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Evasione fiscale 2024, nuovi controlli della Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate a influencer e youtuber evasori

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Evasione fiscale 2024, nuovi controlli della Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate a influencer e youtuber evasori
Siglata una nuova intesa tra GdF e AdE, finalizzata alla lotta all’evasione fiscale perpetrata dai creatori di contenuti digitali. Ecco i dettagli dell’accordo e quali saranno le misure per vigilare sull’operato dei digital content creators
A seguito di quanto accaduto ultimamente con il caso Ferragni, le cui responsabilità sono ancora in corso di accertamento, l’attenzione degli enti competenti a garantire la legalità in materia economica e finanziaria è tutta dedicata ai creatori di contenuti digitali.
La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate hanno da poco siglato e messo in pratica un “memorandum operativo congiunto”, mediante il quale hanno definito le regole per poter operare in sinergia e riuscire a contrastare in maniera più efficace l’evasione fiscale nel mondo digitale.

I cosiddetti “digital content creators”, di cui gli influencers fanno parte, sono coloro che creano e condividono contenuti online, grazie ai quali vengono seguiti da centinaia di migliaia di followers e riescono a conseguire guadagni stellari proprio in virtù delle interazioni di chi li segue.

Questo enorme seguito, inoltre, è fonte di guadagno anche sotto l’aspetto della pubblicità, posto che le aziende arrivano a pagare cifre altissime pur di far sponsorizzare i propri prodotti ai creatori di contenuti digitali più famosi.

La meraviglia – ma anche la difficoltà di controllo – di questo mondo consiste nella possibilità di conseguire altissimi profitti solo grazie all’uso del proprio cellulare. Proprio per questo si è resa necessaria la coordinazione delle attività di Guardia di Finanza ed Agenzia delle Entrate, in modo tale da consentire agli enti di interloquire tra loro ed individuare efficacemente eventuali difformità tra quanto dichiarato e il denaro effettivamente guadagnato dai content creators.

La collaborazione si concretizzerà attraverso l’analisi e la valorizzazione dei dati acquisiti dalle banche dati e gli applicativi utilizzati dai due enti, oltre all’analisi dei dati ottenuti mediante la cooperazione internazionale in materia fiscale.
In caso di spiccata incongruenza tra redditi dichiarati, numero di iscritti (o di visualizzazioni) sulle proprie pagine web e social, e disponibilità di beni o tenore di vita condotto, sia Guardia di Finanza che Agenzia delle Entrate potranno approfondire i controlli e verificare che sia tutto in regola. Tali controlli fiscali verranno posti in essere mediante accessi, ispezioni e verifiche, quali strumenti da sempre a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per operare gli accertamenti fiscali e contributivi.

Nel caso vengano rilevate irregolarità, verranno avviate le indagini finanziarie, nell’ambito delle quali la Guardia di Finanza verificherà anche il rispetto degli obblighi sul trattamento dei dati personali e la regolarità delle operazioni in materia di diritto d’autore, tutela dei marchi e divieto di pubblicità occulta.

La sinergia tra questi due importanti enti ha già prodotto i primi risultati, permettendo alla Guardia di Finanza di recuperare ben 11 milioni di euro, e di condurre controlli su una decina di content creators, di cui 7 totalmente sconosciuti al fisco, non avendo gli stessi mai dichiarato i propri guadagni.
La ricostruzione dei redditi è avvenuta mediante l’analisi delle pubblicazioni degli influencers e sulle collaborazioni con aziende (cosiddetto influencer marketing), ma anche attraverso l’analisi dei contenuti per adulti condivisi da alcuni digital creators su appositi siti internet.

In questi ultimi casi, la segnalazione partita all’Agenzia delle Entrate ha comportato l’applicazione di un’addizionale alle imposte sul reddito (introdotta dalla legge di bilancio 2006) a carico di chi produce, distribuisce, vende e rappresenta materiale per adulti anche in formato multimediale.

Sia gli influencers che i content creators finora coinvolti si sono comunque dimostrati collaborativi, accettando di versare quanto dovuto all’Erario; solo alcuni di essi si sono riservati il diritto di approfondire le proprie posizioni e verificare l’effettivo addebito dovuto.

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