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Multa presa all'estero, bisogna pagare? Ecco cosa dice la Legge

Multa presa all'estero, bisogna pagare? Ecco cosa dice la Legge
Cestinare una multa presa all'estero potrebbe non essere una buona idea. L'UE con un sistema di dati incrociati può rintracciarvi e obbligarvi a pagare. Ecco come
Sei stato in vacanza all’estero e magari hai affittato una macchina o una moto per poter girare con più comodità. Ovviamente, stando in un Paese straniero, non consoci bene le strade, ma poco importa perché sei in vacanza e soprattutto sei molto lontano da casa. Peccato che al tuo ritorno, oltre ai souvenir, hai trovato ad aspettarti anche il postino per consegnarti una multa che hai preso proprio in quei giorni fuori dall’Italia.


Cosa fare in questi casi? Va pagata una multa presa all’estero? Ci sono conseguenze gravi in caso di mancato pagamento? Vediamo cosa dice la legge.

La risposta è , la multa estera va pagata. Altrimenti, è probabile che la multa aumenti se il pagamento non viene effettuato nell’immediatezza. Addirittura, l’automobilista potrebbe ritrovarsi, in extremis, dinanzi al Tribunale italiano per giustificare il suo mancato pagamento.
Il sistema tramite cui arrivano in Italia le multe emesse in Europa si chiama “Cross border”. Questo è un sistema di interscambio di informazioni ed è valido per tutti i paesi europei. Per cui, in caso di violazione delle normative di circolazione dei veicoli, anche se si è all’estero, ma sempre in un Paese UE, permette l’irrogazione della sanzione amministrativa che arriverà direttamente in Italia.

Ciò vale per i veicoli targati UE. Questo significa che, se un francese prende una multa in Italia, quest’ultima gli arriverà a casa, lo stesso varrà per lo spagnolo che prenderà una multa in Portogallo. Questi automobilisti saranno facilmente rintracciati tramite il sistema di “cross border” e costretti a pagare la sanzione.
Tuttavia, non tutte le violazioni ai codici stradali UE possono essere contestate all’automobilista straniero ma soltanto alcune, quali:
  • eccesso di velocità in base ai limiti e alle norme vigenti sulle strade del Paese europeo in cui si viaggia;
  • passaggio con semaforo rosso;
  • mancato utilizzo delle cinture di sicurezza o del dispositivo per la ritenuta di bambini;
  • mancato utilizzo del casco per i motocicli;
  • guida in stato di ebbrezza e sotto influenza di sostanze stupefacenti;
  • circolazione su una corsia vietata;
  • uso del cellulare o di altri dispositivi di comunicazione durante la guida.
Si precisa che le multe vengono irrorate in caso di violazione dei limiti e dei livelli consentiti nel Paese europeo in cui sono commesse.
Per esempio, se il limite di tasso alcolemico in Repubblica Ceca è di 0.0 g/l e l’automobilista risulta avere una misurazione di 0.3, verrà multato, perché si infrange la legge ceca, anche se in Italia sarebbe tollerato.

In Italia, la multa va notificata entro 360 giorni dall’infrazione. Il verbale dovrà riportare: il tipo di violazione, data, luogo e orario dell’infrazione, le sanzioni previste, nonché il dispositivo che ha rilevato l’infrazione.

Inoltre, accanto alla multa l’automobilista riceverà anche un modulo in cui potrà scegliere se:
  • confermare di aver commesso l’infrazione;
  • contestare la violazione;
  • indicare le generalità di chi guidava l’auto al momento dell’infrazione.
La multa dovrà essere pagata con le modalità e nei termini previsti dal verbale.
Chi sceglie di non pagare e ignorare la multa ricevuta da autorità estere, innesca un iter di passaggio del fascicolo dalla polizia del Paese in cui è avvenuta l’infrazione all’Autorità giudiziaria del proprio Paese, che ne chiederà l’esecuzione.
In questo modo il trasgressore riceverà la famosa notifica in busta verde ad informarlo che partirà un procedimento giudiziario per il riconoscimento della sanzione anche in Italia.


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