Come andare un po' prima in pensione, recuperando contributi previdenziali non ancora versati? Una soluzione al quesito arriva dalla nuova sanatoria fiscale che agevola i lavoratori nel raggiungere l'agognato traguardo. Come? Grazie alla definizione agevolata delle cartelle, detta anche rottamazione quinquies, tramite il pagamento di 120 rate mensili in un arco di tempo fino a dieci anni. La nuova pace fiscale, che ha recentemente ricevuto l'apprezzamento del viceministro dell'Economia, è stata proposta da uno dei partiti di maggioranza ed è ora all'esame della Commissione Finanze del Senato.
Pur con il nodo delle coperture finanziarie, potrebbe trovare spazio nella prossima manovra di bilancio; in base alle ultime indiscrezioni, la nuova rottamazione non funzionerà in modo analogo a quanto già visto in quelle precedenti. Sarà più flessibile perché non ci saranno maxi rate iniziali e i pagamenti delle rate saranno mensili, non più trimestrali. Inoltre, saranno tollerati fino a otto mancati versamenti prima di decadere dai benefici della misura; il tempo a disposizione per saldare le pendenze sarà raddoppiato e non più pari a cinque anni. A ben vedere, la questione di fondo resterà ancora una volta il minor gettito per le casse pubbliche, connesso a sanzioni e interessi cancellati. Infatti, la sanatoria in oggetto riduce l'importo complessivo dovuto dal contribuente.
Come accennato all'inizio, la rottamazione quinquies potrebbe rivelarsi utile non soltanto sul fronte squisitamente fiscale, ma anche e soprattutto su quello pensionistico. Ci riferiamo ai debiti Inps, ossia a quei contributi mancanti che - se versati e recuperati dopo gli anni di "buco" - avvicineranno il lavoratore al traguardo della pensione. Ecco perché artigiani, commercianti, professionisti e autonomi faranno bene a valutare di aderire alla nuova rottamazione, una sanatoria con l'Inps che - oltre a regolarizzare la situazione e saldare il debito - potrà trasformarsi in una sorta di salvagente, per recuperare anni di contributi non versati. Si noti che, nel meccanismo in oggetto, saranno inclusi anche i carichi affidati all'Agenzia delle Entrate-Riscossione relativi a contributi previdenziali non pagati e oggetto di riscossione coattiva. In sostanza, anche i debiti contributivi già passati alla "fase esattoriale" potranno essere sanati con questa rottamazione, permettendo così di regolarizzare posizioni contributive anche in caso di pendenze con l'ente riscossore. Vale la pena ricordare che i debiti previdenziali pendenti non sono registrati nell'estratto conto contributivo e lasciano, quindi, i citati "vuoti" nella carriera lavorativa.
Ricapitolando, i lavoratori potranno risolvere le pendenze pagando a rate quanto dovuto e arrivando, così, a soddisfare i requisiti per la pensione di vecchiaia o per le pensioni anticipate. Tuttavia gli interessati dovranno rispettare rigorosamente il calendario della rottamazione quinquies, perché le sue regole prevedono che il riconoscimento dei contributi - ai fini della pensione - scatterà soltanto quando il debito con l'ente previdenziale risulterà saldato, fino all'ultimo centesimo. Lo ha rimarcato l'Inps con i messaggi 824/2017 e con la circolare 86/2023.
Proprio questa sorta di "congelamento" dei contributi, fino a sanatoria completata, potrebbe stimolare i lavoratori a velocizzare - per quanto possibile - i pagamenti delle rate, senza diluire il calendario fino a dieci anni. Soprattutto chi ambisce ad intascare il trattamento previdenziale, grazie a uno dei canali di pensionamento anticipato, dovrebbe considerare di impegnarsi un po' di più sul fronte delle spese e articolare i pagamenti in due o tre anni al massimo. Far passare più tempo significherebbe, infatti, rischiare di non poter cogliere i benefici dei canali agevolati. La vera beffa sarebbe, allora, il non poter accedere alla pensione anticipata a causa del "buco" contributivo, pur avendo l'idonea età anagrafica.
