Il "bonus Maroni", ribattezzato "bonus Giorgetti", consiste nell’incentivo a restare al lavoro nonostante siano maturati i requisiti per la pensione anticipata. La versione precedente era prevista solo per chi avesse maturato i requisiti per la pensione anticipata flessibile, ossia Quota 103. Adesso, oltre a Quota 103, si estende l'agevolazione anche a chi abbia maturato i requisiti per la pensione anticipata ordinaria.
L’INPS, infatti, nella circolare n. 102 diramata lo scorso 16 giugno, ha chiarito che i lavoratori i quali, pur avendo già maturato i requisiti per il pensionamento anticipato, scelgono di restare in servizio, possono richiedere al datore di lavoro di ricevere in busta paga la quota dei contributi previdenziali normalmente a loro carico.
La parte di contribuzione a carico dell’azienda continua, invece, ad essere versata regolarmente all’INPS, contribuendo così al calcolo dell’importo della pensione futura.
Si tratta di un incentivo pensato per favorire la permanenza al lavoro di chi potrebbe già andare in pensione. Questo meccanismo, più chiaramente, comporta un aumento del netto in busta paga, poiché, oltre ad essere trattenuti in busta paga, tali contributi non sono soggetti a IRPEF.
Quali soggetti possono usufruire di tale agevolazione?
Come si anticipava, nel documento diramato dall’Istituto previdenziale viene chiarito che possono accedere a tale agevolazione i lavoratori dipendenti che:
L’INPS, infatti, nella circolare n. 102 diramata lo scorso 16 giugno, ha chiarito che i lavoratori i quali, pur avendo già maturato i requisiti per il pensionamento anticipato, scelgono di restare in servizio, possono richiedere al datore di lavoro di ricevere in busta paga la quota dei contributi previdenziali normalmente a loro carico.
La parte di contribuzione a carico dell’azienda continua, invece, ad essere versata regolarmente all’INPS, contribuendo così al calcolo dell’importo della pensione futura.
Si tratta di un incentivo pensato per favorire la permanenza al lavoro di chi potrebbe già andare in pensione. Questo meccanismo, più chiaramente, comporta un aumento del netto in busta paga, poiché, oltre ad essere trattenuti in busta paga, tali contributi non sono soggetti a IRPEF.
Quali soggetti possono usufruire di tale agevolazione?
Come si anticipava, nel documento diramato dall’Istituto previdenziale viene chiarito che possono accedere a tale agevolazione i lavoratori dipendenti che:
- raggiungono - entro il 31 dicembre 2025 - i requisiti per la pensione anticipata con la Quota 103, a 62 anni di età e con 41 di contributi, o
- maturano i requisiti per andare in pensione anticipata ordinaria, con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne, cioè 41 anni e 10 mesi di contributi, in entrambi i casi a prescindere dal requisito anagrafico.
Quale l'impatto economico del bonus in argomento ?
L’impatto economico di questa misura è stato oggetto di un’analisi approfondita da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio.
Secondo le simulazioni effettuate, un lavoratore che sceglie di posticipare il pensionamento per beneficiare dell’incentivo può ottenere un incremento netto fino a 6.900 euro all’anno.
Lo scenario di riferimento considera un lavoratore di 62 anni con un reddito lordo annuo di 40.000 euro. In questo caso, la scelta di restare al lavoro anziché andare in pensione consente un risparmio fiscale significativo, traducendosi in un aumento netto, in busta paga, di circa 575 euro al mese.
Tuttavia, il vantaggio economico si riduce con l’aumentare dell’età. A 66 anni, ad esempio, l’incremento annuo scende a circa 1.445 euro, poiché la distanza dalla pensione di vecchiaia si accorcia e, di conseguenza, l’effetto dell’incentivo si attenua.
Si sottolinea che il dipendente interessato deve esplicitamente chiedere di ricevere i contributi in busta paga e la richiesta si deve presentare esclusivamente in modalità telematica sul sito dell’Ente Previdenziale, effettuando l'accesso alla propria area riservata con le credenziali Spid, Cie o Cns, quindi scegliendo il servizio "Pensione e Previdenza", cliccando, infine, rispettivamente, sulle voci: Domanda di pensione, Certificati, Verifica del requisito di accesso all'incentivo di posticipo del pensionamento.
In alternativa alla procedura online è anche possibile rivolgersi a Caf o Patronati.
Ma come incideranno i contributi esentasse sulla pensione finale?
La circolare puntualizza che la fruizione del beneficio non modifica il calcolo dell’importo delle quote di pensione con il sistema retributivo, che si basano sempre sulla retribuzione pensionabile e sulle norme vigenti per la gestione pensionistica che liquida il trattamento pensionistico finale.
Per quanto riguarda la quota di pensione contributiva, l'esonero produce effetti sul montante contributivo individuale che viene determinato applicando alla base imponibile, per i periodi interessati dall’incentivo, l’aliquota di calcolo nella percentuale prevista a carico del datore di lavoro.
Ciò significa che l'importo della pensione che verrà erogato sarà leggermente più basso, a causa dei contributi che sono stati erogati in busta paga invece che accumulati all’INPS.
L’impatto economico di questa misura è stato oggetto di un’analisi approfondita da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio.
Secondo le simulazioni effettuate, un lavoratore che sceglie di posticipare il pensionamento per beneficiare dell’incentivo può ottenere un incremento netto fino a 6.900 euro all’anno.
Lo scenario di riferimento considera un lavoratore di 62 anni con un reddito lordo annuo di 40.000 euro. In questo caso, la scelta di restare al lavoro anziché andare in pensione consente un risparmio fiscale significativo, traducendosi in un aumento netto, in busta paga, di circa 575 euro al mese.
Tuttavia, il vantaggio economico si riduce con l’aumentare dell’età. A 66 anni, ad esempio, l’incremento annuo scende a circa 1.445 euro, poiché la distanza dalla pensione di vecchiaia si accorcia e, di conseguenza, l’effetto dell’incentivo si attenua.
Si sottolinea che il dipendente interessato deve esplicitamente chiedere di ricevere i contributi in busta paga e la richiesta si deve presentare esclusivamente in modalità telematica sul sito dell’Ente Previdenziale, effettuando l'accesso alla propria area riservata con le credenziali Spid, Cie o Cns, quindi scegliendo il servizio "Pensione e Previdenza", cliccando, infine, rispettivamente, sulle voci: Domanda di pensione, Certificati, Verifica del requisito di accesso all'incentivo di posticipo del pensionamento.
In alternativa alla procedura online è anche possibile rivolgersi a Caf o Patronati.
Ma come incideranno i contributi esentasse sulla pensione finale?
La circolare puntualizza che la fruizione del beneficio non modifica il calcolo dell’importo delle quote di pensione con il sistema retributivo, che si basano sempre sulla retribuzione pensionabile e sulle norme vigenti per la gestione pensionistica che liquida il trattamento pensionistico finale.
Per quanto riguarda la quota di pensione contributiva, l'esonero produce effetti sul montante contributivo individuale che viene determinato applicando alla base imponibile, per i periodi interessati dall’incentivo, l’aliquota di calcolo nella percentuale prevista a carico del datore di lavoro.
Ciò significa che l'importo della pensione che verrà erogato sarà leggermente più basso, a causa dei contributi che sono stati erogati in busta paga invece che accumulati all’INPS.