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Cane che scappa: il padrone rischia una multa?

Miscellanea - -
Cane che scappa: il padrone rischia una multa?
Se il cane scappa, il padrone rischia la multa per il pericolo creato?
Quando un cane scappa, per il padrone c’è il rischio di ricevere una multa?

Il tema è stato sollevato a seguito di quanto accaduto recentemente ad Elisabetta Franchi, famosa imprenditrice della moda.
Il cane della donna, un randagio adottato una ventina di giorni prima, è scappato dal giardino della casa delle vacanze ed è stato poi recuperato dal canile. Però, la Franchi ha ricevuto una multa perché il cane era stato ritrovato senza collare e museruola.
L’imprenditrice ha raccontato l’intero episodio sui propri social, gridando al “paradosso” della vicenda e chiedendosi “come puoi farmi una multa perché non aveva il collare, la museruola?”.

In realtà, l’art. 672 c.p. sanziona chi lascia libero, oppure non custodisce con le dovute cautele, animali pericolosi da lui posseduti.
In passato, questo comportamento configurava un reato, ma la legge n. 689 del 1981 ha depenalizzato questa condotta: oggi, si tratta di un illecito amministrativo che è punito con una sanzione che va da 25 a 258 euro.

Allora, se il cane scappa, quando c’è la sanzione amministrativa?

La sanzione c’è per il solo fatto che l’animale sia scappato dalla custodia del padrone, il quale l’ha lasciato libero o non ha prestato la dovuta cura e custodia (ad esempio, il padrone non si è preoccupato di creare un recinto adeguato per evitare fughe del cane).

L’art. 672 c.p. punisce la situazione di pericolo che si è creata con la fuga dell’animale. Infatti, come precisato dalla Cassazione (sent. n. 48429 del 2011), il padrone dell’animale deve adottare tutte le misure necessarie affinché il cane non costituisca pericolo per la collettività. Quindi, la multa c’è anche se il cane, che è scappato, non ha provocato danni.

Peraltro, con “animali pericolosi” ci si riferisce non solo agli animali feroci e di grossa taglia, ma pure agli animali domestici (come i cani, appunto), anche di taglia media o piccola. Infatti, la pericolosità dell’animale deve essere valutata in relazione alle situazioni (per esempio, un cane di piccola o media grandezza che, attraversando la strada, provoca un incidente) o alle caratteristiche della razza (ad esempio, secondo la Suprema Corte, i cani da guardia, tra cui i pastori tedeschi, devono considerarsi “pericolosi”).

Inoltre, occorre precisare che il codice penale collega il dovere di non lasciare libero il cane o di custodirlo con le debite cautele al suo possesso (da intendere come “detenzione anche solo materiale e di fatto”). Quindi, la norma sanziona chi abbia con l’animale una relazione diretta, anche di mera detenzione: potrebbe essere il padrone, ma potrebbe anche essere un soggetto che custodisce l’animale per amicizia (ad esempio, un vicino di casa) oppure un soggetto che viene pagato per vigilare sull’animale e custodirlo (per esempio, il dog-sitter).
È chiaro che il proprietario sarà comunque responsabile se ha lasciato il proprio cane ad un soggetto che non è in grado di prendersene cura (ad esempio, ad un bambino di cinque anni).

In tutti questi casi, oltre alla sanzione amministrativa, se il cane scappato ha provocato danni, il danneggiato potrà anche richiederne il risarcimento. Ad esempio, si pensi al caso in cui un cane abbia spinto un uomo anziano, facendolo cadere.

Quindi, i padroni di animali devono fare attenzione. La fuga del proprio cane potrebbe avere anche delle conseguenze giuridiche da non sottovalutare.


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