È all'ordine del giorno apprendere notizie riguardanti furti di bancomat, carte di credito o delle credenziali di accesso al proprio home banking.
La conseguenza diretta di tali furti, siano essi materiali (con sottrazione della carta di credito) o “virtuali” (con sottrazione dei dati di accesso alla propria pagina personale), è essenzialmente una: trovarsi innanzi a prelievi o transazioni non autorizzati .
Ed è stata emessa, proprio lo scorso 12 maggio, dalla Cassazione una pronuncia di condanna nei confronti di Unicredit a restituire la somma di 62.300 euro ad una vittima di SWIM swapping.
La “Sim Swapping Fraud”, si chiarisce, è una truffa che viene realizzata attraverso un indebito utilizzo della linea telefonica e dell'home banking della vittima.
Di solito la sequenza di azioni messa in atto è la seguente:
La conseguenza diretta di tali furti, siano essi materiali (con sottrazione della carta di credito) o “virtuali” (con sottrazione dei dati di accesso alla propria pagina personale), è essenzialmente una: trovarsi innanzi a prelievi o transazioni non autorizzati .
Ed è stata emessa, proprio lo scorso 12 maggio, dalla Cassazione una pronuncia di condanna nei confronti di Unicredit a restituire la somma di 62.300 euro ad una vittima di SWIM swapping.
La “Sim Swapping Fraud”, si chiarisce, è una truffa che viene realizzata attraverso un indebito utilizzo della linea telefonica e dell'home banking della vittima.
Di solito la sequenza di azioni messa in atto è la seguente:
- il truffatore si reca presso un centro di un operatore telefonico e fornisce false generalità per richiedere un duplicato della SIM con lo stesso numero della vittima;
- il Centro gli rilascia il duplicato e disabilita la SIM utilizzata dalla vittima, così impedendo a quest'ultima l'utilizzo del cellulare;
- il malfattore inserisce nel proprio cellulare il duplicato della scheda SIM e ottiene i codici di accesso all'home banking; quindi, eseguito l'accesso, dispone dei pagamenti/bonifici in proprio favore, eventualmente modificando la password di accesso per impedire alla vittima di interferire nell'attuazione del reato.
Ebbene, come ha ribadito la Cassazione, la colpa di eventuali operazioni fraudolente nel sistema deve ricadere sulla banca, perché la stessa è tenuta a predisporre tutte le misure necessarie per tutelare i clienti. In particolare, l'istituto di credito è tenuto ad assicurare che le credenziali di sicurezza non siano accessibili a soggetti estranei; e, ancora, qualora il cliente neghi di aver autorizzato un'operazione, è obbligo della banca provare che l'operazione di pagamento è stata autenticata correttamente.
La Banca, nell'esercizio delle proprie attività ed erogazione di servizi, è tenuta infatti ad osservare una diligenza di tipo tecnico (art. 1176 c.c.).
In quest'ottica, già a partire dal D. Lgs. 11/2010, tutti gli istituti di credito sono tenuti a proteggere i propri clienti attraverso l'adozione di misure idonee a garantire che tutte le operazioni compiute (siano esse online o allo sportello) siano riconducibili solo al cliente.
Quindi, cosa bisogna fare in caso di furto dei propri strumenti di pagamento?
La prima cosa da fare è chiamare la propria Banca per chiedere il blocco immediato della carta (o dei codici di accesso alle piattaforme di home banking) e recarsi prontamente dai Carabinieri o dalla Polizia di Stato per denunciarne il furto.
Dopo aver controllato il proprio conto corrente e verificato dettagliatamente tutti gli addebiti presenti, laddove si riscontrino – appunto – prelievi o pagamenti illeciti e/o fraudolenti, il passo successivo consisterà nel presentare un reclamo alla propria Banca.
Tale reclamo è generalmente redatto su uno specifico modulo predisposto dalla stessa Banca (rinvenibile sul relativo sito internet), da inviare a mezzo raccomandata o posta elettronica certificata. Ad esso deve essere allegata anche una copia della denuncia presentata all'Autorità.
Quanto al contenuto del reclamo, il cliente dovrà indicare specificamente tutte le operazioni non autorizzate al fine di disconoscerle.
All'esito di questa procedura, la Banca potrà risarcire il cliente di tutte le somme sottratte, derivanti dalle operazioni fraudolente o illecite, come indicato nel suddetto modulo di reclamo.
È importante sottolineare che il cliente ha il dovere di attivarsi immediatamente una volta avuta conoscenza del furto o dell'utilizzo illegittimo dei propri strumenti di pagamento.
Infatti il cliente potrebbe essere ritenuto responsabile (e la Banca rifiutare il risarcimento) se, con il proprio comportamento, avesse consentito o aggravato le transazioni illegittime.
La Banca, nell'esercizio delle proprie attività ed erogazione di servizi, è tenuta infatti ad osservare una diligenza di tipo tecnico (art. 1176 c.c.).
In quest'ottica, già a partire dal D. Lgs. 11/2010, tutti gli istituti di credito sono tenuti a proteggere i propri clienti attraverso l'adozione di misure idonee a garantire che tutte le operazioni compiute (siano esse online o allo sportello) siano riconducibili solo al cliente.
Quindi, cosa bisogna fare in caso di furto dei propri strumenti di pagamento?
La prima cosa da fare è chiamare la propria Banca per chiedere il blocco immediato della carta (o dei codici di accesso alle piattaforme di home banking) e recarsi prontamente dai Carabinieri o dalla Polizia di Stato per denunciarne il furto.
Dopo aver controllato il proprio conto corrente e verificato dettagliatamente tutti gli addebiti presenti, laddove si riscontrino – appunto – prelievi o pagamenti illeciti e/o fraudolenti, il passo successivo consisterà nel presentare un reclamo alla propria Banca.
Tale reclamo è generalmente redatto su uno specifico modulo predisposto dalla stessa Banca (rinvenibile sul relativo sito internet), da inviare a mezzo raccomandata o posta elettronica certificata. Ad esso deve essere allegata anche una copia della denuncia presentata all'Autorità.
Quanto al contenuto del reclamo, il cliente dovrà indicare specificamente tutte le operazioni non autorizzate al fine di disconoscerle.
All'esito di questa procedura, la Banca potrà risarcire il cliente di tutte le somme sottratte, derivanti dalle operazioni fraudolente o illecite, come indicato nel suddetto modulo di reclamo.
È importante sottolineare che il cliente ha il dovere di attivarsi immediatamente una volta avuta conoscenza del furto o dell'utilizzo illegittimo dei propri strumenti di pagamento.
Infatti il cliente potrebbe essere ritenuto responsabile (e la Banca rifiutare il risarcimento) se, con il proprio comportamento, avesse consentito o aggravato le transazioni illegittime.