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Patologie croniche, da oggi anche l'obesità è una malattia: ecco tutte le novità e i vantaggi per chi ne è affetto

Patologie croniche, da oggi anche l'obesità è una malattia: ecco tutte le novità e i vantaggi per chi ne è affetto
In questi giorni è stata approvata una legge storica: per la prima volta, l’obesità viene riconosciuta ufficialmente come una patologia cronica e recidivante. Vediamo nel dettaglio cosa cambia per i cittadini
L'obesità rappresenta, oggi, una delle più importanti sfide per la salute pubblica. Secondo le statistiche ufficiali, circa 6 milioni di italiani sono obesi, ovvero il 12% della popolazione adulta.
Il quadro epidemiologico sull'obesità infantile, delineato in base ai dati della ricerca coordinata per l'Italia dall'Istituto superiore di Sanità per il 2022, evidenzia che il 18,2% dei ragazzi di 11-17 anni è in sovrappeso, mentre il 4,4% risulta obeso, con dati crescenti rispetto alle precedenti rilevazioni. L'eccesso ponderale diminuisce lievemente con l'età, e risulta maggiore nei maschi e nelle regioni del Mezzogiorno.

L’obesità non è "un mero atteggiamento verso il cibo", ma una malattia cronica, complessa e recidivante, già riconosciuta come tale dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che può compromettere gravemente la salute fisica, mentale e sociale di chi ne è colpito.

Numerose, infatti, le complicanze mediche connesse a questa patologia: ipertensione, malattie cardiovascolari, apnea notturna, patologie osteoarticolari, infertilità e persino alcuni tipi di tumore. A queste si aggiungono gravi implicazioni psicologiche: depressione, ansia, isolamento sociale e bassa autostima. L'obesità infantile, in particolare, comporta rischi di diabete di tipo 2, asma, problemi muscolo-scheletrici, nonché di carattere psicologico e sociale, come evidenziato anche nel Piano Nazionale della Prevenzione PNP 2020-2025.

Il disegno di legge, approvato in questi giorni definitivamente dal Senato, introduce una serie di misure strutturate per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’obesità in Italia. L’articolato normativo rivela un approccio integrato, che va dalla prevenzione precoce all’accesso a cure personalizzate e multidisciplinari, con particolare attenzione all’infanzia e all’adolescenza.

Ecco di seguito un riepilogo:
  • accesso ai Livelli essenziali di assistenza (LEA): l’obesità viene riconosciuta dal nostro legislatore come malattia cronica; tuttavia, occorre precisare, la legge non inserisce al momento la patologia nei Livelli essenziali di assistenza. L’articolo 2 pone piuttosto un richiamo relativo all’erogazione, ai soggetti affetti da obesità, delle prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza: "al fine di garantire equità ed accesso alle cure, i soggetti affetti da obesità usufruiscono delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza erogati dal Servizio sanitario nazionale". Sul punto si ricorda che le malattie croniche, definite dall'OMS come patologie da cui derivano "problemi di salute che richiedono un trattamento continuo durante un periodo di tempo da anni a decadi", causano al paziente condizioni che danno diritto all'esenzione, individuate in base ai criteri dettati dal D. Lgs. 124/1998 (gravità clinica, grado di invalidità e onerosità della quota di partecipazione derivante dal costo del relativo trattamento);
  • predisposizione di un Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, nel cui ambito saranno definite le politiche integrate per la prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità, sia adulta che pediatrica, con campagne di screening e percorsi diagnostico-terapeutici uniformi su tutto il territorio. Le risorse destinate al Programma nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità sono pari a 700.000 euro per l’anno 2025, a 800.000 euro per il 2026 e a 1,2 milioni annui a decorrere dal 2027. Risorse che andranno assegnate alle Regioni con decreto di riparto. Previsto, inoltre, uno stanziamento permanente di 400.000 euro annui a decorrere dal 2025, per la promozione della formazione e dell’aggiornamento, in materia di obesità e di sovrappeso, degli studenti universitari, dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale del Servizio sanitario nazionale che intervengono nei processi di prevenzione, diagnosi e cura dell’obesità;
  • istituzione di centri specialistici distribuiti a livello regionale, collegati a università e centri di ricerca, per la diagnosi e il trattamento dell’obesità, con un approccio multidisciplinare che coinvolge medici, pediatri, specialisti e psicologi;
  • promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a scuole, famiglie e comunità, per favorire corretti stili di vita, alimentazione equilibrata e attività fisica;
  • introduzione di programmi obbligatori di educazione alimentare e motoria nelle scuole primarie e secondarie, con attenzione anche alla limitazione delle pubblicità di alimenti poco salutari rivolte ai minori;
  • istituzione di un Osservatorio nazionale presso il Ministero della Salute, con compiti di monitoraggio, studio e diffusione di dati epidemiologici e di promozione di stili di vita sani.

Le Regioni, a loro volta, sono tenute a predisporre ogni idonea iniziativa diretta a fronteggiare la malattia cronica di interesse sociale dell'obesità. Più in dettaglio, gli interventi devono essere così indirizzati:
  • alla prevenzione del sovrappeso e dell'obesità, in particolare infantile e delle relative complicanze, nonché al miglioramento della cura delle persone con obesità;
  • al sostegno e alla promozione dell'allattamento al seno quale nutrimento necessario a prevenire l'obesità infantile, sostenendone la continuità fino almeno ai sei mesi di età, come indicato dall'Organizzazione mondiale della sanità, anche nei luoghi di lavoro e negli asili nido;
  • alla responsabilizzazione dei genitori nella scelta di un'alimentazione equilibrata per i propri figli e sull'importanza di limitare il consumo giornaliero di alimenti e di bevande con un elevato apporto energetico e con scarse qualità nutrizionali;
  • ad agevolare l'inserimento delle persone con obesità nelle attività scolastiche, lavorative e sportivo-ricreative;
  • alla promozione delle attività sportive e della conoscenza delle principali regole alimentari nelle scuole primaria e secondaria di primo e di secondo grado finalizzate a migliorare lo stile di vita degli studenti;
  • a promuovere, nel rispetto dell'autonomia delle predette istituzioni scolastiche, iniziative didattiche extracurriculari per lo svolgimento di attività sportive, e volte a rendere consapevoli le studentesse e gli studenti sull'importanza di un corretto stile di vita.

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