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Pignoramento del conto corrente, anche se è vuoto non sei al sicuro, attento all'insidia dei 60 giorni: nuova sentenza

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Pignoramento del conto corrente, anche se è vuoto non sei al sicuro, attento all'insidia dei 60 giorni: nuova sentenza
Elena riceve una notifica di pignoramento sul proprio conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Si affretta a controllare il saldo: è a zero, forse addirittura in rosso. Tira un sospiro di sollievo pensando: “Non possono prendermi nulla”. Invece la situazione non è tranquilla. Da quel momento, per sessanta lunghissimi giorni, il suo conto si trasforma in una scatola vuota pronta a fagocitare ogni centesimo che vi entrerà. Lo stipendio che aspetta? Un bonifico da un familiare? Tutto sparisce, assorbito direttamente dall’Agente della Riscossione
Il pignoramento è una procedura legale che consente ai creditori di aggredire i beni del debitore per recuperare i crediti non saldati. Si tratta di uno strumento piuttosto temuto, soprattutto in Italia, dove può colpire sia beni mobili (ad esempio, automobili, denaro, arredi) che immobili (come case o terreni). Inoltre, non riguarda solo i beni direttamente posseduti dal debitore, ma può estendersi anche ai crediti che il debitore ha verso terzi.

La normativa di riferimento in materia di pignoramento presso terzi - sembra utile rammentare - è contenuta nel Libro III del codice di procedura civile, agli artt. 543 e seguenti.
La Suprema Corte ha stabilito un principio inesorabile: la banca, in qualità di “terzo pignorato”, non deve solo bloccare le somme presenti, ma è tenuta – proprio come impone l’articolo 546 del codice di procedura civile – a custodire e, successivamente, versare al Fisco tutto ciò che maturerà entro i 60 giorni successivi alla notifica dell'atto di pignoramento. È questa la conseguenza di quanto espresso nella sentenza n. 28520 del 27 ottobre 2025: una pronuncia che ridefinisce i confini del pignoramento esattoriale speciale previsto dall’articolo 72 bis del D.P.R. 602/1973, lasciando i correntisti gelati:
"l’atto di pignoramento dei crediti del debitore verso terzi può contenere, in luogo della citazione di cui all’articolo 543, secondo comma, numero 4, dello stesso codice di procedura civile, l’ordine al terzo di pagare il credito direttamente al concessionario, fino a concorrenza del credito per cui si procede:
  • nel termine di sessanta giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, per le somme per le quali il diritto alla percezione sia maturato anteriormente alla data di tale notifica;
  • alle rispettive scadenze, per le restanti somme".

La Cassazione è chiarissima: il cosiddetto spatium deliberandi – i 60 giorni concessi alla banca dopo la notifica dell’ordine di pagamento diretto – non rappresenta un periodo di attesa, bensì un "periodo di cattura".

Ne deriva una vera e propria “gabbia fiscale”, nella quale ogni euro maturato dopo il pignoramento è automaticamente destinato al Fisco, senza margini di opposizione immediata.

Durante tale periodo, ogni somma che affluisce sul conto è soggetta al vincolo di custodia e deve essere consegnata all’agente della riscossione.
Il vincolo si estende anche ai crediti futuri ed eventuali: ciò significa che, anche se il conto è vuoto o in rosso al momento della notifica, qualsiasi somma che vi entrerà successivamente potrà essere immediatamente bloccata e destinata al Fisco.

Finora molti pensavano che un conto “incapiente” fosse, di fatto, impignorabile. La Cassazione ha demolito, dunque, questa convinzione.
Si rammenta come ai contribuenti che vogliono mettersi in regola con il versamento delle somme richieste dall'Agenzia delle entrate - Riscossione (AdeR) in avvisi e cartelle di pagamento, ma non riescono a pagare in un'unica soluzione, sia data la possibilità di dilazionare il pagamento delle somme da versare in più rate, di importo non inferiore a 50 euro ciascuna.
Il pagamento della prima rata del piano di ammortamento determina una serie di effetti sul debito compreso nelle cartelle oggetto della rateizzazione e sulle eventuali procedure collegate:
  • AdeR sospende l'eventuale fermo amministrativo disposto in precedenza sul bene mobile registrato (si pensi all'automobile), a condizione che tutti i debiti oggetto del fermo siano stati ricompresi nell'istanza di dilazione;
  • sono da considerarsi estinte le procedure esecutive (pignoramenti) in corso, a condizione che non si sia ancora tenuto l'incanto con esito positivo e non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati;
  • il contribuente, a seguito del pagamento delle rate e, conseguentemente, dell'abbattimento dell'importo del debito, può chiedere, con spese a proprio carico, e al ricorrere di determinate condizioni, la riduzione (diminuzione della somma garantita da ipoteca) o restrizione (liberazione parziale di uno o più degli immobili ipotecati) dell'eventuale ipoteca iscritta in data antecedente alla presentazione dell'istanza.

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