativi (continua a leggere)