Perché conservare documenti fiscali e amministrativi per almeno cinque anni
Numerose norme tributarie e civilistiche impongono la conservazione di determinati documenti per un minimo di cinque anni. Questo arco temporale rappresenta il termine entro cui l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli e accertamenti sulla correttezza della posizione del contribuente.
La mancata conservazione della documentazione può comportare l'impossibilità di difendersi da pretese fiscali, contestazioni o richieste di pagamento. Vediamo nel dettaglio quali documenti è essenziale archiviare per almeno cinque anni.
Elenco dei documenti da conservare per 5 anni
Per evitare problemi, è opportuno conservare almeno fino a cinque anni dopo la scadenza:
- modello 730 e dichiarazione dei redditi con allegati;
- fatture e bollette (luce, gas, acqua, telefono, internet);
- ricevute di affitto;
- prove di pagamento di multe;
- cedolini stipendiali;
- spese condominiali;
- contratti e ricevute assicurative.
I documenti relativi alla dichiarazione dei redditi, comprese ricevute e fatture che giustificano le detrazioni, vanno tenuti fino al 31 dicembre del quinto anno successivo alla dichiarazione. Se, ad esempio, nel 2025 si presenta il modello per l’anno 2024, tutta la documentazione va conservata fino al 31 dicembre 2030.
Se, invece, si omette di presentare la dichiarazione, pur avendone l’obbligo, il Fisco ha tempo fino a sette anni per intervenire.
Bollette: conservarle è un dovere, non un optional
Ogni prova del pagamento di una bolletta rappresenta una garanzia in caso di richieste indebite. Se un fornitore dovesse contestare il mancato pagamento di una bolletta già saldata, solo la ricevuta potrà evitare una doppia spesa. Per legge, le bollette vanno conservate per cinque anni dalla data di scadenza.
I termini scendono a due anni per le bollette di luce, gas, acqua e servizi digitali (come telefono, internet e pay tv) in caso di ritardi nella fatturazione o errori gravi da parte del fornitore, grazie alla normativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2020.
Buste paga: tenerle a lungo conviene
Conservare i cedolini dello stipendio per almeno cinque anni è una forma di tutela in caso di errori nei contributi o contenziosi con il datore di lavoro. In presenza di contestazioni o istanze all’INPS, il termine per far valere i propri diritti è proprio di cinque anni. Tuttavia, per maggiore cautela, si consiglia di conservarle fino a dieci anni.
Multe stradali: come evitare di pagarle due volte
In caso di infrazioni al Codice della Strada, il termine di prescrizione è di cinque anni. Se entro tale periodo non arriva alcun atto che interrompa la prescrizione, la sanzione non è più esigibile. Tenere copia della notifica e della ricevuta di pagamento è essenziale per tutelarsi da errori o contestazioni successive.
Polizza auto: quando serve conservare i documenti
Dal 2014 non è più possibile detrarre la parte del premio RC auto destinata al SSN. Tuttavia, chi sottoscrive coperture aggiuntive per gli infortuni del conducente può beneficiare di una detrazione del 19%, a patto di indicarla correttamente nella dichiarazione. In tal caso, la documentazione relativa alla spesa va conservata per cinque anni dal termine dell’anno in cui è stata presentata la dichiarazione.
Esempio: se la polizza è stata pagata nel 2023 ed è stata inserita nel modello 730 del 2024, la ricevuta va custodita fino al 31 dicembre 2029.
Spese condominiali: attenzione ai termini di prescrizione
Le spese per la gestione ordinaria del condominio (come pulizie, manutenzione e amministrazione) si prescrivono dopo cinque anni dalla delibera assembleare che ne dispone la ripartizione. È, quindi, fondamentale conservare le ricevute per tutto questo tempo, per evitare contestazioni o richieste di un pagamento già effettuato.
Affitti: perché conservare le ricevute per cinque anni
Anche se non vi è un obbligo esplicito, conservare le ricevute del canone di locazione per almeno cinque anni è una precauzione utile. Infatti, il locatore può rivalersi sull’inquilino per eventuali morosità entro lo stesso termine. Le ricevute rappresentano una prova solida in caso di richieste infondate o di contenzioso.
Un esempio: per un affitto pagato a febbraio 2021, la ricevuta va mantenuta almeno fino a febbraio 2026.