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Perchè le frasi e avances di Giambruno dovrebbero essere considerate vere e proprie molestie sessuali sul luogo di lavoro

Perchè le frasi e avances di Giambruno dovrebbero essere considerate vere e proprie molestie sessuali sul luogo di lavoro
Dai fuorionda diffusi da Striscia la Notizia le frasi di Andrea Giambruno potrebbero rappresentare delle vere e proprie molestie sul posto di lavoro ma non se ne parla abbastanza
Decisamente una settimana da dimenticare per Andrea Giambruno, giornalista e ormai ex compagno della Premier Giorgia Meloni. L’uomo da qualche giorno è diventato noto alle cronache nazionali a seguito della diffusione, da parte di Striscia la notizia, di alcuni fuorionda della trasmissione condotta da Giambruno, Diario del giorno, in onda su Rete 4.
A seguito dello tsunami mediatico, la Premier Meloni, sua compagna da quasi 10 anni, non ha esitato a piantarlo in asso direttamente con un annuncio social.

Ma che cosa ha scatenato tutto questo polverone? Si tratta di frasi sessiste e inopportune, quelle rivolte dal giornalista televisivo nei confronti di una collega durante alcuni fuorionda del suo programma e diffuse poi da Striscia La Notizia. Frasi come: “Tu sei fidanzata? Sei “aperturista”? Come ti chiami? Ma ci siamo già conosciuti io e te?”, “Posso toccarmi il pacco mentre ti parlo?” o ancora “Lo sai che io e … abbiamo una tresca? Lo sa tutta Mediaset, adesso lo sai anche tu. Però stiamo cercando anche una terza partecipante, facciamo le foursome…" inteso come sesso a quattro.

Ora, oltre alla ovvietà che ci troviamo di fronte a frasi sgradevoli e inaccettabili da rivolgere ad una donna, quello su cui i media dovrebbero concentrarsi è il fatto che questi atteggiamenti rappresentano delle vere e proprie molestie sessuali sul posto di lavoro.
Da un lato, infatti, c’è un uomo – il conduttore del programma Mediaset –, in una posizione di potere, che fa apprezzamenti, domande inopportune e addirittura proposte sessuali sul posto di lavoro. Dall’altro lato, c’è una giovane collega, sua sottoposta, che è palesemente in difficoltà e a disagio di fronte a tali atteggiamenti.

Come precisato dall’art. 26 del c.d. Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (il d.lgs. 11 aprile 2006, n. 198), le molestie sessuali sono identificate come discriminazioni costituite da tutti “quei comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, espressi in forma fisica, verbale o non verbale, aventi lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo”.

Purtroppo, comportamenti come quelli dell’ex first gentleman non sono rari. Infatti, secondo una recente indagine svolta dalla Commissione Pari Opportunità del FNSI, il sindacato dei giornalisti, circa l’85% delle giornaliste italiane ha dichiarato di aver subito molestie sessuali almeno una volta, sul posto di lavoro. Una percentuale altissima e allarmante.
In tre casi su quattro, le molestie si sarebbero verificate proprio all’interno dello studio di redazione, anche alla presenza di altri colleghi. Questo dato è davvero sconcertante, in quanto denota quasi una normalizzazione di questi atteggiamenti, che avvengono praticamente alla luce del sole.

Le battute a sfondo sessuale, rappresentano la forma di molestia più diffusa, circa l’80% dei casi. Subito dopo vengono gli sguardi inopportuni, gli ammiccamenti, le domande sull’aspetto fisico o sulla vita sessuale. Fino ad arrivare ai ricatti sessuali per avanzare nella carriera (19%) e le molestie fisiche (14%), intese come palpeggiamenti, carezze, baci o contatti fisici non desiderati.

Pertanto è importante sapere che chi subisce molestie sessuali sul posto di lavoro può procedere sia contro il molestatore ma anche contro lo stesso datore di lavoro, essendo quest’ultimo tenuto per legge a garantire l’incolumità del lavoratore e un ambiente di lavoro sicuro e controllato.
Tali comportamenti, oltre che dare luogo ad un potenziale risarcimento civilistico, sono perseguibili anche dal punto di vista penale, in quanto possono integrare numerosi reati: come quello di molestia (art. 660 c.p.) o quello di violenza privata (art. 610 c.p.), fino ad arrivare alla violenza sessuale (art. 609 bis).

Queste persone non devono rimanere impunite, anzi è importante denunciare e smascherarle. E fortunatamente, anche se a volte può sembrare difficile, la verità è solo una: nessuno è intoccabile.


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