Concludendo, la rottamazione quinquies non è ancora diventata legge, ma rispecchia una nitida direzione politica: dare una nuova via di uscita a chi non è stato in grado di regolarizzare le posizioni fiscali e contributive con la quater.
Pur con il nodo delle coperture finanziarie, potrebbe trovare spazio nella prossima manovra di bilancio; in base alle ultime indiscrezioni, la nuova rottamazione non funzionerà in modo analogo a quanto già visto in quelle precedenti. Sarà più flessibile perché non ci saranno maxi rate iniziali e i pagamenti delle rate saranno mensili, non più trimestrali. Inoltre, saranno tollerati fino a otto mancati versamenti prima di decadere dai benefici della misura; il tempo a disposizione per saldare le pendenze sarà raddoppiato e non più pari a cinque anni. A ben vedere, la questione di fondo resterà ancora una volta il minor gettito per le casse pubbliche, connesso a sanzioni e interessi cancellati. Infatti, la sanatoria in oggetto riduce l'importo complessivo dovuto dal contribuente.
Come accennato all'inizio, la rottamazione quinquies potrebbe rivelarsi utile non soltanto sul fronte squisitamente fiscale, ma anche e soprattutto su quello pensionistico. Ci riferiamo ai debiti Inps, ossia a quei contributi mancanti che - se versati e recuperati dopo gli anni di "buco" - avvicineranno il lavoratore al traguardo della pensione. Ecco perché artigiani, commercianti, professionisti e autonomi faranno bene a valutare di aderire alla nuova rottamazione, una sanatoria con l'Inps che - oltre a regolarizzare la situazione e saldare il debito - potrà trasformarsi in una sorta di salvagente, per recuperare anni di contributi non versati. Si noti che, nel meccanismo in oggetto, saranno inclusi anche i carichi affidati all'Agenzia delle Entrate-Riscossione relativi a contributi previdenziali non pagati e oggetto di riscossione coattiva. In sostanza, anche i debiti contributivi già passati alla "fase esattoriale" potranno essere sanati con questa rottamazione, permettendo così di regolarizzare posizioni contributive anche in caso di pendenze con l'ente riscossore. Vale la pena ricordare che i debiti previdenziali pendenti non sono registrati nell'estratto conto contributivo e lasciano, quindi, i citati "vuoti" nella carriera lavorativa.
Ricapitolando, i lavoratori potranno risolvere le pendenze pagando a rate quanto dovuto e arrivando, così, a soddisfare i requisiti per la pensione di vecchiaia o per le pensioni anticipate. Tuttavia gli interessati dovranno rispettare rigorosamente il calendario della rottamazione quinquies, perché le sue regole prevedono che il riconoscimento dei contributi - ai fini della pensione - scatterà soltanto quando il debito con l'ente previdenziale risulterà saldato, fino all'ultimo centesimo. Lo ha rimarcato l'Inps con i messaggi 824/2017 e con la circolare 86/2023.
Proprio questa sorta di "congelamento" dei contributi, fino a sanatoria completata, potrebbe stimolare i lavoratori a velocizzare - per quanto possibile - i pagamenti delle rate, senza diluire il calendario fino a dieci anni. Soprattutto chi ambisce ad intascare il trattamento previdenziale, grazie a uno dei canali di pensionamento anticipato, dovrebbe considerare di impegnarsi un po' di più sul fronte delle spese e articolare i pagamenti in due o tre anni al massimo. Far passare più tempo significherebbe, infatti, rischiare di non poter cogliere i benefici dei canali agevolati. La vera beffa sarebbe, allora, il non poter accedere alla pensione anticipata a causa del "buco" contributivo, pur avendo l'idonea età anagrafica.
Concludendo, la rottamazione quinquies non è ancora diventata legge, ma rispecchia una nitida direzione politica: dare una nuova via di uscita a chi non è stato in grado di regolarizzare le posizioni fiscali e contributive con la quater.