È stata acquisita la consapevolezza che l’esodo dal comparto delle Funzioni Locali verso ambiti della Pubblica Amministrazione con trattamenti economici più vantaggiosi (come Ministeri, Agenzie Fiscali, Presidenza del Consiglio, ecc.) è diventato ormai strutturale, e rappresenta un problema critico per la tenuta dei servizi locali.
Fra i punti critici di questo fenomeno si osservano:
Fra i punti critici di questo fenomeno si osservano:
- divario retributivo storico: il comparto Funzioni Locali (Comuni, Province, Città Metropolitane, ecc.) sconta da sempre un gap salariale rispetto agli altri comparti, a parità di responsabilità e competenze;
- maggiori carichi, minori incentivi: il personale degli enti locali è spesso sottodimensionato, con carichi di lavoro elevati, senza che ciò si traduca in una retribuzione proporzionata;
- effetti sulla qualità dei servizi: questa fuga di competenze rischia di compromettere l’efficienza e la qualità dei servizi offerti ai cittadini a livello locale.
La situazione si è acuita all'indomani dell'approvazione del D.L. 25/2025, che ha previsto aumenti retributivi per i dipendenti pubblici, mentre per gli Enti Locali non sono state previste risorse aggiuntive, evidenziandosi una differenza retributiva rispetto alle Funzioni Centrali di circa 170 euro mensili.
Per abbattere tale disparità, l’ARAN ha, di recente, proposto un intervento per superare il tetto al trattamento accessorio previsto dall’articolo 23, comma 2, del D. Lgs. 75/2017, consentendo, per tale via, agli Enti Locali di migliorare la retribuzione accessoria dei dipendenti. Ciò garantirebbe maggiore equità e contribuirebbe a trattenere personale qualificato negli enti locali, riducendo la fuga verso le Amministrazioni Centrali.
Ma in cosa consistono nello specifico questi aumenti, destinati ai dipendenti delle Amministrazioni Centrali?
L’art. 14 D.L. 25/2025 ha previsto, invero, varie misure a favore dei dipendenti delle Amministrazioni Centrali:
- istituzione di un Fondo per Ministeri e Presidenza del Consiglio: dal 2025, viene istituito un fondo di 190 milioni di euro annui presso il Ministero dell’Economia, destinato ad aumentare la retribuzione accessoria del personale ministeriale e della Presidenza del Consiglio attraverso la contrattazione integrativa;
- incremento delle risorse per l’Agenzia Italiana per la Gioventù: l’ente riceverà un incremento di 90.000 euro annui dal 2025, derogando ai limiti finanziari precedentemente stabiliti;
- inquadramento del personale ANSFISA: il personale trasferito dal Ministero delle Infrastrutture all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali (ANSFISA) verrà inquadrato in base agli anni di servizio svolti;
- armonizzazione economica del personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro: si autorizza il pagamento di arretrati economici per il periodo marzo – dicembre 2022, con un limite massimo di 5,4 milioni di euro per il 2025 e 5 milioni per il 2026;
- adeguamento retributivo del personale diplomatico: si prevede una spesa di 2 milioni di euro annui dal 2025 per adeguare le retribuzioni ai parametri previsti dalla normativa;
- assicurazione sanitaria integrativa per il personale scolastico: è autorizzata una spesa di 20 milioni di euro per il 2025, che salirà a 50 milioni annui dal 2026 al 2029, con criteri stabiliti dalla contrattazione integrativa nazionale.
A ciò si aggiunga che, già oggi, nella busta paga dei dipendenti pubblici viene riconosciuta una doppia voce:
- l’indennità di vacanza contrattuale pari allo 0,5% dello stipendio;
- l’anticipo del rinnovo di contratto, pari al 3,35% dello stipendio.
A queste due voci, da aprile, si aggiunge una nuova indennità di vacanza contrattuale ma, questa volta, riferita al contratto per il triennio 2025-2027. Spetta in misura maggiorata rispetto a quanto previsto generalmente dalla normativa, in quanto la legge di bilancio ne ha raddoppiato la misura. Questo significa che, da aprile, l’indennità di vacanza contrattuale sarà pari allo 0,6%, mentre da luglio salirà all’1%.
Ora, per affrontare le disparità retributive tra i dipendenti della pubblica amministrazione, i sindacati ritengono indispensabile "pianificare aumenti salariali coerenti" con le attuali differenze: queste disuguaglianze - a loro avviso - possono arrivare fino al 20%, una percentuale troppo elevata per essere colmata in un’unica soluzione, soprattutto per questioni di sostenibilità economica. Prima di qualsiasi intervento, è fondamentale condurre un’analisi dettagliata, basata su dati concreti e sulle risorse effettivamente disponibili.
In questo contesto, diversi emendamenti presentati alla Camera si concentrano proprio sull’articolo 14 del decreto-legge citato, che ha riconosciuto, in buona sostanza, ai dipendenti dei ministeri e della Presidenza del Consiglio un incremento del 3,15%, oltre al 6% previsto con il rinnovo contrattuale 2022-2024, per un totale di 190 milioni di euro.
Intervenendo su più fronti, si potrà quindi lavorare concretamente per garantire condizioni salariali più eque e dignitose anche al personale degli enti locali.
Ora, per affrontare le disparità retributive tra i dipendenti della pubblica amministrazione, i sindacati ritengono indispensabile "pianificare aumenti salariali coerenti" con le attuali differenze: queste disuguaglianze - a loro avviso - possono arrivare fino al 20%, una percentuale troppo elevata per essere colmata in un’unica soluzione, soprattutto per questioni di sostenibilità economica. Prima di qualsiasi intervento, è fondamentale condurre un’analisi dettagliata, basata su dati concreti e sulle risorse effettivamente disponibili.
In questo contesto, diversi emendamenti presentati alla Camera si concentrano proprio sull’articolo 14 del decreto-legge citato, che ha riconosciuto, in buona sostanza, ai dipendenti dei ministeri e della Presidenza del Consiglio un incremento del 3,15%, oltre al 6% previsto con il rinnovo contrattuale 2022-2024, per un totale di 190 milioni di euro.
Intervenendo su più fronti, si potrà quindi lavorare concretamente per garantire condizioni salariali più eque e dignitose anche al personale degli enti locali.