I processi di valutazione "concorrono, con la relativa finalità anche formativa e attraverso l'individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo" (d.P.R. 122/2009).
"Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento". Così recita l’art. 4 del d.P.R. 249/1998, recante lo Statuto degli studenti delle studentesse. Si tratta di un vero e proprio testo normativo, che contiene i principali diritti di tutti i ragazzi che frequentano la scuola secondaria italiana, per tale dovendosi intendere sia la scuola secondaria di primo grado (cosiddette scuole medie) che quella di secondo grado (scuole superiori). L’importanza dello statuto è di assoluto rilievo, tenuto conto del fatto che, essendo un testo approvato dallo Stato, prevale su qualsiasi regolamentazione interna da parte dell’istituto scolastico.
Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell'offerta formativa, definito dalle istituzioni scolastiche ai sensi degli articoli 3 e 8 d.P.R. 275/1999. Il collegio dei docenti deve definire modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione, nel rispetto del principio della libertà di insegnamento. Detti criteri e modalità fanno parte integrante del piano dell'offerta formativa.
Al termine dell'anno conclusivo della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado, dell'adempimento dell'obbligo di istruzione, nonché al termine del secondo ciclo dell'istruzione, la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno, al fine di sostenere i processi di apprendimento, di favorire l'orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventuali passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l'inserimento nel mondo del lavoro.
Le istituzioni scolastiche hanno, inoltre, l'obbligo di assicurare alle famiglie una informazione tempestiva circa il processo di apprendimento e la valutazione degli alunni effettuata nei diversi momenti del percorso scolastico, avvalendosi, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di riservatezza, anche degli strumenti offerti dalle moderne tecnologie.
Dunque, sulla base delle coordinate tracciate dal legislatore, possiamo concludere che le interrogazioni e le verifiche alla base di un voto devono essere:
"Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento". Così recita l’art. 4 del d.P.R. 249/1998, recante lo Statuto degli studenti delle studentesse. Si tratta di un vero e proprio testo normativo, che contiene i principali diritti di tutti i ragazzi che frequentano la scuola secondaria italiana, per tale dovendosi intendere sia la scuola secondaria di primo grado (cosiddette scuole medie) che quella di secondo grado (scuole superiori). L’importanza dello statuto è di assoluto rilievo, tenuto conto del fatto che, essendo un testo approvato dallo Stato, prevale su qualsiasi regolamentazione interna da parte dell’istituto scolastico.
Le verifiche intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell'offerta formativa, definito dalle istituzioni scolastiche ai sensi degli articoli 3 e 8 d.P.R. 275/1999. Il collegio dei docenti deve definire modalità e criteri per assicurare omogeneità, equità e trasparenza della valutazione, nel rispetto del principio della libertà di insegnamento. Detti criteri e modalità fanno parte integrante del piano dell'offerta formativa.
Al termine dell'anno conclusivo della scuola primaria, della scuola secondaria di primo grado, dell'adempimento dell'obbligo di istruzione, nonché al termine del secondo ciclo dell'istruzione, la scuola certifica i livelli di apprendimento raggiunti da ciascun alunno, al fine di sostenere i processi di apprendimento, di favorire l'orientamento per la prosecuzione degli studi, di consentire gli eventuali passaggi tra i diversi percorsi e sistemi formativi e l'inserimento nel mondo del lavoro.
Le istituzioni scolastiche hanno, inoltre, l'obbligo di assicurare alle famiglie una informazione tempestiva circa il processo di apprendimento e la valutazione degli alunni effettuata nei diversi momenti del percorso scolastico, avvalendosi, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di riservatezza, anche degli strumenti offerti dalle moderne tecnologie.
Dunque, sulla base delle coordinate tracciate dal legislatore, possiamo concludere che le interrogazioni e le verifiche alla base di un voto devono essere:
- fatte in un numero congruo stabilito dal Collegio dei docenti;
- corrette tempestivamente e in maniera trasparente;
- classificate (interrogazioni o verifiche senza voto non possono condizionare la valutazione finale).
Laddove siano state inosservate tali direttive e vi sia stata una valutazione negativa dello studente è possibile procedere alla relativa contestazione, praticando nell'ordine i seguenti passaggi:
- in prima battuta accedere alla griglia di valutazione adottata dall'insegnante, per capire se la valutazione attribuita è stata coerente con i criteri della griglia;
- chiedere spiegazioni all'insegnante e, laddove sia stato opposto un rifiuto ad esibire la prova corretta, fare richiesta di accesso al documento;
- se il confronto con l'insegnante non porta a un risultato soddisfacente, è possibile rivolgersi al preside della scuola;
- ricorrere, quale ultima opzione, al tribunale amministrativo regionale entro 60 giorni dalla comunicazione dell'atto lesivo.