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Che fine ha fatto il segreto bancario?

Che fine ha fatto il segreto bancario?
Nasce l'anagrafe dei conti correnti per combattere l'evasione fiscale.
Come funziona?
C'erano tempi (bei tempi) in cui i rapporti di conto corrente costituivano "legami" stretti tra il cliente e la banca, la quale non poteva diffondere, se non nei casi di rilevanza penale più gravi, informazioni a privati e/o a pubbliche amministrazioni.

Oggi non è più così ed il deposito presente sui conti correnti di ciascun cittadino, può, potenzialmente, essere visibile a tutti.
Come?
Esiste, infatti, un registro, il cosiddetto "Archivio dei rapporti con operatori finanziari" (meglio conosciuta come "Anagrafe dei conti correnti"), a cui le banche devono "render conto" periodicamente.
Al fine di combattere l'evasione fiscale, infatti, oggi ogni istituto di credito è obbligato a trasmettere il numero del conto corrente, il deposito a fine anno, e l'estratto conto di ogni singolo cliente all'archivio sopraccitato.
L'Agenzia delle Entrate, pertanto, senza limite alcuno, potrà indagare e verificare a trecentosessanta gradi l'attività del contribuente, privato, imprenditore e libero professionista che sia, intervenendo laddove "i conti non tornano".

Se il contrasto all'evasione fiscale è certamente il principale motivo per il quale è stato istituito il registro dei conti correnti, non è però l'unico.
I dati, invero, sono consultabili anche da tutti i soggetti, pubblici e privati, che muniti di idoneo titolo esecutivo debbano eseguire un pignoramento mobiliare, aggredendo i beni appartenenti ad un debitore moroso.
Stando a quanto sopra, pertanto, anche un esattore pubblico (Equitalia) potrà accedere ai dati onde individuare conti/crediti/beni da sottoporre a pignoramento.
Non è comunque così semplice.
Il soggetto privato, creditore nei confronti di un soggetto moroso, dovrà essere prima autorizzato, ovvero legittimato da un titolo esecutivo e possedere una sentenza di condanna al pagamento di una somma di denaro provvisoriamente esecutiva, o un decreto ingiuntivo non opposto e divenuto esecutivo e/o emesso provvisoriamente esecutivo, un assegno, una cambiale protestata. Il titolo esecutivo dovrà poi essere accompagnato dall'atto di precetto ed insieme notificati al debitore il quale, per mettere fine all'esecuzione, ha 10 giorni per eseguire il pagamento. Solo dopo la notifica del precetto e l'inerzia dell'intimato, il creditore - a mezzo del proprio avvocato - potrà accedere ai dati contenuti nell'Anagrafe dei conti correnti, previa espressa autorizzazione del Presidente del Tribunale territorialmente competente. Ottenuta l'autorizzazione del Presidente, questa andrà inviata a mezzo pec alla direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate che, valutata l'istanza, fornirà i codici di accesso nonché i diritti da versare prima di accedere alle informazioni richieste. Versati i diritti, ecco che l'Agenzia delle Entrate fornirà ai creditori richiedenti tutte le informazioni sui conti correnti intestati al debitore (compresi i relativi saldi).


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